· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

Testimonianze

Voci dai continenti,
protagoniste durante
le assemblee preparatorie

 Dai continenti  DCM-009
30 settembre 2023

Le donne sono state grandi protagoniste dei lavori per la preparazione del Sinodo, attivissime a porre questioni da discutere. Riportiamo qui le testimonianze di alcune di loro, da diversi continenti, alle quali abbiamo posto due domande:

1) Qual è stato il tema più importante che il contributo e la riflessione sulle e delle donne ha messo in luce a livello continentale?

2) Quali temi proposti sulle e dalle donne avrebbero meritato e meriterebbero in futuro maggiore apprezzamento a livello universale?

America Latina - Daniela Cannavina

Di nazionalità argentina, religiosa cappuccina di Madre Rubatto, opera a Bogotà in Colombia come Segretaria Generale della CLAR, la Confederazione latinoamericana dei religiosi e delle religiose. Ha lavorato per il Sinodo sull’Amazzonia e per la prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina. Al Sinodo è tra gli Esperti e Facilitatori.

Imperativo consentire alle donne di partecipare e d’inserirsi nelle sfere decisionali

Il cammino continentale in chiave sinodale dell’America Latina e dei Caraibi, attraverso l’ascolto promosso nei diversi scenari, ha portato le donne a riflettere e a discernere, mediante il metodo della conversione spirituale.

Tra i temi principali spicca il bisogno di valorizzare le donne e di tener conto del loro contributo alla vita ecclesiale, come pure di favorire un loro maggiore protagonismo e una loro maggiore assunzione di responsabilità. Tenendo conto che la presenza delle donne è maggioritaria nella Chiesa, è imperativo consentire loro di partecipare e d’inserirsi nelle sfere decisionali.

Pensando al futuro, urge rinnovare le strutture ecclesiali per far sì che le donne siano maggiormente valorizzate e vengano affidati loro ruoli guida, non solo nello svolgimento di attività concrete, ma anche nei processi di evangelizzazione e negli organismi ecclesiali, evidenziando così il loro ruolo di protagoniste nell’azione evangelizzatrice della Chiesa.

Occorre altresì approfondire il loro contributo nella riflessione teologica, nei consigli pastorali, nell’accompagnamento delle comunità e negli ambiti di elaborazione e di presa di decisioni.

Molte voci ritengono urgente l’istituzione del diaconato femminile, tenendo conto di quanto si vive in varie comunità.

Tutto ciò presuppone un processo di conversione all’interno della Chiesa che porti al superamento del clericalismo e del maschilismo, che mantengono le donne in una situazione d’inferiorità e d’invisibilità.

Medio Oriente - Sandra Chaoul

Giovane libanese, economista sociale di formazione, è Facilitatrice e Direttrice della Comunità di Accompagnamento presso il Discerning Leadership Program (a Roma), progetto dell'Associazione Internazionale dUniversità dei Gesuiti (Iaju) con l'Ufficio di Discernimento e Pianificazione Apostolica della Curia Generale, la Uisg e la usg. Al Sinodo tra gli Esperti e Facilitatori.

Tensioni sulla questione dell’ordinazione femminile, serve maggiore discernimento

Fin dall’inizio nell’incontro continentale, le donne hanno mostrato un’apertura al processo di ascolto, imprimendo un tono collaborativo all’assemblea e invitando a un maggiore senso di presenza. I loro contributi alla commissione liturgica hanno portato creatività, profondità spirituale e senso di bellezza. Sia religiose che laiche hanno manifestato nei loro piccoli gruppi naturale empatia per le questioni trattate. È stato commovente vederle impegnate in conversazioni a cuore aperto con sacerdoti e patriarchi. Nei loro interventi le donne hanno quasi sempre ribadito la loro interiorità, il ruolo della preghiera e l'invito alla Chiesa ad aprirsi di più allo Spirito Santo, per essere una Chiesa gioiosa, che ascolta e accompagna, che porta speranza in un contesto carico di sofferenza. Guardando indietro ad alcuni momenti critici del processo, sono state le donne ad affermare saggiamente che il cambiamento nella Chiesa non avverrà dall'oggi al domani e che la sinodalità non è una bacchetta magica. La loro capacità di “stare con” e fidarsi di ciò che sta avvenendo ha sostenuto lo sforzo di camminare insieme, soprattutto quando sono sorte tensioni o c'era un evidente impulso a superare alcuni argomenti delicati.

