· Città del Vaticano ·

Dichiarazione di monsignor Caccia all’Onu

Prevenire la corsa
agli armamenti
anche nello spazio

 Prevenire la corsa agli armamenti  anche nello spazio   QUO-243
21 ottobre 2023

Una condanna senza mezzi termini verso «qualsiasi aspirazione» a estendere anche nello spazio le armi e le capacità militari «che causano immense sofferenze e distruzioni sulla Terra». È quanto espresso dall’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, in una dichiarazione resa all’Onu di New York in occasione di un dibattito sul cosiddetto “spazio esterno” (extra-atmosferico) e sugli aspetti del disarmo, nell’ambito della settantottesima Assemblea generale.

«In risposta all’aumento delle spese per la ricerca e lo sviluppo di capacità militari» nello spazio esterno, l’esortazione del nunzio apostolico è stata a tornare a puntare ad un «disarmo generale e completo sotto un rigoroso ed efficace controllo internazionale», obiettivo peraltro adottato da una stragrande maggioranza di Stati.

Quando un accordo «giuridicamente vincolante» sulla prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio esterno appare «difficile da raggiungere nel breve termine», ha notato monsignor Caccia, la via appare quella di misure che contribuiscano «a creare fiducia», nell’ottica del «mantenimento di uno spazio esterno libero da armi», ad esempio istituendo zone di “esclusione” «intorno ai satelliti» e prevedendo «ispezioni pre-lancio» dei carichi. D’altra parte, ha constatato il presule, i satelliti vengono utilizzati per il monitoraggio delle attività militari sulla Terra, oltre che per le comunicazioni e la navigazione militare. Numerosi Stati, poi, «hanno condotto test di armi antisatellite, che affollano l’orbita terrestre bassa con sempre più detriti». Di qui un invito a preservare la «natura pacifica» di tale spazio e a precludere l’evoluzione di tecnologie e capacità «che potrebbero militarizzare il dominio celeste».