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Angeli senza ali

 Angeli senza ali  ODS-015
04 novembre 2023

Questo mese è dedicato ai poveri, ma, anziché dei senza casa, dei senza lavoro, dei malati, dei profughi, in una sola parola, degli ultimi, in questo numero dell’«Osservatore di Strada» ci vogliamo occupare degli “angeli senza ali” che si dedicano a loro.

Chiameremo i primi fratelli e sorelle. E i secondi? Anche loro fratelli e sorelle, perché così si dimostrano nei confronti di chi ha bisogno e chiede aiuto.

Tra loro ho conosciuto avvocati, medici, infermieri, musicisti, dirigenti d’azienda, preti, diaconi, impiegati, operai... che trovano il tempo per dedicarsi ai fratelli e alle sorelle in difficoltà. Una volta ho visto un giovane seminarista, laureando in teologia, in ginocchio intento a pulire il pianale di un frigorifero in una casa d’accoglienza della Comunità di Sant’Egidio e gli altri volontari commentavano: «Guarda quel ragazzo con quanta solerzia e umiltà si prodiga per i più deboli... e forse un giorno sarà eletto Papa».

Ho conosciuto un primario di un ospedale romano, il quale, da quando è andato in pensione, una volta alla settimana si mette ai fornelli per preparare il pasto ai malati, ospiti di un centro che accoglie i fragili.

Ne ho intervistati un paio di questi “angeli” che chiamerò con nomi di fantasia: Francesco e Francesca. Tutti e due, una volta alla settimana, servono a tavola nella mensa di via Dandolo a Trastevere.

Francesco, sei in pensione da tre anni, dopo un lavoro come impiegato statale, ora fai il volontario in una mensa a persone spesso irriconoscenti, perché lo fai? «Perché mi fa sentire in sintonia con la vita che è composta anche dal prossimo meno fortunato di me, a volte l’ingratitudine degli altri non mi pesa».

Ti trovi bene con gli altri volontari? «Sì. Siamo una grande famiglia, condividiamo gli stessi ideali».

Mi rivolgo ora a Francesca, avvocato presso una società di assicurazioni, moglie e madre di due ragazzi. Dove trovi il tempo e l’energia per dedicarti agli altri? «Quando vuoi fare una cosa, non esistono ostacoli di sorta».

Da quanto tempo lo fai? «Da qualche anno». Continuerai a farlo in futuro? «Perché no?».

Poi mi è capitato di parlare con un ex amministratore delegato di una compagnia petrolifera, che ora fa il volontario in una mensa della Caritas. Stessa storia: fare qualcosa, anche poco, per il prossimo.

È grazie a questi “angeli in terra” che il mondo della solidarietà va avanti. È grazie a loro, che sono sicuramente meno egoisti della massa, che tanti fratelli e sorelle in difficoltà sopportano meglio la vita.

Grazie ai “fratelli angeli” che si confondono ogni giorno con l’uomo e la donna che incontriamo all’angolo della strada. (stefano cuneo)

di Stefano Cuneo