Ci sono luoghi che trattengono le nostre emozioni. Crediamo di saperle distinguere: gioia, dolore, nostalgia, sorpresa. Non è così. O meglio: lo è per quelle semplici, che riguardano gli altri o ci riguardano poco. Ma quante volte torniamo in luoghi che sanno darci un… «non so che»? Quei luoghi sono spugne di emozioni contrastanti e non facilmente descrivibili. E quante volte prendiamo in mano un libro o apriamo un armadio, e questi gesti ci spalancano un mondo di ricordi? E quante volte incrociamo lo sguardo di una persona amica o sconosciuta, persino di un possibile amore che ci restituisce percezioni improvvise né chiare né distinte? Le persone e le cose che davvero ci riguardano trattengono le emozioni. Sentiamo gomitoli soffici, grumi duri, desideri che si mescolano alla memoria e all’immaginazione. Ma bisogna lasciare che passi il tempo perché queste emozioni si rilascino nell’atmosfera nella quale viviamo, cioè la nostra vita, che è uno spazio emozionale.
di Antonio Spadaro