· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

L’incontro
Shizue Hirota, unica donna nella Commissione preparatoria

Parlare senza paura

 Parlare  senza paura  DCM-009
30 settembre 2023

«Una Chiesa sinodale è una Chiesa costruttrice di pace». Ne è convinta Suor Shizue Hirota, della Commissione preparatoria per l'Assemblea generale ordinaria dei Vescovi, inserita nella lista dei partecipanti al Sinodo tra gli Esperti e Facilitatori. Una pace da coltivare ad-intra e ad-extra. Perché, osserva la religiosa giapponese, una Chiesa sinodale è capace di «gestire le tensioni senza esserne schiacciata». E in tempi in cui emergono forti le preoccupazioni per i conflitti nel mondo, in particolare per quello in corso in Ucraina, le sue parole hanno un sapore necessario. Dichiarazioni che fanno leva peraltro su una personale sua attitudine che infonde anche nell'Iniziativa Cattolica per la Nonviolenza di Pax Christi International, di cui fa parte.

Dell’Instrumentum laboris, si sente molto interpellata sulla questione che riguarda come aiutare le Chiese locali a promuovere la cattolicità della Chiesa in un rapporto armonioso tra unità e diversità. Del resto, il concetto di armonia, a cui Papa Francesco mostra tanto di tenere, è oltremodo riconducibile al mondo orientale, tanto che «vivere il dialogo con le religioni è chiamato a essere il nostro stile di vita» afferma suor Hirota. Di fatto, è qualcosa che lei ha vissuto e continua a vivere in prima persona: nata in una famiglia scintoista, ha frequentato una scuola cattolica e il suo battesimo fu all’epoca un unicum nel quartiere in cui viveva, interamente buddista. La sfida, rimarca la suora, è come poter dire il Dio di Gesù attraverso le nostre relazioni interpersonali. «Ora che la Chiesa sta diventando sempre più multiculturale in Giappone e non solo, c'è una consistente richiesta di essere interculturali per promuovere la cattolicità» spiega.

Della significatività dell’approccio spirituale dell’estremo oriente, a marcare un orizzonte olistico e di interconnessione, è prova anche il fatto che, tra i presidenti delegati all’assemblea generale del sinodo siano due donne, tra cui proprio una giapponese. È suor Momoko Nishimura, che ha tradotto nella sua lingua la Fratelli tutti: ulteriore conferma di un’assise i cui lavori si intende sostenerli con l’apporto che giunge da chi, in un contesto di minoranza religiosa (in Asia i cattolici sono il 3,3% della popolazione), si adopera per creare ponti e dinamiche di dialogo a ogni livello: dall'esperienza del trascendente all'azione per la giustizia sociale ed ecologica.

Sono temi, questi ultimi, su cui il Consiglio cattolico per la giustizia e la pace della Conferenza episcopale del Giappone lavora molto collaborando con il Consiglio nazionale cristiano del Giappone, con diverse scuole buddiste come la Nihonzan Myohoji, la Rissho Koseikai, la Jodo-Shinshuu, la Nichiren-shu, precisa la religiosa. L’intento è formare «una rete proattiva incentrata su questioni concrete come la pace in Myanmar, Ucraina, Sudan, la promozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, l'abolizione delle centrali nucleari, il traffico di esseri umani, il cambiamento climatico». Questa è la Chiesa in cui opera suor Hirota, questo è il sogno in cui vorrebbe che la Chiesa universale perseverasse, con uno spirito costante di apertura e parresia.

«Il documento di lavoro per la fase continentale Allargate lo spazio della vostra tenda – ricorda - è stato una sorpresa rinfrescante e piena di speranza per molti di noi. Dobbiamo incoraggiare tutti a parlare con il cuore senza paura. L'atteggiamento di togliersi le scarpe, entrare nel mondo dell'altro e contemplare l'altro come immagine di Dio ci permette di creare una comunità di ricerca e di discernimento». Suor Shizue non nasconde inoltre di precisare che «alcuni membri della Chiesa gerarchica non sono contenti del processo sinodale avviato da Papa Francesco»: il timore, osserva, è che il sinodo intacchi le dottrine. Lasciare parlare lo Spirito, questo è il criterio guida, scandisce la suora, perché è Lui il protagonista.

L’importante è ascoltare e ascoltarsi, non solo con le orecchie. Emblematica l’immagine a cui suor Hirota ricorre per evidenziare una peculiarità tutta orientale che molto può essere utile per nutrire una certa pratica di fede in occidente e ritrovare concentrazione, rispetto, presenza nelle relazioni. Guardare al rito del tè giapponese: ogni gesto esprime la cura e l’impegno profuso «con tutto il cuore, l’anima e la mente di chi serve». Lo stesso accade per l’ospite, in un processo silenzioso e lento dove, attraverso la materia e il corpo si sperimenta lo spirituale. Si tratta di «sentire Dio incarnato in tutto ciò che esiste. Tutto respira Dio». Che sinodo sia.

di Antonella Palermo