· Città del Vaticano ·

Nella basilica di San Pietro il rosario per la pace

Per una rinnovata fraternità

 Per una rinnovata fraternità  QUO-247
26 ottobre 2023

Centinaia di lumini accesi a formare la parola «Pax» davanti all’altare della Cattedra della basilica di San Pietro, simbolo delle attese di pace dei partecipanti al Sinodo, riunitisi ieri sera, mercoledì 25 ottobre, per la recita del Rosario presieduta dal cardinale arciprete Mauro Gambetti. A una sola voce hanno gridato il loro «basta» alla guerra, con la violenza atroce e insensata; all’odio che «non fa altro che alimentare l’odio e impedisce di vedere altre strade»; alla logica «della vendetta per i torti subiti». E alla «crescente disumanità che rende sordi al dolore e alle lacrime dei bambini, degli anziani, dei disabili, di chi non può difendersi».

Radunati insieme nell’atrio, i presenti sono entrati processionalmente nella basilica, mentre le motivazioni del momento di preghiera venivano ben evidenziate nell’introduzione: «In questi giorni di assemblea del Sinodo dei vescovi — è stato letto — abbiamo sperimentato che è davvero possibile cercare insieme strade per il futuro, partendo da culture e storie diverse. Ci è stato dato il dono di vivere l’unità nella diversità in Cristo»; persone di tanti Paesi differenti, alcuni dei quali in armi l’uno contro l’altro. E attraverso la preghiera mariana, insieme, i sinodali hanno inteso «dimostrare che è possibile rispettarsi, incontrarsi e dialogare». Perché imparare ad «ascoltarsi ascoltando lo Spirito, senza voler far prevalere il proprio punto di vista o imporre le proprie esigenze, ha portato ogni volta a una visione più ampia e talvolta inimmaginabile» e al di là delle differenze, si è sperimentata «la comunione possibile come un dono di Dio, che manifesta l’unità del genere umano».

Anche nelle meditazioni dei cinque misteri gloriosi — lette da vari partecipanti al Sinodo in inglese, francese, italiano, spagnolo e portoghese — è stata sottolineata l’importanza della preghiera per la pace e la fraternità. Dalla prima è scaturito l’invito a lasciare che la gioia della fraternità dei battezzati in Cristo «riempia tutto il nostro essere in modo da poter esclamare tutti insieme: “Gesù è risorto”». Nella seconda si è ricordato che durante il Sinodo è stato ascoltato il grido di tante persone vittime dalle tragedie che si stanno consumando — troppo spesso nell’indifferenza — in molti Paesi. Nella terza è stato evidenziato che mentre si cammina insieme nell’ascolto della Parola come popolo di Dio, lo Spirito fa «nascere e crescere la Chiesa come comunità di coloro che annunciano il Cristo risorto». Da qui l’esortazione a contemplare il mistero pregando, con Maria, per l’unità di tutti i cristiani. Il “basta” alla guerra è stato poi gridato nella quarta meditazione, con un ricordo particolare delle donne vittime di violenza, di sfruttamento e di tante forme di discriminazione. Infine nell’ultima meditazione si è ringraziato il Signore per la meraviglia della creazione, con l’invocazione, per intercessione di Maria, di prendersi cura della casa comune, di proteggere la natura, di creare relazioni più giuste specie con i poveri e i sofferenti, «per far crescere l’amore tra di noi a immagine dell’amore trinitario e per sviluppare una Chiesa sinodale per “tutti, tutti, tutti”».