· Città del Vaticano ·

La XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi
Il relatore generale presenta la sezione B2 dell’«Instrumentum laboris»

Corresponsabilità
nella missione

 Corresponsabilità nella missione  QUO-236
13 ottobre 2023

Si è svolta stamattina, venerdì 13 ottobre, nell’Aula Paolo vi , alla presenza di Papa Francesco e di 344 partecipanti, l’ottava congregazione generale della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Presidente delegato di turno è stata suor Maria de los Dolores Palencia Gómez, religiosa messicana della “Congregación de las Hermanas de San José”. Durante i lavori è stata presa in esame la sezione b 2 dell’«Instrumentum laboris», dedicata al tema «Corresponsabili nella missione. Come condividere doni e compiti a servizio del Vangelo?». A presentarla è stato il cardinale relatore generale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg. Del suo testo pronunciato in inglese pubblichiamo una nostra traduzione italiana.

Buongiorno a tutti e bentornati nella nostra Aula, pronti a ricominciare a camminare insieme. È uno strano cammino il nostro, che ci obbliga a rimanere tutto il giorno seduti. Eppure, se guardiamo indietro, se ripensiamo al giorno in cui ci siamo incontrati alla Veglia ecumenica — non sono passate nemmeno due settimane! — credo che tutti siamo d’accordo che abbiamo camminato insieme, e che abbiamo fatto molta strada.

Fisicamente abbiamo camminato insieme ieri, in occasione del nostro pellegrinaggio, che ci ha permesso di entrare in contatto più da vicino con i cristiani della comunità primitiva e soprattutto con i martiri, che hanno dato la vita perché noi ricevessimo la fede. Questa fede nell’unico Signore ci unisce a loro, facciamo parte della stessa Chiesa, e condividiamo la stessa missione: annunciare al mondo la Buona Novella del Vangelo, l’amore e la misericordia di Dio per l’intera umanità e per tutto il creato. I martiri e i credenti che ci hanno preceduti sono con noi quando celebriamo l’Eucarestia, come abbiamo fatto in Basilica. La loro preghiera ci sostiene e possiamo sentirli camminare insieme con noi: il Sinodo coinvolge tutta la Chiesa, che comprende i credenti in Cristo di ogni luogo e di ogni tempo. Essendo la Chiesa il Popolo di Dio che peregrina attraverso i secoli, ha bisogno della manna nel deserto, proprio come il popolo di Israele. Ma noi abbiamo qualcosa di meglio della manna: siamo inseriti nella comunione con nostro Signore Gesù Cristo crocefisso e risorto.

In unione con tutta la Chiesa iniziamo ora il lavoro previsto per i prossimi giorni, il nostro terzo Modulo, dedicato alla Sezione b2 dell’Instrumentum laboris. Come abbiamo già imparato, ogni Sezione, e quindi ogni Modulo, ha un titolo, accompagnato da una domanda, che ci indica su cosa focalizzare la nostra attenzione per evitare di smarrirci. Il titolo e la domanda che ci guideranno nei prossimi giorni sono: «Corresponsabili nella missione. Come condividere doni e compiti a servizio del Vangelo?».

Il nostro tema è dunque la missione. A tutti i livelli del processo sinodale è stato ribadito molto chiaramente che «una Chiesa sinodale è una Chiesa inviata in missione». Il mandato del Signore agli Apostoli si estende a tutti i membri della nostra Chiesa apostolica.

Non è la prima volta che nel nostro cammino incontriamo il tema della missione. Anzi, è emerso continuamente nei lavori del secondo Modulo: la comunione non è chiusa in se stessa, ma spinta verso la missione; al tempo stesso, lo scopo della missione è proprio quello di estendere il raggio della comunione, consentendo a un numero crescente di persone di incontrare il Signore e accogliere la sua chiamata a far parte del suo Popolo.

