· Città del Vaticano ·

La XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi
La messa nella basilica di San Pietro e i lavori nell’Aula Paolo VI

Per un rinnovamento
della Chiesa nella comunione e nella partecipazione

 Per un rinnovamento della Chiesa  nella comunione e nella partecipazione  QUO-236
13 ottobre 2023

Il Sinodo sulla sinodalità è «la nuova Pentecoste, che certamente rinnoverà la Chiesa nella comunione dei suoi membri e nella partecipazione attiva di tutti alla vita e alla missione della Chiesa». Se ne è detto convinto il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo cappuccino di Kinshasa e presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa and Madagascar (Secam), durante la messa per i partecipanti all’assise sinodale, celebrata all’altare della cattedra della basilica di San Pietro, stamattina, venerdì 13 ottobre. Il porporato della Repubblica Democratica del Congo che è anche membro del Consiglio di cardinali, ha spiegato che la Chiesa «aveva bisogno di questo tempo di grazia e di discernimento, per guardare indietro alla strada percorsa e trarre insegnamenti per un nuovo inizio».

Dopodiché ha commentato il Vangelo che parlava della lotta di Gesù contro il diavolo. «La sua forza — ha detto — sta nella strategia di farsi dimenticare e di apparire nelle forme più seducenti e rassicuranti». Egli «sferra i suoi attacchi dalle realtà più sensibili». Da qui la consegna del cardinale africano a «combattere con coraggio il Maligno, usando in particolare le armi della sinodalità, che richiedono unità, cammino insieme, discernimento nella preghiera, ascolto reciproco».

Successivamente i sinodali si sono ritrovati nell’Aula Paolo vi per l’ottava congregazione generale. Apertasi con la preghiera guidata da Papa Francesco — che l’ha anche conclusa con la recita dell’Angelus — è stata introdotta dal cardinale segretario generale Grech. Quindi, dopo l’articolato intervento del cardinale relatore generale Hollerich (ne pubblichiamo integralmente la traduzione italiana a pagina 6) sono seguite due riflessioni: una biblica, offerta da madre Ignazia Angelini, benedettina del monastero di Viboldone, e una teologica da parte del sacerdote Carlos María Galli, decano della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica Argentina, membro della Commissione Teologica Internazionale e coordinatore del Gruppo teologico-pastorale del Celam.

In italiano la monaca ha approfondito il tema delle donne come elemento dinamico della missione. All’origine della Chiesa, ha ricordato, con Gesù ci sono «le donne che lo seguivano, sostenendone il ministero». Il movimento originato dal Vangelo, ha spiegato, «genera relazioni nuove» e con l’apporto di donne, «diversissime tra loro». Su queste basi il Vaticano ii ha inaugurato un «movimento di riforma rimasto interrotto», sebbene, alla luce delle «origini», le donne siano «elemento dinamico della missione», come presenza che «intuisce il movimento della vita, intesse relazioni nuove, improbabili, pazientemente porta e scioglie conflitti». Non è questione «di diritti ma di doni ricevuti». In ogni caso, ha osservato la benedettina, una Chiesa sinodale “in uscita” incontra, «in principio come oggi, subito la presenza di donne, varie diverse, non omologabili», da discernere, «certo, e nella peculiarità di ciascuna da integrare». Da qui l’invito a chiedersi dove sia andato a finire oggi «questo tratto costitutivo nella novità evangelica legato allo stile di Gesù». Visto che «il primo annuncio della risurrezione è da lui affidato, per gli apostoli, a una donna». E la prima comunità cristiana, «col collegio degli apostoli ha al centro Maria, la Madre».

D’altra parte, la Chiesa «sbarca in Europa a partire dai margini, dalle rive del fiume, appena fuori della ricca città romanizzata», come scrive Paolo nel suo secondo viaggio missionario: «… donne si erano là riunite per la preghiera». Stranamente, ha sottolineato madre Angelini, «una liturgia fuori dal rituale, al femminile, a cielo aperto, accoglie Paolo». La corsa del Vangelo in Europa parte così a Filippi, «la missione esce da un territorio delimitato, e trova spazi inediti». In particolare la religiosa ha ricordato che Lidia, «umile adoratrice di Dio e mercante di porpora, diventerà la prima credente in terra d’Europa».

