
10 ottobre 2023
Era il riso sardonico di Vladimir Nabokov a intimorire i critici che si accingevano a recensire le sue opere. Chiuso nel suo patrizio e sdegnoso isolamento, lo scrittore russo naturalizzato statunitense era così sicuro di sé, del suo talento e del valore dei suoi libri che non leggeva mai i giudizi espressi su di lui: accondiscendeva, nella più generosa delle ipotesi, a farseli leggere. Usava dire: «La cosa che più mi piace di me stesso è che non mi sono mai lasciato condizionare dalla scemenza e dalla virulenza di un critico». Il collega canadese Saul Bellow lo definì «lo scrittore più scostante del ventesimo secolo». Ma c’è chi sfidò quel riso sardonico, capace di segnare un solco netto fra Nabokov e la repubblica delle lettere. Lo scrittore ...
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