· Città del Vaticano ·

La Santa Sede all’Onu lancia un appello a Israele e Palestina

L’audacia di un impegno
per la pace

 L’audacia di un impegno  per la pace  QUO-246
25 ottobre 2023

Di fronte all’«angosciante» escalation di violenza in Medio Oriente, che ha causato livelli «deplorevoli» di sofferenza, è «imperativo» che le autorità di Israele e Palestina dimostrino «l’audacia di rinnovare il loro impegno verso una pace basata sulla giustizia e sul rispetto delle legittime aspirazioni di entrambe le parti». È quanto ribadito ieri a New York dall’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, in una dichiarazione resa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in occasione del dibattito sulla situazione nella regione.

Sebbene la via del dialogo appaia attualmente «stretta», essa rimane «l’unica» opzione possibile per porre fine «in modo duraturo alla spirale di violenza», ha osservato. La Santa Sede, ha rimarcato, rimane convinta che la soluzione dei due Stati «offra ancora una speranza» per la pace.

Ricordando le parole del Papa sulla guerra, monsignor Caccia ha espresso la condanna della Santa Sede «nel modo più assoluto e inequivocabile» all’attacco terroristico compiuto da Hamas e da altri gruppi armati il 7 ottobre contro la popolazione di Israele: migliaia di persone sono state «barbaramente uccise e ferite» e altre sono state prese in ostaggio. Reiterato l’appello del Pontefice per un loro immediato rilascio.

La Santa Sede ha inoltre ricordato che la responsabilità penale per gli atti terroristici «è sempre personale e non può mai essere attribuita a un’intera nazione o popolo» e che il diritto all’autodifesa deve essere conforme al diritto internazionale umanitario, compreso il principio di proporzionalità.

«Grave preoccupazione» è stata espressa per il «disastro umanitario» in corso a Gaza, con migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati. «L’“assedio totale” imposto su Gaza ha causato sofferenze indiscriminate tra la popolazione», ha aggiunto, lanciando un appello «per facilitare urgentemente» i corridoi umanitari.

In altre due dichiarazioni, il nunzio apostolico ha fatto notare come la guerra in Ucraina abbia visto l’uso di armi indiscriminate, come mine antiuomo e munizioni a grappolo, chiedendone «l’immediata cessazione» dell’utilizzo. Ha poi auspicato un impegno comune contro gli attacchi informatici, attraverso un dialogo tra Stati.