Il dolore dei migranti

Ampliare i canali migratori regolari per contrastare trafficanti e criminali
Ascoltare l’eco drammatico delle sofferenze dei migranti e dei rifugiati vuol dire anche promuovere azioni di contrasto alle «reti criminali che speculano» sui loro sogni e «impegnarsi ad ampliare i canali migratori regolari». L’appello del Papa è risuonato ieri in piazza San Pietro, avvolta dall’oscurità della sera, dinanzi al monumento bronzeo Angels Unawares, dove si è svolto il momento di preghiera — promosso nell’ambito della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in corso in Vaticano — dedicato a quanti hanno percorso «le numerose rotte migratorie che attraversano deserti, foreste, fiumi, mari», perdendo la vita o portando ancora oggi sulla propria pelle il peso e le ferite di quella drammatica esperienza. La loro voce, ha ammonito Francesco, «grida al cospetto di Dio» e provoca ogni uomo e ogni donna del nostro tempo, spingendoli a superare «egoismo, indifferenza, paura», per farsi «prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore». Nella certezza che «il Signore conosce il volto di ciascuno» di coloro che lasciano la propria terra in cerca di speranza. E «non lo dimentica».