Un tema centrale che è emerso da parte delle donne, e che merita di essere approfondito in futuro, è stata l’importanza di una formazione integrale sulla sinodalità. Le partecipanti hanno anche espresso il bisogno di promuovere il discernimento spirituale a livello individuale e a livello collettivo, non semplicemente come un metodo, ma come un modo di essere. Hanno suggerito di offrire a tutti i livelli, per le persone consacrate e per quelle laiche, esperienze formative che non siano solo “informazionali” ma anche “trasformazionali”, cioè capaci di promuovere un cambiamento di mentalità e del cuore. Tale formazione aiuterà a sviluppare l’abilità critica della Chiesa di rivedere e rinnovare le sue pratiche e il modo in cui vengono assunti responsabilità e potere, alla luce dello Spirito.

La questione della vocazione e il ruolo delle donne nella Chiesa si sono fatti strada nelle conversazioni come una sottile corrente sotterranea. Mentre c’è stato consenso generale sull’importanza di riconoscere il ruolo delle donne nella vita della Chiesa e d’impegnarsi a promuovere un loro maggiore coinvolgimento nei ruoli di governo e nei processi decisionali, la questione dell’ordinazione delle donne ha suscitato tensioni nell’assemblea plenaria, rivelando il bisogno di un maggiore discernimento su che cosa la corresponsabilità e la partecipazione significano nei nostri diversi contesti.

Un altro tema ricorrente è stato il desiderio di autenticità e di maggiore fedeltà allo stile di vita del Vangelo. Quando sono stati presentati i resoconti delle varie Chiese in Medio Oriente, in diversi momenti nei piccoli gruppi è stato lanciato l’appello a mantenere una coraggiosa fedeltà alle voci del Popolo di Dio. I partecipanti, in maggioranza donne, hanno mostrato la loro volontà di salvaguardare l’integrità del lavoro delle consultazioni, gentilmente menzionando la tentazione di redigere bei resoconti sconnessi però dalla realtà. Molte voci hanno invitato l’autorità ecclesiale all’onestà e alla trasparenza riguardo al percorso compiuto come Chiesa e a come siamo chiamati alla conversione. Con le parole di una partecipante che racconta i risultati del suo piccolo gruppo: «Siamo una Chiesa umana incarnata in una realtà umana, una Chiesa che sopporta la sofferenza e la fragilità ma fissa costantemente lo sguardo su Cristo. È solo ritornando alle fonti che noi, come Chiesa, ci rinnoveremo e lasceremo fiorire la speranza».

La nostra esperienza vissuta mostra che camminare insieme non è sempre facile. È difficile e ci si sente vulnerabili quando si entra nel processo “con nulla per il viaggio”, nessuna agenda personale, nessuno bisogno di controllare il risultato, nessuno bisogno di difendere, proteggere o riformare. Eppure se c’è qualcosa che l’esperienza sinodale ci sta aiutando a vedere è che in mezzo alla tentazione di indurirsi, di cedere all’alterità, di disimpegnarsi o di mettere a tacere la nostra e l’altrui voce, stiamo anche riscoprendo la gioia di camminare insieme con il Signore. Stiamo imparando, lungo il cammino la gentilezza e il coraggio dello Spirito, e che cosa significa essere Chiesa.

Nord America - Barb Dowing

Canadese, prima donna nominata cancelliere della diocesi di Vancouver, attualmente assistente speciale dell'arcivescovo. Ha fatto parte del team di redazione nordamericano per la fase continentale del Sinodo.

Capire se c’è, e quanto è grande, la divisione tra uomini e donne è un tema da affrontare

Il tema più importante messo in luce a livello continentale, per lo meno in Nord America, è stato il bisogno di un’indagine, un dialogo e una ricerca della verità più approfonditi su tutte le questioni riguardanti le donne.

Dovevamo lavorare con quanto era già stato presentato, ma c’erano ancora tante cose che non erano state dette. La sfida era di prestare attenzione alle preoccupazioni delle donne e di dare loro la priorità sulla base di quanto era stato presentato già, e allo stesso tempo di portare avanti e dare credibilità al processo.

Ho percepito una grande divisione al momento di parlare dei contributi e delle riflessioni da parte delle donne durante il livello continentale. Alcuni ritenevano che le voci delle donne dovessero essere ascoltate con maggiore attenzione, specialmente nell’esaminare la questione dei ruoli guida, e che bisognava consentire l’accesso delle donne al diaconato e al sacerdozio. È stato inoltre ampiamente osservato che molte donne, e le loro problematiche, sono state valutate al pari delle minoranze, dei gruppi più sfavoriti, dei poveri e degli indigenti.

Quanto si sono sentite quelle voci? Erano molte o poche? Determinare se effettivamente c’è una divisione, e capire quanto sia grande, sarà un’importante tema da affrontare. I delegati dovranno ascoltare con attenzione lo Spirito Santo. Abbiamo ascoltato da donne di entrambe le estremità dello spettro lo stesso bisogno di un’attenzione e una considerazione specifiche. Il Sinodo dei vescovi ha di fronte una grande opportunità di affrontare tutti gli aspetti della presenza delle donne nella Chiesa per il bene di tutti e di esaminare tali questioni con coraggio e fede.

