· Città del Vaticano ·

Le dichiarazioni dell’arcivescovo Caccia all’Onu

Il terrorismo è un affronto alla dignità dell’essere umano

epaselect epa10889840 Local residents gather at the scene of a suicide bomb blast in Mastung, ...
05 ottobre 2023

Il terrorismo merita una condanna «inequivocabile», poiché è «un affronto alla dignità di ogni essere umano». È quanto sottolineato dall’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nella dichiarazione resa ieri a New York sul tema delle «Misure per eliminare il terrorismo internazionale», nell’ambito della settantottesima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu. «Qualsiasi risposta al terrorismo deve essere collettiva e concertata», ha evidenziato, sottolineando come la cooperazione — anche giudiziaria — vada «rafforzata a livello internazionale, regionale e subregionale».

L’arcivescovo Caccia ha voluto poi ricordare come il terrorismo non possa e non debba «essere associato a una particolare religione, nazionalità o etnia», sebbene alcuni estremisti sfruttino l’identità religiosa «per dividere le società e incoraggiare la radicalizzazione dei diseredati». Occorre, dunque, raddoppiare gli sforzi per «riscoprire la nostra comune umanità» come base di quella fratellanza umana più volte richiamata dal Papa.

In un altro intervento, in merito al dibattitto all’Onu dedicato alla «Promozione delle donne», il presule ha voluto soffermarsi sui dati internazionali che rivelano come donne e ragazze rappresentino circa il 60% delle vittime di tratta. A gravare, sono la povertà, la mancanza di istruzione e l’instabilità familiare: a dover essere affrontate — ha messo in luce — sono «le cause che rendono la tratta così facile e redditizia», lavorando per identificare le vittime e perseguire i trafficanti.

L’intervento dell’osservatore permanente si è poi concentrato sulla «valorizzazione» dei doni e delle «capacità uniche delle donne», compresa la maternità: troppo spesso tale capacità viene vista come un peso. È evidente, ha osservato, nella ristretta attenzione a rendere più sicuro il parto. Come pure nella promozione dell’aborto, «che pone fine alla vita dei bambini non ancora nati, quando in realtà il loro uguale diritto alla vita dovrebbe essere rispettato». Inoltre, la pratica della selezione prenatale del sesso, che ha portato alla «scomparsa» di milioni di bambine, è un «affronto» alla dignità delle donne, che «deve finire». Trasformare poi la capacità di gravidanza «in una questione commerciale», come nella donazione di ovuli o nella maternità surrogata, ha proseguito monsignor Caccia, «svilisce» le donne. Un vero progresso, ha rimarcato, può essere raggiunto solo se le donne «sono amate e rispettate in tutto il loro essere».

In altre due dichiarazioni, l’osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite ha posto nuovamente l’accento sull’urgenza di affrontare in modo adeguato le esigenze dei Paesi meno sviluppati e in via di sviluppo, in particolare i piccoli Stati insulari e quelli senza sbocco sul mare, come pure di promuovere un nuovo modello che abbia al centro la persona umana.