· Città del Vaticano ·

La «Laudate Deum» e il messaggio al Villaggio Contadino di Roma: due doni del Papa per la Coldiretti

Esperti nell’arte
di coltivare e custodire

 Esperti nell’arte di coltivare e custodire  QUO-241
19 ottobre 2023

Sono stati doni di valore grandissimo da parte di Papa Francesco, per la Coldiretti e i suoi soci, la recente esortazione apostolica Laudate Deum (resa pubblica il 4 ottobre) e il messaggio inviato ai partecipanti al Villaggio Contadino, che a Roma, al Circo Massimo, dal 13 al 15 ottobre, è stato visitato da oltre due milioni di persone provenienti dalla capitale e da ogni parte d’Italia.

I due documenti, in autentica continuità l’uno con l’altro, hanno generato gratitudine e senso di responsabilità, nei dirigenti e nei soci della Coldiretti, per le attese parole di Papa Francesco su temi di grande attualità, nei confronti dei quali l’attenzione è sempre stata altissima da parte dei coltivatori della campagne italiane.

Ha molto commosso, in apertura del messaggio, il riferimento al “Papa contadino”, Giovanni xxiii, i cui fratelli sono stati tra i fondatori e successivamente dirigenti della Coldiretti nel Bergamasco. Papa Roncalli amava definire “gente dei campi” gli agricoltori, con questo indicando che è dalla terra che nasce la vera nobiltà e non dall’appartenenza a una gens nel senso latino del termine. La promozione della persona, in questo senso, è insita nel lavoro agricolo e passa attraverso la partecipazione all’invito di Dio di «far germogliare e fruttificare la terra». Citando la Mater et Magistra Papa Francesco ha sottolineato «il valore arricchente del lavoro agricolo ai fini della promozione integrale della persona tanto sul piano umano, tanto sul piano dello spirito. Il lavoro agricolo va concepito come una vocazione e una missione».

Nell’esortazione Laudate Deum, Francesco mette in guardia sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ma le parole del Pontefice acquistano un significato ancora più pregnante e attuale quando ribadisce, anche nel documento inviato alla Coldiretti, il prezzo altissimo dovuto «all’uso sconsiderato e coercitivo della tecnologia, applicata a ritmi di produzione insostenibili, assoggettata a modelli di consumo omologanti».

L’uomo è semmai chiamato da Dio a svolgere un’attività tecnica a cui sono associati un dovere e una custodia non soltanto materiale ma anche morale. È evidente il richiamo del Papa a chi usa per scopi finanziari la scienza senza rispettare i cicli vegetali e animali e lo stesso ambiente. A partire dalla sconsiderata produzione di “cibi a base cellulare” — la cosiddetta “carne coltivata” — che, da un recente rapporto Fao/Oms, dalle allergie ai tumori, sono responsabili di 53 pericoli potenziali per la salute legati appunto ad alimenti prodotti in laboratorio individuati nel rapporto stesso.

Importante nel messaggio alla Coldiretti è anche il riferimento alla salvaguardia della biodiversità, insieme alla difesa dell’acqua e dell’aria dall’inquinamento. Esalta i valori del mondo agricolo insostituibile per la vita delle persone. Si può affermare che il Papa, con riferimento esplicito al testo della Genesi, quasi rilanci un nuovo patto tra l’agricoltura e il Creatore per cui occorre «riconoscere nel creato il segno dell’alleanza».

Coltivare e custodire, due verbi che gli agricoltori conoscono bene: sono loro i custodi del territorio e dell’ambiente.

Nel testo è evidente il richiamo alla responsabilità, aperta a tutti, piccoli e grandi coltivatori. Loro compito specifico è quello di trovare il giusto equilibrio tra coltivazione e produzione, con l’attenzione (trattandosi di cibo) di salvaguardare la genuinità e la salubrità del prodotto, oltre al giusto reddito di chi lo produce.

La preoccupazione di Papa Francesco — da sempre attento alle fasce più deboli della società — si rivolge verso un mondo dove «l’acqua, il pane, il lavoro, le medicine, la terra, la casa, siano beni disponibili per ogni individuo».

«Coltivare la terra mentre — prosegue il Pontefice — aumentano le ondate di calore, le piogge torrenziali, le improvvise gelate di freddo, rende il lavoro agricolo sempre più difficile da realizzare, a pagare il prezzo non è soltanto la natura ma anche i poveri».

Aver cura del creato oggi è un problema urgente e grave è la vera sfida del nostro tempo. L’uomo oggi può trasformare l’ambiente e influire sui cambiamenti climatici. Ogni persona che ha a cuore il bene dell’umanità non può rimanere indifferente a tale questione. La nostra salute sarà buona se sarà buona anche la salute del pianeta. L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio dell’intera umanità e responsabilità di tutti.

Grazie alle competenze sempre più approfondite e alla disponibilità di nuovi mezzi di ricerca, oggi vi è più conoscenza delle realtà in cui il pianeta vive. Per il futuro, di fronte a sempre nuove emergenze, c’è bisogno di un nuovo modo di pensare alle soluzioni tenendo insieme l’attenzione al bene comune e alla casa di tutti che è la nostra madre terra.

Molto sentito è stato dai soci della Coldiretti l’appello finale del messaggio, quanto mai urgente nell’attuale clima di gravi conflitti e guerre nel mondo, ad avere coraggio e l’ardore di piantare «semi di pace» che contribuiscano a costruire un mondo più fraterno.

«Non ci si salva da soli» e gli agricoltori fanno la loro parte. Su questo fronte da tempo Coldiretti, forza amica del Paese, è impegnata con i propri soci e dirigenti nell’incontro con milioni di consumatori attraverso i Villaggi Contadini, come quello appena concluso al Circo Massimo, che si svolgono periodicamente nelle grandi città d’Italia quali testimoni della vitalità e della modernità della civiltà contadina.

Un’altra testimonianza sono le migliaia di mercati di Campagna Amica sui territori. Qui gli agricoltori effettuano la vendita diretta dei loro prodotti in un incontro quotidiano con milioni di consumatori che possono apprezzare il valore dei buoni, genuini e sani frutti della terra direttamente da chi li ha coltivati.

Il villaggio appena concluso ha visto la campagna trasferirsi in città. È stato una autentica festa di popolo dove si è favorito l’incontro con le persone e i sapori della campagna: dall’agriasilo, alle cucine contadine regionali, agli animali, all’orto terapeutico, al cibo tradizionale, compresa la celebrazione dell’Eucarestia domenicale presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che ha letto il testo papale. Ma anche il confronto con esperti, imprese, realtà istituzionali, giovani, donne, semplici partecipanti. Una modalità fortemente innovativa di Coldiretti in cui la relazione umana occupa un posto privilegiato in un tempo che vede tutti correre sempre di più perdendo di vista il valore delle cose semplici come l’incontro con la vita dei campi.

di Nicola Macculi
Consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti