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Arcivescovo emerito di Ranchi, primo tribale indiano a far parte del Collegio cardinalizio

È morto il cardinale
Telesphore Placidus Toppo

 È morto il cardinale  QUO-229
05 ottobre 2023

Il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo emerito di Ranchi, in India, è morto alle 15.45 di mercoledì 4 ottobre al Constant Lievenz Hospital & Research Center, centro di cura dell’arcidiocesi, dove era stato ricoverato in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute. Era «costretto a letto da tempo», ha reso noto il vescovo ausiliare di Ranchi, monsignor Theodore Mascarenhas, che, in una nota, ha espresso l’affetto e la gratitudine dei cattolici dell’arcidiocesi «per l’immenso contributo» del porporato «allo sviluppo della Chiesa di Chotanagpur», con riferimento all’area di missione che copre gli Stati di Bihar e Jharkhand. Telesphore Placidus Toppo era nato il 15 ottobre 1939 a Chainpur, in diocesi di Gumla. Divenuto sacerdote il 3 maggio 1969, era stato nominato vescovo di Dumka l’8 giugno 1978 e il successivo 7 ottobre aveva ricevuto l’ordinazione episcopale. L’8 novembre 1984 era stato nominato arcivescovo coadiutore di Ranchi e il 7 agosto 1985 era succeduto per coadiuzione. Nel Concistoro del 21 ottobre 2003 Giovanni Paolo ii lo aveva creato e pubblicato cardinale del titolo del Sacro Cuore di Gesù agonizzante a Vitinia. Il 24 giugno 2018 aveva rinunciato al governo pastorale dell’arcidiocesi di Ranchi.

Appartenente alla tribù Kurukh (Oraon), Telesphore Placidus Toppo è stato il primo cardinale aborigeno dell’India (Adivasi). Era nato a Jhargaon, un piccolo e remoto villaggio della parrocchia di Chainpur, nel distretto di Gumla, oggi diocesi nello Stato indiano del Jharkhand, all’epoca parte dell’arcidiocesi di Ranchi.

Era l’ottavo dei dieci figli di Ambrose Toppo e Sophia Xalxo: una famiglia povera, cristiana, che viveva di agricoltura. I nonni del futuro cardinale erano divenuti cattolici all’inizio del xx secolo.

Proprio in famiglia aveva imparato e respirato la fede cristiana che — ha scritto don Stephen Alathara, vice segretario generale della Conference of Catholic Bishops of India — ha dato al cardinale Toppo un profilo spirituale di grande spessore ecclesiale, con una particolare attenzione alle persone più fragili.

Aveva frequentato la scuola elementare nel suo villaggio natale per poi recarsi a Barwaynagar — un altro villaggio non lontano — per l’istruzione primaria superiore. Fin da piccolo aveva dovuto percorrere ogni giorno non meno di quattro chilometri a piedi per andare a scuola. Visto l’interesse e l’entusiasmo del ragazzo per lo studio, i suoi genitori avevano compiuto ogni sforzo per sostenerlo. Suo padre era morto quando Telesphore era ancora piccolo e sua madre, per sostenere le spese scolastiche, aveva lavorato scavando pozzi.

Per la scuola secondaria aveva dovuto far riferimento al Lievens Barve Boy, a Chainpur, fino alla maturità. In questo particolare contesto di vita, l’incontro con alcuni padri gesuiti missionari belgi era stato decisivo per la sua scelta di divenire sacerdote. Ispirato proprio dallo stile di vita di quei missionari che avevano lasciato le loro case per testimoniare il Vangelo, era entrato nel Seminario di Sant’Alberto. Si era laureato con lode al St. Xavier’s College di Ranchi. Aveva poi conseguito un master in storia all’università di Ranchi. In seguito aveva proseguito gli studi filosofici al St. Albert’s College, sempre a Ranchi. Per gli studi teologici era stato inviato alla Pontificia Università Urbaniana.

Nel 1969 era stato ordinato sacerdote da monsignor Franz von Streng, vescovo emerito di Basilea, ad Himmelried, in Svizzera.

Tornato in India aveva ricevuto come primo incarico l’insegnamento alla St. Joseph’s High School a Torpa, divenendo preside ad interim della scuola. Nel 1976 aveva fondato e diretto il Centro vocazionale Lievens a Torpa, una scuola apostolica per i candidati al sacerdozio. In seguito era stato nominato segretario di monsignor Pius Kerketta, gesuita, arcivescovo di Ranchi e rettore del seminario minore.

