· Città del Vaticano ·

Il patriarca Teophilos III esprime la volontà di unirsi agli sforzi di mediazione per il conflitto in Ucraina

Uniti per la pace

Catholic Patriarch of Jerusalem Pierbattista Pizzaballa and Greek Orthodox Patriach of Jerusalem ...
03 ottobre 2023

Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Theophilos iii , nei giorni scorsi a Roma per il Concistoro che ha visto fra l’altro la creazione a cardinale del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, ha con l’occasione avuto un incontro con Papa Francesco, il 29 settembre, dopo il quale ha rilasciato a «L’Osservatore Romano» questa intervista esclusiva.

La nomina di Pizzaballa, primo patriarca di Gerusalemme dei Latini a divenire cardinale, ha un significato importante per i cristiani di Terra Santa.

Siamo pieni di gioia per l’elevazione del nostro fratello patriarca Pizzaballa al sacro Collegio dei cardinali, e assicuriamo a lui il pieno supporto e le preghiere di tutti i capi delle Chiese della Terra Santa e di tutte le comunità cristiane. Il nostro fratello nell’episcopato Pierbattista ha servito per molti anni i cristiani della regione, prima come custode e poi come patriarca, e di questo gli siamo tutti molto grati. La sua elevazione a cardinale è un altro segno dell’importanza che Papa Francesco attribuisce alla Terra Santa e ai suoi tanti problemi.

Tra questi problemi, oltre all’annosa e sempre difficile situazione del conflitto israelo-palestinese, c’è ora anche l’aumento di manifestazioni ostili nei confronti dei cristiani.

Mentre la stragrande maggioranza degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani, riconosce la realtà multi-etnica, multi-culturale e multi-religiosa della nostra regione, negli ultimi anni abbiamo visto crescere in Israele la presenza di gruppi radicali che lavorano sistematicamente per incrinare lo status quo, minando la nostra vita comune. Registriamo purtroppo sempre più frequentemente vandalismi e dissacrazioni dei nostri luoghi santi, e tentativi di acquisizione di nostre proprietà in luoghi strategici. C’è a vari livelli una costante minaccia alla presenza dei cristiani nella terra dove pure essi sono nati.

In che modo lei e il patriarca Pizzaballa lavorate insieme in questo difficile contesto?

Il mio fratello patriarca Pizzaballa continua a essere una voce forte e autorevole di ammonizione e orientamento in questa difficile situazione, ed è riuscito negli anni a costruire un clima di fiducia e di effettiva cooperazione tra le nostre rispettive fraternità, che ci consente oggi di parlare e agire con una sola voce. Questa unione di intenti ci permette di estendere un clima di collaborazione anche con la custodia hashemita dei luoghi sacri di Al-Quds (Gerusalemme) e stringere il vincolo di unità con le tredici denominazioni presenti in città. Vorrei aggiungere che questa nomina ha una grande importanza anche fuori della nostra terra perché ricorda a tutti i cristiani del mondo la rilevanza della spiritualità che le nostre comunità hanno manifestato alla sequela di Cristo fin dalla Pentecoste.

Questo spirito di unità che lei sempre evoca nel suo ministero è tuttavia spesso minacciato dalle controversie politiche e dai conflitti che pure passano attraverso il mondo cristiano.

Come Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme abbiamo sempre espresso preoccupazione e impegno per l’unità tanto dei cristiani in generale quanto delle Chiese ortodosse nel mondo. Come ricorda l’apostolo Paolo nella Lettera agli Efesini, Cristo è la nostra pace, nella sua carne ha fatto sì che due divenissero uno, rimuovendo il muro e le ostilità che ci dividevano. Il conflitto tra Russia e Ucraina e la minaccia di uno scisma nel corpo della nostra amata Chiesa ortodossa sono fatti che ci danno un grande dolore e che devono preoccupare non solo la nostra Chiesa ma tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà nel mondo. Per questo motivo ho voluto esprimere al Santo Padre la nostra volontà, come Patriarcato di Gerusalemme, di unirci agli sforzi di mediazione per una rapida conclusione del conflitto che oppone Russia e Ucraina. Il profilo della nostra Chiesa di Gerusalemme, sempre teso all’unità dei cristiani e dei popoli, può essere un utile strumento di riconciliazione e pacificazione che si affianca al generoso lavoro che sta svolgendo Papa Francesco attraverso la missione affidata al cardinale Matteo Maria Zuppi.

di Roberto Cetera