· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

Vista da me,
teologa musulmana

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30 settembre 2023

Cosa vorrei dal Sinodo come teologa musulmana? Vorrei intanto vedere realizzate le parole del documento preparatorio: «Un interrogativo di fondo ci spinge e ci guida: come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?».

Vorrei poter ”camminare insieme” ai cristiani, sentirmi inclusa in quel popolo di Dio che già il documento Nostra aetate dei padri conciliari annunciava e che in modo rivoluzionario includeva i musulmani: «La chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso». E che su induismo, buddismo, e altre religioni, diceva: «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni».

Vorrei poter far parte di una comunione spirituale con i miei fratelli e sorelle di fede cattolica, con i quali condividiamo il fondamentale dogma del monoteismo e il senso profondo di servire il Signore.

Vorrei che siano messe in atto le belle parole del documento preparatorio: «riconoscere e apprezzare la ricchezza e varietà dei doni e dei carismi che lo Spirito elargisce in libertà, per il bene della comunità e in favore dell’intera famiglia umana...rigenerare le relazioni tra i membri delle comunità cristiane come pure tra le comunità e gli altri gruppi sociali, ad esempio comunità di credenti di altre confessioni e religioni».

Vorrei poter sperare che, come scritto in Nostra aetate, sapendo che Maria è venerata anche dai musulmani, Lei diventi madre spirituale per cristiani e musulmani, in modo più visibile, ad esempio celebrando il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, come festa internazionale. Vorrei che l’apparizione di Maria nel Corano, unica donna annunciata con il proprio nome, venga apprezzata anche dai cattolici, come un segno dei nostri tempi.

Vorrei che il sinodo aiuti i cristiani a apprezzare il riconoscimento di Gesù Cristo nel Corano, presentato come il Messaggero (rasul), il Benedetto dovunque sia (mubarak), il Purissimo (zakii), il vicino a Dio (muqarrab), il Verbo di Dio (kalimat Allah) , lo spirito di Dio (ruh) e l’unico nato dalla Vergine con l’intervento miracoloso dello Spirito santo (ibn Mariam).

Vorrei che il Sinodo metta in rilievo gli incontri storici, sapienziali e coraggiosi, come quello avvenuto tra Papa Francesco e imam Al Tayyeb, per il bene della comunità umana.

Vorrei che le tre parole di Papa Francesco Inquietudine, incompletezza e immaginazione, proposte a La Civiltà Cattolica, vengano considerate seriamente.

Concludo con il 103. capitolo del Corano, composto da tre soli versetti:

1. Per il Tempo!

2. In verità l’essere umano è perdente

3. Tranne coloro che credono e operano il bene e si consigliano reciprocamente la verità e si consigliano reciprocamente la pazienza

di Shahrzad Houshmand Zadeh