In spagnolo il teologo Galli ha evidenziato come la grazia faccia sì «che l’evangelizzato diventi evangelizzatore e il discepolo si trasformi in missionario». Le Chiese antiche «trasmettono la fede e formano nuove Chiese che, crescendo, donano a partire dalla loro povertà e diventano Chiese sorelle». Molti immigranti, ha aggiunto, «diventano missionari spontanei e aiutano a rendere dinamica la fede». Portano «non solo le loro povertà necessità e peccati, ma anche le loro ricchezze, valori e virtù, soprattutto la loro fede, che può offrire un prezioso apporto evangelizzatore». In effetti, ha chiarito Galli, «l’operaio apostolico è l’evangelizzato evangelizzatore. Il primo bene che condivide è la sua persona perché l’amore è la donazione di sé».

La mattinata si è conclusa con tre testimonianze. La prima, in spagnolo, è stata di suor Liliana Franco Echeverri, dell’Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora, presidente della Confederazione latino-americana dei religiosi (Clar), secondo la quale è a Cristo che bisogna guardare quando si vuole inquadrare la missione delle donne nella Chiesa. Il Vangelo infatti «racconta la disponibilità di Gesù a vedere e sentire le donne, sollevarle, nobilitarle, inviarle». È quindi dall’«eco della sua Parola», e «dall'assimilazione del suo stile» che deve partire la «vera riforma». A tal proposito, la religiosa ha presentato storie di donne che incarnano questo stile. Come quella di Rosa, settantenne, che ogni pomeriggio esce a visitare i malati del quartiere, assicurandosi che abbiano cibo e una vita dignitosa. Alla sera «dopo aver pregato, va a letto, sentendo «che Dio attraverso di lei è autentico conforto per i più fragili».

La seconda testimonianza, sempre in spagnolo, è stata a due voci: quella di suor Xiskya Lucia Valladares Paguaga, delle religiose della Purezza di Maria Santissima, cofondatrice di IMisión e direttrice del Dipartimento di Comunicazione del “Centro de Enseñanza Superior Alberta Giménez” (Cesag - Universidad Pontificia Comillas), e del giovane laico José Manuel de Urquidi Gonzalez che hanno presentato il progetto “La Chiesa ti ascolta”, risultato della loro esperienza nel cosiddetto “Sinodo digitale”, portato avanti da una rete di missionari ed evangelizzatori con l’accompagnamento del Dicastero per la Comunicazione e della Segreteria generale del Sinodo. È, hanno detto, «un’espressione missionaria del Sinodo, perché si rivolge esclusivamente alle periferie». E ha portato frutti: il primo è che nella prima fase, nell’arco di due mesi e mezzo, 250 missionari hanno realizzato processi di ascolto in 115 Paesi, e in 7 lingue, coinvolgendo più di 150.000 persone di cui il 30% non credenti o lontane. Successivamente, nella seconda fase, 15 missionari digitali sono stati invitati alle diverse assemblee continentali per condividere il loro discernimento. Il secondo risultato è stato «la creazione della consapevolezza stessa della missione digitale». Ora «ci sono quasi 2.000 missionari digitali da tutto il mondo e il numero continua a crescere».

Infine il cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba, in Sud Sudan, in inglese ha affrontato il tema del ministero del vescovo nella prospettiva sinodale missionaria nella Chiesa locale. «Il vescovo — ha suggerito — dovrebbe essere coinvolto attivamente nella vita dei fedeli, a volte precedendoli, indicando la strada e mantenendo viva la loro speranza, altre volte semplicemente stando in mezzo a loro senza pretese e con misericordia». Inoltre, «dovrebbe incoraggiare e sviluppare gli strumenti di partecipazione e altre forme di dialogo pastorale». Per questo è auspicabile che il vescovo «sia consapevole del carattere missionario del suo ministero pastorale» e vigili affinché quest’ultimo sia improntato «ad uno spirito missionario capace di risvegliare e mantenere nei fedeli lo zelo per la diffusione del Vangelo» ha affermato ancora il cardinale africano.