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DONNE CHIESA MONDO

Confronti

Sui passi di Umm Waraqah

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04 novembre 2023

Umm Waraqah bint ‘Abdullāh era una donna medinese molto esperta del Corano (hāfiza), tra coloro che lo hanno trasmesso a memoria prima che fosse messo per iscritto. Il profeta Muhammad si riferiva a lei chiamandola “la martire” poiché ella auspicava di morire come tale, e per questo partecipò alla battaglia di Badr (624 d.C.). Fu incaricata dal profeta Muhammad di condurre nella preghiera la gente del suo casato (la parola nel testo fa riferimento alla residenza, ma anche al quartiere o villaggio), la famiglia allargata, che consisteva di uomini e donne. La «gente della casa di Umm Waraqah» era così numerosa che il Profeta aveva nominato un muezzin per lei affinché effettuasse la chiamata alle cinque preghiere.

Questo hadīth, che non è contestato in quanto classificato come buono (hasan), ha avuto interpretazioni diverse: nonostante non sia specificato, molti sapienti hanno sostenuto che l’incarico fu di guidare la preghiera solo per le donne della casata di Umm Waraqah; altri invece ritengono che l’ordine fosse per tutti i parenti e per i servitori maschi. Il testo, infatti, non dà indicazioni sulla composizione di genere della congregazione dietro Umm Waraqah, ma parla di un generico “genti della casa” ed è stato interpretato in maggioranza come se si riferisse alle donne. Ma con ahl* si può intendere anche tutte le persone della casa, poiché il termine indica una famiglia allargata, un gruppo, una comunità (ad esempio i cristiani e gli ebrei sono chiamati nel Corano Ahl al-Kitab, “Genti del Libro”); oltretutto, il Profeta non ha specificato “alle donne della sua casa”.

Chi nega la facoltà di guidare la preghiera per le donne si appella al principio dell’analogia (qiyas*) riportando l’esempio di Aisha, che pare non avere mai guidato uomini nella preghiera anche se molti erano sicuramente meno istruiti di lei nelle scienze religiose. Aisha guidava però le donne nelle preghiere obbligatorie nella moschea.

di Marisa Iannucci