Nel 1978 era stato nominato vescovo di Dumka. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale sempre dall’arcivescovo Kerketta. Co-consacranti monsignor Leo Tigga, vescovo di Raiganj, e monsignor Joseph Robert Rodericks, vescovo di Jamshedpur. “Parare Viam Domini” — “Preparate la via del Signore” il motto scelto.

Nel 1984 era stato nominato arcivescovo coadiutore di Ranchi. E l’anno dopo era appunto succeduto per coadiuzione all’arcivescovo Kerketta. Aveva preso possesso dell’arcidiocesi il 25 agosto. Ranchi è la capitale dello Stato di Jharkhand. Il Bihar è stato separato in due per creare il Jharkhand, così come previsto dal Bihar Reorganisation Act, legge approvata dal Parlamento indiano nel 2000.

Nel 1985, appena iniziato il suo servizio a Ranchi, aveva presieduto la celebrazione per commemorare il 100º anniversario dell’arrivo di Constant Lievens (1856-1893), detto l’«apostolo di Chota Nagpur», sacerdote gesuita belga che per primo aveva evangelizzato i popoli aborigeni dell’India centrale. E poi nel 1993 aveva accolto il ritorno delle spoglie del missionario. La testimonianza di padre Lievens è stata un costante riferimento nella sua missione e ne aveva sostenuto anche la causa di canonizzazione.

Il 3 febbraio 1986 aveva accolto Giovanni Paolo ii nel suo primo viaggio apostolico in India durante la tappa a Ranchi, dove il Papa aveva presieduto una messa per i lavoratori. Il 29 giugno successivo, solennità dei Santi Pietro e Paolo, aveva ricevuto il pallio come metropolita.

Particolarmente legato all’esperienza di santa Teresa di Calcutta, l’aveva accolta a Ranchi instaurando un profondo legame spirituale con la congregazione delle Missionarie della carità.

Era stato presidente della Conference of Catholic Bishops of India per due mandati (2001-2004 e 2011-2013) e vice presidente tra il 1998 e il 2002. Era stato presidente della Catholic Bishops’Conference of India (2004-2008).

Nell’ambito della Federazione delle Conferenze dei vescovi dell’Asia era stato membro del Comitato centrale e presidente dell’Ufficio per la pace e l’armonia.

Nel 2003 Giovanni Paolo ii lo aveva creato e pubblicato cardinale del titolo del Sacro Cuore di Gesù agonizzante a Vitinia.

Presidente delegato, nell’ottobre del 2005, all’undicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su «L’Eucaristia: Fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa», aveva partecipato, in particolare, alle Assemblee generali sinodali del 1990 («La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali»), del 2001 («Il vescovo: servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo»), del 2005 («L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa») e alle Assemblee speciali per l’Asia (1998) e per l’Europa (1999).

Aveva partecipato al conclave che nel 2005 ha eletto Papa Benedetto xvi e al conclave che nel 2013 ha eletto Papa Francesco. Quest’ultimo lo aveva nominato suo inviato speciale all’undicesima Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia, svoltasi dal 28 novembre al 4 dicembre 2016 a Colombo, nello Sri Lanka. Nel 2018 aveva rinunciato al governo pastorale dell’arcidiocesi di Ranchi.

In particolare, nel 2002 aveva ricevuto il “Jharkhand Ratan Award” per essersi distinto nel lavoro ecclesiale e sociale svolto nello Jharkhand. Come arcivescovo di Ranchi e nell’ambito delle diverse strutture dell’episcopato indiano, aveva animato il Forum dei vescovi e dei superiori maggiori dello Jharkhand, aveva ordinato numerosi presuli, molti dei quali Adivasi, e aveva presieduto alla presa di possesso del primo arcivescovo di Patna. Con un’attenzione alla pastorale della carità nei campi della sanità, dell’istruzione e dell’assistenza sociale indipendentemente dal credo religioso.

Nello Jharkhand era stato anche membro del Consiglio consultivo della Fondazione Margareta Weisser per i popoli tribali indigeni dell’Asia, dell’organo di gestione della società di servizi sociali indo-tedesca e di vari organismi locali. Era stato, inoltre, presidente della Società di credito cooperativo Chotangpur Catholic Mission Co-operative Credit Society, sostenitore di Sarva Dharma Milan Parishad di Ranchi e del Forum dei cittadini di Ranchi, e amministratore fiduciario del Jharkhand Antyodaya Public Charitable Trust.

Nell’ambito della Curia romana aveva fatto parte della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e del Pontificio Consiglio per la cultura, oltre che del Consiglio dei cardinali per lo studio degli affari organizzativi ed economici della Santa Sede. Era stato membro dei «vescovi amici del movimento dei Focolari».