· Città del Vaticano ·

La XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi

Sinodo: il briefing quotidiano in Sala stampa

 Sinodo: il briefing quotidiano in Sala stampa  QUO-239
17 ottobre 2023

L’assemblea sinodale ha risposto all’invito del Papa a unirsi alla Chiesa in Terra Santa dedicando la giornata di oggi, martedì 17 ottobre, alla preghiera e al digiuno per la pace. Lo ha reso noto Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione, nel briefing con i giornalisti, che ha avuto inizio alle 14.20, nella Sala stampa della Santa Sede, ed è stato introdotto dal vice direttore, Cristiane Murray.

«Superare i modelli clericali che possono ostacolare la comunione di tutti i battezzati», «la possibilità di rivedere il Diritto canonico sostituendo la parola “cooperazione con “corresponsabilità”» nel canone 208, il ruolo delle donne — tra diaconato, partecipazione più decisionale nei consigli pastorali, possibilità di tenere omelie, con una nuova “intelligenza spirituale” — e il ministero del vescovo: sono stati alcuni dei temi proposti in Aula — tra lunedì pomeriggio e stamani — durante la decima (presenti in 330) e undicesima (presenti in 345) congregazione generale negli interventi dei Circoli minori, seguiti da quelli liberi, a partire dal modulo b 2 dell’Instrumentum laboris. Ruffini ha reso noto che, ieri sera, il Papa ha fatto dono a tutti i partecipanti di una copia dell’esortazione apostolica C’est la confiance e ha rimarcato il significato attuale dell’insegnamento di santa Teresa di Lisieux. A testimoniare il clima di fraternità che si respira in Aula, il prefetto ha raccontato della particolare vicinanza ai padri sinodali che, in questi giorni, sono stati colpiti da lutti e anche delle felicitazioni per chi celebra l’anniversario di ordinazione episcopale.

Tra i temi affrontati ieri pomeriggio Ruffini ha indicato anche il linguaggio della liturgia, il rapporto «tra leadership e servizio», la liturgia, la parrocchia non «come stazione di servizio», l’importanza di «luoghi di comunione» e la missione dei sacerdoti. Mentre Sheila Pires, segretaria della Commissione per l’informazione, ha affermato che stamani è stato il servizio del vescovo, come padre tra verità e amore, a essere particolarmente al centro dei lavori. Occorre, è stato rilevato negli interventi in Aula, che i pastori abbiano uno stile sinodale e possano contare sull’aiuto di persone capaci, anche nelle questioni legali e finanziarie. Altri elementi indicati sono stati quelli della consultazioni per le nomine, la formazione permanente, il rapporto con il clero e la preghiera, con l’invito ad avere una particolare cura nell’ascolto delle persone vittime di abusi.

Il cardinale López Romero: appassionato di sinodalità


Il cardinale salesiano Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat in Marocco, presidente della Conférence Episcopale Régionale du Nord de l’Afrique, si è presentato come un “appassionato” della sinodalità, raccontando l’esperienza della sua diocesi — dove è in corso il Sinodo diocesano che si concluderà il 6 novembre dopo due anni e mezzo di lavori — e testimoniando «quanto di positivo è avvenuto in Marocco e nell’Assemblea continentale per l’Africa, svoltasi ad Addis Abeba. Siamo riusciti ad accendere una nuova fiamma».

Quindi il cardinale ha parlato del clima spirituale e dell’importanza del «momento di consultazione universale in cui sono stati invitati tutti i cristiani e anche i non cristiani». In proposito ha spiegato: «La nostra — con la Libia, la Tunisia, l’Algeria e il Marocco — è una piccola Conferenza di dieci vescovi, ma anche noi abbiamo sviluppato attraverso un duro lavoro la nostra sintesi in vista del Sinodo universale».

Il cardinale ha poi messo in luce il ruolo di donne e laici anche nel rapporto con il clero. E ha concluso affermando: «Vogliamo far sì che la Chiesa possa funzionare in modo sinodale. Non è possibile parlare di tutti i temi che inquietano la Chiesa: qui dobbiamo attenerci alla sinodalità. Abbiamo ancora un anno di lavoro e compiti da svolgere per poter cercare di tirare le somme e arrivare a proposte più concrete».

Reneé Ryan: il coinvolgimento dei laici


La professoressa australiana Reneé Ryan — responsabile della Scuola di filosofia e teologia dell’Università Notre Dame, partecipa ai lavori come testimone del processo sinodale per l’Oceania, tra coloro che provengono dalle Assemblee continentali senza essere insigniti del “munus” episcopale — ha parlato del Sinodo come di un’opportunità offerta alla Chiesa universale per dare ascolto a tante voci diverse, in uno spirito di preghiera e di comunione. Ryan ha insistito soprattutto sull’importante coinvolgimento dei laici nella riflessione dell’assemblea e ha indicato i nuovi strumenti digitali come una delle vie per raggiungere quanti ancora non conoscono Cristo.

