· Città del Vaticano ·

Si può ricominciare

 Si può ricominciare  ODS-014
30 settembre 2023

Il dolore può far prendere due strade: la rabbia che nasce dal rifiuto o la dolcezza di chi decide di accoglierlo. Anna ha imboccato quest’ultima via, lo dimostrano le sue presine fatte a mano donate dopo una semplice chiacchierata e i messaggi nei quali ringrazia dell’ascolto e ti scrive che «sei un’amica».

La sua vita è fatta di impennate e cadute, di un lavoro prestigioso, perché Anna, che oggi ha 60 anni, era giornalista Rai, ma anche dei marciapiedi che diventano casa quando le porte della tv e della famiglia si chiudono. «Che titolo daresti alla tua vita?», «La mia vita — risponde subito con il piglio di chi il mestiere lo sa fare — è un fallimento dell’anima». La risposta è triste, la sua è davvero un’anima fragile, provata dalla disoccupazione, dal mobbing che l’ha messa a dura prova, dal vagabondare per le strade di Milano con le buste piene di vestiti dopo una lunga parentesi romana, ma anche dal ricovero in una comunità psichiatrica per sfuggire alla bruttura della povertà e da un tumore che non la molla.

Quello che però può sembrare un buco nero che ti risucchia diventa piano piano un raggio di luce. Anna infatti trova la forza, insieme al dottor Francesco Comelli, psicoanalista e psichiatra, di fondare a Milano un’associazione, “Basti-menti”, che si occupa di disagio mentale e che coinvolge circa 300 persone. Riscopre così la sua radice, il suo essere donna di cultura e capisce ancora di più che proprio la cultura, l’arte, la fotografia e la bellezza in genere sono le medicine per andare avanti.

Con determinazione chiede al comune di Milano una casa popolare e nel 2017 l’ottiene, non permette più a nessuno di metterle i piedi in testa, ritrova l’energia anche se questo coincide con la scoperta della sua malattia aggressiva. Oggi ha una signora che l’aiuta in casa e si prende cura di lei, ma ha anche qualcosa che urla dentro. «Voglio che la gente sappia che bisogna sempre lottare, mai arrendersi». Dette da lei sono parole che hanno un peso importante, perché la sua storia si intreccia con ferite profonde, con segni che si vedono. Colpisce invece questo messaggio in bottiglia che lancia insieme al ringraziamento per l’opera della Chiesa nei confronti dei poveri, di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che, insieme al pacco della Caritas, le ha donato «parole bellissime».

La storia di Anna rimanda a quanto detto da Papa Francesco nell’omelia della Messa per la vita consacrata (2 febbraio 2021) quando ha ricordato che la nostra speranza nasce dalla certezza che Dio non si stanca di noi. «Quando ci allontaniamo ci viene a cercare, quando cadiamo a terra ci rialza, quando ritorniamo a Lui dopo esserci perduti ci aspetta a braccia aperte. Il suo amore non si misura sulla bilancia dei nostri calcoli umani, ma ci infonde sempre il coraggio di ricominciare. Ci insegna la resilienza. Sempre, tutti i giorni».

Ecco, è lì il segreto della vita di Anna: il coraggio di ricominciare.

di Benedetta Capelli