· Città del Vaticano ·

La lettera di Mimmo

“Viandare” per andare oltre

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30 settembre 2023

Ciao, cari amici dell’«Osservatore di Strada». Mi mancate e mi manca il giornale. Non ho smesso di scrivere e spero possiate ricevere questi miei appunti, che cercherò di spedire per posta o di mandare per WhatsApp, se qualcuno mi presta il telefonino.

È stato molto difficile ricominciare a viandare, perché a Roma e poi a Ostia, dove mi sono fermato una settimana, avevo una serie di comodità sulle quali mi ero adagiato (cibo facile, vestiti, doccia, ecc.). Impiego parecchi giorni per fare pochi chilometri, perché non sono più abituato: non dico solo fisicamente, ma anche interiormente. Ricominciare è difficile e questa cosa mi fa pensare a tutte quelle persone che ho conosciuto e che, per affrontare i problemi della vita, sceglievano strade che potevano sembrare vie d’uscita, ma poi si dimostravano soluzioni effimere, parziali, che creano spesso dipendenze. Non mi riferisco solo alla gente che vive per strada, ma anche a chi continua tutti i giorni a ripetere gli stessi riti, le stesse cose.

Dopo essere stato ad Ostia e a Latina, sono arrivato a Terracina, dove sono rimasto per una settimana. È stata dura arrivarci: 40 chilometri lungo la statale, sotto il sole e con lo zaino sulle spalle. È stato difficile pure trovare dell’acqua da bere. Mi sembrava di stare nel deserto e questo mi ha fatto capire come possa essersi sentito Gesù quaranta giorni e quaranta notti. A Terracina ho conosciuto molta gente disponibile, alla quale ho parlato del giornale. E anche persone violente e arrabbiate. Non mi è successo nulla, anche perché ho cercato di evitarle.

Sento di dover andare oltre, non per fuggire, ma per seguire il mio cuore e incontrare persone con le quali condividere la realtà di essere tutti fratelli nell’amore. In fin dei conti è questo il messaggio dell’«Osservatore di Strada» e per questo parlo sempre del nostro giornale.

Anche a Gaeta — una città strana, commerciale e storica allo stesso tempo — ho conosciuto molte persone. Alcune mi hanno chiesto se avessi paura: è normale averne — ho risposto —, ma se esiste qualcosa dentro di noi (qualcuno lo chiama Dio, ma non è importante il nome l’importante è sapere che esiste) ci aiuta a superarla, ognuno con i mezzi che ha.

Adesso mi trovo a Formia, una città sul mare con tanta storia. Ho visto tanti turisti e tanta freddezza. Alcuni facevano fatica anche a salutare, ma forse era solo una mia impressione, perché mi sentivo molto stanco e facevo fatica a dormire per il caldo, il male ai piedi e le mosche. Il mio obiettivo è ora quello di arrivare a Caserta, dove viveva la mia famiglia prima di trasferirsi al nord. Ma, forse, corro troppo. Ogni due giorni mi sposto e cammino per una decina di chilometri sotto il sole. Questo, però, mi dà modo di pensare, di guardare e, appena possibile, di interagire con gli altri e con il mondo.

Vi voglio bene.

Mimmo