Il vescovo Randazzo: consultazione e discernimento


Monsignor Anthony Randazzo, vescovo di Broken Bay in Australia e amministratore apostolico di Nostra Signore della Croce del Sud, presidente della Federation of Catholic Bishops’ Conferences of Oceania, ha sottolineato di essere per la prima volta a un Sinodo ma non a una prima esperienza di sinodalità. «Nella mia diocesi — ha detto — già da tempo seguiamo un processo di consultazione e discernimento in piccoli e grandi gruppi». Non bisogna dimenticare, ha precisato, che l’Oceania è un continente immenso ed è spesso difficile fare arrivare comunicazioni a causa della carenza di collegamenti. Per questo, quando si parla di sinodalità digitale occorre pensare a questa grande sfida, al problema di far arrivare il messaggio evangelico a quei fedeli che vivono lontani. Il vescovo ha pertanto ribadito l’importanza di trovarsi «seduti a un tavolo con persone provenienti da tutto il mondo», definendolo un momento «di grande arricchimento nel dialogo».

Il gesuita Orobator: la bellezza dell’ascolto


Ha infine preso la parola il teologo gesuita nigeriano Agbonkhianmeghe Emmanuel Orobator, al Sinodo come testimone per l’Africa, che ha voluto sottolineare, nel suo intervento, l’importanza di questo momento in cui sente di fare parte di un processo e di un’esperienza unica per la Chiesa. Per tutti i partecipanti, ha detto, è «un grande arricchimento nell’ascolto, nel dialogo e nel discernimento». Su questa particolarità ha voluto sottolineare tre aspetti. Il primo è «il privilegio in particolare per i teologi di partecipare e approfondire questo processo». Il secondo riguarda le modalità del processo sinodale, nella convinzione che sono più importanti del risultato e diventeranno una consuetudine per tutti. Il terzo punto è «testimoniare la diversità della Chiesa e quindi trarre beneficio dalla saggezza che fa parte di questa diversità: beneficio dalle idee, dei doni unici che questa diversità offre alla Chiesa». Il sacerdote nigeriano ha concluso dicendo che «il lavoro del Sinodo inizierà quando questo incontro terminerà» perché «la sinodalità entrerà a far parte della nostra vita».

Differenze e convergenza senza animosità


Rispondendo alle domande dei giornalisti, in particolare se vi è stata un’apertura al diaconato femminile, la professoressa Ryan ha fatto notare che il tema è già emerso più volte e va approfondito, con considerazione teologiche. Nella successiva domanda sullo stesso tema, ha poi fatto riferimento alla sua esperienza di donna nella Chiesa, facendo notare che vi è eccessiva attenzione su questa questione; e ciò che succede quando ci si concentra troppo su una domanda, è che si dimentica quello di cui hanno bisogno le donne di tutto il mondo. Alcune persone, ha detto, pensano che per essere uguali le donne devono essere ordinate; ma è opportuno considerare altre questioni rispetto al dibattito sul diaconato femminile che è più di nicchia: ad esempio il fatto che le donne devono scegliere tra maternità e carriera. Gli ha fatto eco, monsignor Randazzo facendo presente che la decisione spetta al Papa che vuole approfondire e consultarsi. Anche il gesuita Orobator ha fatto notare che il Sinodo è un organismo consultivo e non prende decisioni.

Alla domanda sugli eventuali cambiamenti al Diritto canonico, il vescovo Randazzo, come canonista, ha affermato che le cose si possono cambiare quando le esigenze della Chiesa cambiano.

Il cardinale di Rabat ha poi raccontato che tra i sinodali emergono differenze ma non ci sono «scontri tra fazioni» perché la logica non è rispondere all’altro ma dialogare a partire dalla stessa fede: «è più quello che unisce rispetto a quello che ci divide» ha assicurato. «Ci sono consensi e divergenze, mai comunque ostilità o animosità» ha confermato padre Orobator.

Parlando del rapporto tra l’assemblea e l’informazione, Ruffini ha sottolineando che durante i lavori i partecipanti non sono isolati dalla realtà ma hanno ben presente quanto accade nel mondo; tuttavia, ha puntualizzato, il Sinodo «non è pensato per rispondere alle domande dei giornalisti» ma per favorire un processo di discernimento nella Chiesa.

Un’ultima domanda ha riguardato la necessità di approfondimento di temi come le donne nella Chiesa e l’accoglienza delle persone lgbtq. Ruffini ha spiegato che tali tematiche «sono oggetto di conversazione»: non si tratta, ha detto, di un talk show, ma appunto di «una conversazione nello Spirito» da cui scaturirà «una relazione di sintesi che sarà rimandata al popolo di Dio e poi ci sarà un’altra assemblea».

Da parte sua il gesuita nigeriano ha testimoniato «serietà e compassione» da parte di chi è coinvolto nei lavori; e il vescovo australiano ha rimarcato l’«ascolto approfondito dello Spirito Santo che parla attraverso la Chiesa». Hanno fatto loro eco il cardinale, che ha invocato «pazienza molta, speranza tutta» e la professoressa australiana che ha concluso: «Noi stiamo lavorando in modo molto approfondito. Ci vorrà tempo, ma è normale che sia così per affrontare le cose nel modo serio che meritano».


La preghiera dei poveri


Anche i poveri accompagnano spiritualmente il Sinodo dei vescovi. L’iniziativa è dell’«Osservatore di Strada» e della parrocchia di San Pietro, che sabato 21 ottobre, alle 15, all’altare di San Giuseppe della basilica Vaticana, promuovono un momento di preghiera in comunione  con i partecipanti all’assemblea sinodale. L’accesso alla basilica — dove il parroco Agnello Stoia, francescano conventuale, celebrerà la messa — sarà possibile attraverso la  Porta della preghiera. L’appuntamento è alle 14.30 davanti all’ingresso del Petriano, in piazza del Sant’Uffizio.