· Città del Vaticano ·

Intervista a Faisal Aranki, membro dell’Olp

Due Stati unica soluzione
per il conflitto
israelo-palestinese

epa10929164 Israeli soldiers keep watch during clashes with Palestinian protesters at the northern ...
24 ottobre 2023

«La nostra strategia dipende dal lavoro diplomatico e dalla resistenza popolare pacifica. Chiediamo perciò al mondo di stare al nostro fianco affinché si possano applicare legittimamente le risoluzioni internazionali e realizzare la soluzione dei due Stati». Esordisce così Faisal Aranki, membro della commissione esecutiva dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), e presidente del dipartimento espatriati, in un colloquio che ha concesso a «L’Osservatore Romano» da Ramallah.

L’attacco del 7 ottobre favorisce o nuoce alla causa palestinese?

Quanto accaduto il 7 ottobre ostacola il nostro lavoro diplomatico e pacifico per raggiungere questa soluzione in questo momento. Quello che vogliamo ora è fermare il bagno di sangue e la violenza perpetrata dallo Stato di Israele contro i civili, compresi bambini, donne e anziani. Rifiutiamo la punizione collettiva dei civili. Chiediamo che venga rimossa l’ingiustizia nei confronti del nostro popolo, che sopporta sacrifici per amore della propria libertà e indipendenza.

Lei che idea si è fatto di quanto accaduto?

Dico solo che Cristo proteggerà i nostri fratelli dagli omicidi, dalla fame, dalla sete e dalla paura. La nostra speranza è nella verità. Condanniamo le ingiustizie perpetrate contro di noi. Siamo contro l’atto compiuto e contro la reazione sanguinaria, disumana ed estremamente crudele che ne è seguita. C’è un popolo disarmato che non ha alcuna colpa se non quella di vivere in una zona controllata da gruppi di entrambe le parti che cercano di risolvere il conflitto con mezzi militari. Chiediamo perciò alla comunità internazionale e alla Santa Sede di schierarsi contro questa catastrofe e contro l’uccisione di tanti innocenti, nonché contro il tentativo di espellerli dalla loro terra. Allo stesso tempo, vediamo che si è colto un pretesto per la reazione e il sostegno occidentale, capeggiato dagli Stati Uniti. E guardiamo al Papa, che sta provando a guidare il processo di pace e rigetta con forza lo spirito di vendetta.

Qual è la situazione dei cristiani a Ramallah e in Palestina?

I cristiani in Palestina e a Gerusalemme soffrono dell'occupazione e dei metodi oppressivi che vengono usati, come gli altri palestinesi. Il clero cristiano delle varie Chiese è sottoposto ad aggressioni fisiche e verbali, e credo che abbiate visto alcuni coloni sputare sulla croce nelle strade di Gerusalemme.

Molti leader internazionali tornano a parlare della soluzione dei “due Stati”. Pensa che questo obiettivo oggi sia più vicino o più lontano?

La soluzione dei due Stati è l'unica che possa portare la pace e risolvere il conflitto israelo-palestinese. Noi, con il nostro presidente Mahmoud Abbas, stiamo lavorando costantemente per provare a far sì che questa soluzione diventi effettiva e stabile. Il problema è la posizione intransigente della parte israeliana, che prosegue con la costruzione di insediamenti e attacchi quotidiani dei coloni.

Quale soluzione politica sarebbe più efficace per Gaza qualora Hamas venisse sconfitto?

Gaza, la Palestina e Gerusalemme sono tutte componenti fondamentali dello Stato di Palestina: questo è un diritto garantito dalla legalità internazionale.

di Roberto Paglialonga