Dal lavoro dei giorni scorsi possiamo trarre un esempio per evidenziare la prospettiva a partire dalla quale rifletteremo sulla missione. Vari interventi nei giorni scorsi hanno parlato del “continente digitale”. Molti di noi vedono internet solo come uno strumento di evangelizzazione. Ma è più di questo. Trasforma il nostro modo di vivere, di percepire la realtà, di vivere le relazioni. Così diventa un nuovo territorio di missione.

Proprio come Francesco Saverio partì alla volta di nuove terre, siamo disponibili e preparati a navigare verso questo nuovo continente? La maggior parte di noi non può essere guida in questi nuovi contesti della missione… abbiamo bisogno di essere guidati da coloro che abitano il continente digitale. Noi vescovi, nella maggior parte dei casi, non siamo i pionieri di questa missione, bensì coloro che stanno imparando lungo il cammino aperto dai membri più giovani del Popolo di Dio. Più tardi sentiremo di più su questo argomento. In ogni caso, questo esempio ci aiuta a capire perché il titolo che affrontiamo parla di corresponsabilità nella missione: tutti i battezzati sono chiamati e hanno diritto a partecipare alla missione della Chiesa, tutti hanno un contributo insostituibile da dare. Quanto vale per il continente digitale, vale anche per altri aspetti della missione della Chiesa.

È questo l’orizzonte nel quale si collocano le cinque Schede di lavoro relative alla Sezione b2 . Ogni gruppo ne affronterà una sola, affidandosi al lavoro di altri Circoli Minori sulle altre schede, di cui condivideremo i frutti in plenaria. La prima Scheda tratta della necessità di approfondire il significato e il contenuto della missione, che nella nostra Chiesa vengono veicolati attraverso una pluralità di linguaggi e immagini. Per di più è la diversità che siamo chiamati a ricevere come dono che ci arricchisce. La missione della Chiesa è proclamare il Vangelo, a partire dal kerygma. Questa missione non riguarda solo le nostre labbra, ma deve coinvolgere le molteplici dimensioni della nostra vita quotidiana. Appartengono alla missione della Chiesa l’impegno per l’ecologia integrale, la lotta per la giustizia e la pace, l’opzione preferenziale per i poveri e le periferie, la disponibilità a essere aperti all’incontro con tutti.

La seconda Scheda s’incentra sulla ministerialità nella Chiesa. Anche su questo ascolteremo qualche testimonianza. Voglio soffermarmi un po’ di più sulle altre tre Schede, perché un’Assemblea come la nostra deve fare particolare attenzione nel trattarle. Come membri del Popolo di Dio, tutti i temi dell’Instrumentum laboris ci riguardano da vicino e ci toccano. Ma questi tre lo fanno in un modo particolare. Infatti, rispetto a queste tre tematiche, ciascuno di noi è portatore di un punto di vista che è essenziale, ma per affrontarle in modo efficace siamo chiamati anche a renderci conto della nostra parzialità. Il modo migliore per capire che cosa intendo dire è esaminare le tre Schede.

In gran parte qui siamo uomini. Ma uomini e donne ricevono lo stesso Battesimo e lo stesso Spirito. Il Battesimo delle donne non è inferiore a quello degli uomini. Come possiamo assicurare che le donne si sentano parte integrante di questa Chiesa missionaria? Noi uomini percepiamo la diversità e la ricchezza dei carismi di cui lo Spirito Santo ha fatto dono alle donne? O il modo in cui ci comportiamo dipende spesso dall’educazione che abbiamo ricevuto, dal background familiare in cui siamo cresciuti, o dai pregiudizi e dagli stereotipi della nostra cultura? Ci sentiamo arricchiti o minacciati quando condividiamo la missione comune e quando le donne sono corresponsabili nella missione della Chiesa, in virtù della grazia del nostro comune Battessimo?

Oltre a essere uomini, in larga parte siamo anche ministri ordinati. Nel Popolo di Dio ci sono anche altre componenti, altri carismi, altre vocazioni e altri ministeri. Che relazione c’è tra ministero ordinato e ministeri battesimali? Conosciamo tutti l’immagine del corpo proposta da san Paolo. Siamo pronti ad accettare che tutte le membra del corpo sono importanti? Siamo pronti ad accettare che Cristo è il capo del corpo, e che il corpo può funzionare solo se ogni membro è in relazione con il capo e con le altre membra? Il corpo della nostra Chiesa riesce ad agire in armonia o le sue membra si contorcono in tutte le direzioni.

