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L’altra copertina

Come il sale

 Come il  sale  ODS-015
04 novembre 2023

Carissimi amici, grazie per l’invito a “chiudere” il giornale, che voi avete riempito di profonde e significative parole, con un pensiero scaturito dalla mia esperienza degli anni passati in Caritas.

Per non essere autocelebrativo, inizio come quando i nonni parlano ai loro nipoti: «Diceva don Luigi…» (per noi di una certa età, parlare di don Luigi Di Liegro è un orgoglio, perché lo abbiamo conosciuto ed amato. Per i nuovi, ricordo che è stato il fondatore della Caritas ed uno dei preti più significativi della Chiesa di Roma degli ultimi 50 anni).

Durante una celebrazione eucaristica, con una punta di sapienza pizzicante don Luigi diceva: «Da quando abbiamo inventato le chitarre e il mandolino nelle nostre liturgie, le abbiamo rese molto belle e gratificanti. Però i problemi che la liturgia dovrebbe affrontare tante volte sono rimasti fuori… Noi abbiamo creato uno spirito di autonomia che è lo spirito del capitalismo. La gente entra in Chiesa e ne esce come prima, senza che l’Eucarestia abbia inciso profondamente nella sua vita. La stessa carità è un atto liturgico e necessario». Continuava aggiungendo: «La liturgia è gloria a Dio, ma significa anche saper contemplare il volto di Dio nella maniera giusta, perché nella Bibbia ci è fortemente ricordato che la gloria di Dio è l’uomo vivente e che quindi bisogna poi trasformare in atti. Non è sufficiente fare delle opere buone, bisogna credere sempre di più che la condivisione, il mettersi a disposizione, la disponibilità, il servizio sono aspetti fondamentali della vita della Chiesa, perché la natura della Chiesa è una natura di amore».

Mi è di grande consolazione ripresentare questi pensieri e credere che il lavoro, la testimonianza fattiva, la passione di don Luigi abbiano permesso a centinaia di persone di vivere sinceramente e con entusiasmo queste parole della Bibbia. Questo dono lo chiamiamo “volontariato”. Cos’è? È un’energia di partecipazione, di pluralismo, di solidarietà, intesa come un impegno per il bene comune; ed è una grande forza di condivisione, è essere “agenti-lievito”, è essere “incubatori” di idee.

In una società fortemente individualista, deresponsabilizzata, che porta ad escludere i più deboli, il volontariato cerca di ripristinare alcune relazioni, alcuni ponti... Ricostruisce i ponti là dove sono state interrotte le relazioni. Ne siamo contenti.

È quanto ci ricordava nell’appello ai giovani, che faccio mio, Papa Benedetto xvi : rimuovete “l’indifferenza”, la “stanchezza spirituale” e il “cieco conformismo allo spirito di questo tempo”, e siate “profeti”, dando vita ad una “nuova generazione di cristiani”, affinché vi sia «l’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta». Solo così potremmo opporci al “deserto spirituale” che coabita con la “prosperità materiale” nella società” (cfr. omelia della xxiii Giornata mondiale della gioventù, Sydney, 20 luglio 2008).

Papa Francesco, nell’esortazione Evangelii Gaudium, ha aggiunto: «Il nostro impegno non consiste esclusivamente in azioni o programmi di promozione e assistenza; quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto un’attenzione rivolta all’altro “considerandolo come un’unica cosa con se stesso”» (n. 199).

Certamente! È bellissimo, per chi ha ricevuto nel cuore il seme del dono, per chi si sente necessario come il sale che “sala” e scompare.

Mi viene in mente, riflettendo su queste parole, l’esperienza che abbiamo fatto insieme nel 2012. Era Natale. Nella mensa dell’Ostello abbiamo celebrato la Messa solenne. Erano presenti anche le autorità della città: Sindaco, Presidente della Regione, dell’ex-Provincia, ecc… Dopo la Santa Messa ci siamo fatti gli auguri. Ricordate l’augurio indirizzato al Sindaco? Gli abbiamo augurato: «Caro Signor Sindaco, ti auguriamo per il prossimo anno che la Caritas non ci sia più!». Ricordate anche il “Nooooo!” di tanti? Eppure quanto sarebbe bello che, come il sale, la Caritas aiutasse tutti ad avere un posto sicuro per dormire, il sufficiente per mangiare, la dignità di essere cittadini con i pieni diritti, e poi sciogliersi e cercare altri impegni.

Auguri! Buon cammino!

del cardinale Enrico Feroci