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La XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo

Sinodo: il briefing quotidiano in Sala stampa

 Sinodo: il briefing quotidiano in Sala stampa  QUO-230
06 ottobre 2023

I lavori dell’Assemblea sinodale sono entrati nel vivo in un clima di fraternità, accoglienza, ascolto. Stamani, tra le 9 e le 12.30, si è svolta la seconda congregazione generale — 351 i partecipanti, presente il Papa — con gli interventi dei rappresentanti di 18 circoli minori (che sono in totale 35) e 22 interventi liberi: ciascuno della durata dei tre minuti, intervallati da pause di silenzio e preghiera. Nel pomeriggio, a partire dalle 16 e fino alle 19.15, si svolge la terza congregazione generale con la stessa modalità. Per domattina, sabato 7 ottobre, è prevista la terza sessione dei circoli minori con la finalizzazione dei resoconti per la consegna dei testi alla Segreteria generale. Quindi i lavori riprenderanno lunedì mattina alle 10 — dopo la celebrazione della messa alle 8.45, all’altare della cattedra della basilica di San Pietro — con la quarta congregazione generale.

È questo il quadro del Sinodo delineato da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione dell’Assemblea, nel briefing con i giornalisti che ha avuto inizio alle 14.15 di venerdì 6 ottobre, nella Sala stampa della Santa Sede. Tra i temi più ricorrenti affrontati nei circoli minori — che hanno presentato stamani in Aula Paolo vi i resoconti — e nei successivi interventi liberi, il prefetto ha indicato anzitutto la formazione, a partire da quelle nei seminari. I seminaristi sono pochi ed è opportuna una migliore organizzazione, senza formalismi e senza andare indietro in involuzioni ideologiche. Ma più attenzione alla formazione è stata sollecitata anche per i sacerdoti, i laici, i catechisti, per la Chiesa tutta. Si è parlato, poi, del ruolo dei laici e delle donne, della celebrazione dell’Eucaristia, della liturgia, dell’importanza della domenica, della preghiera e di stare con i poveri, della questione dei migranti. Con il filo conduttore di «una Chiesa accogliente per tutti».

Sheila Peres, segretaria della Commissione per l’informazione, ha descritto l’atmosfera di condivisione nel confronto. «C’è anche qualche momento di tensione ma è la gioia a prevalere» ha detto.

Riportando poi alcuni passaggi degli interventi, Ruffini ha fatto presente la centralità di Cristo — «la carne di Cisto sofferente» è stato affermato — in ogni riflessione. Di qui «l’importanza di spogliarci di tutto ciò che non assomiglia a Cristo, come Chiesa e come credenti».

Nella preghiera «matura la radicalità del Vangelo», è stato ricordato, nella certezza che la «sinodalità nasce dal battesimo» e che è opportuno «insistere nei processi formativi».

Non è mancata una riflessione sulla tentazione della «paura rispetto al dialogo con l’altro, come se il dialogo potesse mettere in crisi l’identità quando è invece occasione di incontro».

La figura del «pastore che entra e esce dal recinto» è stata riproposta come modello dell’esperienza sinodale, mettendo in guardia anche dalla criticità del rischio di un accaparramento del potere. Lo stile della sinodalità, del resto, non cancella affatto la figura e la paternità del pastore. I pastori — è stato detto poi negli interventi liberi — sono «padri e madri insieme per arrivare al cuore del mondo». Anche nella questione dell’accoglienza e dell’accompagnamento dei migranti è tornata la figura del pastore, del vescovo, che deve avere un ruolo centrale.

Ruffini ha spiegato che negli interventi dei circoli minori si è insistito molto «sulla Chiesa come famiglia e sul ruolo delle famiglie nella Chiesa», perché «nella famiglia c’è sempre posto per tutti». Particolarmente significativo, poi, il pensiero rivolto a coloro che non hanno potuto prendere parte al Sinodo perché perseguitati: i partecipanti hanno ricordato il martirio di tanti cristiani oggi. E un applauso — nel tempo dedicato agli interventi liberi — ha rimarcato la vicinanza alle sofferenze del popolo ucraino in questo tempo di guerra. Si è aggiunto inoltre l’auspicio che Oriente e Occidente respirino insieme come «due polmoni», secondo la formula suggerita da san Giovanni Paolo ii.

È stata anche ricordata l’espressione di Benedetto xvi, rilanciata più volte da Papa Francesco, secondo cui la Chiesa cresce «per attrazione e non per proselitismo». A questo proposito si è parlato poi di una «revisione delle strutture della Chiesa». Con l’impegno, in particolare, a essere comunità accogliente e dunque a capire cosa va cambiato per poter aprire davvero le porte a tutti.

«Comunione è una parola più facile da capire e spiegare rispetto alla parola sinodalità» è stato rilevato. E l’immagine eloquente del Crocifisso di San Damiano (al centro della veglia di sabato e collocato nell’atrio dell’Aula Paolo vi) ripropone di continuo a ciascuno — «adsum, sono al servizio» — la missione di «riparare la Chiesa». Un compito che comporta lo sforzo di purificare la Chiesa da abitudini non conformi al Vangelo. E qui ecco la questione del «clericalismo che rende difficile la sinodalità».

Il popolo attende comunque una «Chiesa samaritana», attende sacerdoti pronti a svegliare e a risvegliare il sacerdozio battesimale». Una comunità ecclesiale, insomma, «non solo per i perfetti, ma che ama tutti i suoi figli, e comunque li ama, specialmente quelli ai margini».

Negli interventi liberi, ha reso noto Ruffini, si è parlato in particolare di comunicazione riguardo ai giovani, con il richiamo alla necessità che la Chiesa sia presente in questo contesto. La questione è riconoscere che «Cristo è il cammino» e che occorre «tornare all’essenziale», essere «in uscita». Proprio una «mistica della sinodalità» può divenire metodo e «risposta della Chiesa» alle questioni del mondo, ossia «modo cristiano di prendere decisioni cristiane».

Ruffini ha anche raccontato che stamani in Aula sono stati presentati gli auguri a suor Letizia Salazar per il suo compleanno e all’arcivescovo maltese Charles Jude Scicluna per l’undicesimo anniversario della sua nomina episcopale. Infine, il prefetto ha annunciato che, nel pomeriggio, verrà consegnato ai partecipanti al Sinodo, e anche ai giornalisti, il libro Santi, non mondani. La grazia di Dio ci salva dalla corruzione interiore (Libreria Editrice Vaticana, in libreria da oggi). Del libro pubblichiamo in questa pagina l’introduzione di Papa Francesco.

La seconda parte del briefing, scandita dalle domande dei giornalisti, ha offerto a Ruffini l’occasione per ritornare su alcuni punti emersi nel corso dei lavori assembleari. In particolare il prefetto ha ribadito l’importanza del discernimento personale da parte dei sinodali e, riguardo all’accresciuta presenza femminile, ne ha evidenziato il significato, sottolineando che durante la riflessione è stato dato spazio a temi come l’accoglienza, la maternità, il ruolo delle donne nella Chiesa. Infine, ritornando sulla centralità dello Spirito Santo nel contesto dell’esperienza sinodale, il prefetto ha ribadito che l’assemblea rappresenta il popolo di Dio in cammino riunito per pregare, conversare insieme e discernere con un atteggiamento di fede e di fiducia nell’aiuto dello Spirito.