L’ultima Scheda riguarda i Vescovi, il cui ministero per volontà del Signore struttura la comunione della Chiesa. Come dovrebbe essere rinnovato e promosso così da essere esercitato in modo appropriato a una Chiesa sinodale? In gran parte qui siamo vescovi. Questa domanda non può non interpellarci in modo particolare, perché la risposta avrà un impatto diretto sulla nostra vita quotidiana, sul modo in cui gestiamo il nostro tempo, sulle priorità della nostra agenda, sulle aspettative del Popolo di Dio nei nostri confronti e sul modo in cui noi concepiamo la nostra missione.

Dobbiamo essere ben consapevoli del grado e dell’intensità del nostro coinvolgimento. E quando siamo tanto coinvolti in una questione o realtà particolare, abbiamo ancora più bisogno del coraggio di fare un passo indietro per metterci autenticamente in ascolto degli altri, fare spazio dentro di noi per la loro parola e chiederci che cosa lo Spirito ci suggerisce attraverso di loro. Questo vale per il modo in cui ascoltiamo coloro che non sono vescovi, e che quindi sono portatori di un diverso punto di vista, ma anche per come ascoltiamo gli altri vescovi, perché in fondo ciascuno ha il proprio modo di essere vescovo. Condividere la nostra esperienza dell’episcopato e di come questo è cambiato nel tempo, può essere di grande aiuto.

Fare spazio alle parole altrui è un punto focale che non dobbiamo perdere di vista in questi giorni, via via che il metodo della conversazione nello Spirito diventa più familiare per noi. I facilitatori segnalano che in generale i circoli minori hanno più difficoltà durante la seconda fase. È esattamente il momento in cui ciascuno è chiamato a mettere da parte il proprio punto di vista, il proprio pensiero, per fare attenzione agli echi che l’ascolto degli altri suscita dentro di lui o di lei. Non è un prolungamento della prima fase, ma l’occasione per aprirsi a qualcosa a cui forse non abbiamo mai pensato in quel modo. È questo il dono che lo Spirito ha in serbo per ciascuno di noi. La stessa attenzione all’ascolto deve poi proseguire durante le Congregazioni Generali: come ci è stato spesso ricordato nei giorni scorsi, gli interventi liberi dovrebbero esprimere gli echi delle intuizioni condivise dai circoli poco prima. Per questo sarà importante che le relazioni dei circoli minori e gli interventi dei relatori presentino sempre più i punti di convergenza e di divergenza, ma soprattutto gli interrogativi da approfondire e le proposte di passi concreti da compiere durante il prossimo anno.

Come avete visto, in questo Modulo affrontiamo alcuni punti chiave del nostro Sinodo. Non diamo risposte affrettate che non tengono conto di tutti gli aspetti di queste domande difficili. Tra noi ci sono teologi che possiamo consultare, e abbiamo tempo per pregare e approfondire le domande che emergono ora per giungere a una conclusione nella seconda sessione di ottobre 2024.

Ringrazio il Signore per ciascuno di noi, per le nostre esperienze personali, per il ministero che esercitiamo, perché camminiamo con Cristo nel nostro tempo. Ringrazio anche chi ci aiuta a continuare questa riflessione: madre Ignazia Angelini con i suoi spunti biblici, il professor Carlos Galli con gli spunti teologici, e quanti dopo di loro ci offriranno le proprie testimonianze. Ci aiutano ad approfondire i temi e gli interrogativi e soprattutto a inquadrarli. Alla luce di quanto ascolteremo in questa sessione introduttiva, ciascuno potrà rivedere l’intervento che aveva preparato per la prima sessione dei circoli minori questo pomeriggio.

Auguro a ciascuno di noi e a noi tutti come Assemblea un tempo di ascolto fecondo dello Spirito.