Il clericalismo viene spesso citato quando si affronta il tema della mancanza di progressi per le donne nei ruoli guida. Molto di ciò che non è stato detto è di fatto una realtà che si perpetua. Alcuni temono che una Chiesa dominata dagli uomini verrebbe così minacciata e lo status quo messo in discussione. Sebbene nella Chiesa si stiano facendo grandi passi avanti per le donne, nulla cambierà veramente finché gli uomini e le donne non si fideranno gli uni degli altri e lavoreranno insieme, mettendo a frutto le proprie competenze e carismi, e apprezzando davvero ognuno le doti dell’altro.

Si è anche posto l’accento sulla corresponsabilità e su come la sinodalità può favorirla. Se è vero che ci sono molti clerici che conoscono e hanno sperimentato la collaborazione tra donne e uomini, è altrettanto vero che ce ne sono migliaia che non sono interessati al tema. C’è ancora tanto lavoro da fare.

Africa - Ester Maria Lucas

Suora delle Figlie della carità di San Vincenzo del Mozambico, docente di teologia dogmatica presso il seminario maggiore di teologia di Maputo, Mozambico. Al Sinodo tra i Testimoni del processo sinodale dalle assemblee continentali.

Riflettere sul posto e sul ruolo di tutti gli emarginati nella e per la Chiesa

«La proposta di riflettere sul modo di vivere e di essere Chiesa risponde alla sete di contribuire alla crescita effettiva della Chiesa nella sua missione particolare di indicare Cristo al mondo. Finora, ossia fino alla fase attuale di esperienza del sinodo sulla sinodalità, sono stati molti i successi e gli aspetti positivi.

Intanto la sensibilizzazione sulla sinodalità legata alla missione comune dei battezzati, l’evangelizzazione.

Per i cristiani in Africa, l’immagine della Chiesa come Famiglia di Dio offre sussidi preziosi per pensare la sinodalità e la ministerialità. Una Chiesa sinodale è una Chiesa aperta e plurale, che spalanca le braccia per accogliere tutti coloro che lo desiderano, e anche quelli che si ostinano a restarne fuori, sia in modo deliberato sia a causa delle circostanze più diverse; la Chiesa resta sempre con le porte aperte. La missione di una Chiesa sinodale è indicare il Salvatore, indicare cammini e ricordare che l’accoglienza nel cuore di Dio e della comunità dei discepoli è preceduta dall’annuncio del Regno: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al Vangelo” (Marco 1, 15). Aprire la famiglia di Dio significa accogliere e dare spazio a quanti si sentono emarginati. Il dialogo con coloro che si sentono lontani dalla famiglia o da essa ignorati, è una necessità assoluta in una Chiesa sinodale. La questione per la quale tutti continuano a pregare e a lavorare è il modo in cui la Chiesa famiglia di Dio può e deve dimostrarsi uno spazio aperto a tutti e capace di accogliere senza giudicare. Come si può esprimere concretamente l’accoglienza verso tutte le situazioni di emarginazione sacramentale o di altro tipo? Quali cammini dobbiamo percorrere affinché chi si sente emarginato capisca che la Chiesa non lo rifiuta, anzi gli offre uno spazio di vita in modo pieno? Quella sinodalità che incoraggia la Chiesa a camminare insieme con tutti i credenti? E quali disposizioni locali abbiamo ignorato?

Tra gli elementi positivi, la crescente consapevolezza che la famiglia umana è una struttura importante nella promozione della Chiesa.

In società che devono affrontare le sfide della deturpazione del concetto di famiglia diventano urgenti una pastorale della famiglia e la cura della famiglia e di tutte le generazioni che la compongono. Una teologia della cura, applicata alla famiglia, può contribuire a sanare le molte ferite che il rapportarsi tra gli esseri umani può lasciare negli uni e negli altri. Una Chiesa sinodale si deve prendere cura dei rapporti umani per preservare lo spirito di impegno degli uni verso gli altri, proprio dello spirito sinodale, il che aiuterà tutti a vivere la propria fede con fiducia e gioia.

Altro tema di discussione importante il ruolo della donna in una Chiesa sinodale.

Riprendere il tema della donna nella Chiesa famiglia di Dio è un cammino indispensabile. In Africa la Chiesa ha un volto femminile, le comunità cristiane di base sono costituite in gran parte da donne e giovani. Perciò riflettere sul posto e sul ruolo della donna e di tutti gli emarginati nella e per la Chiesa è fondamentale in questa tappa di riflessione sinodale. Le riflessioni attuali indicano un cammino di riconoscimento reciproco, un iter comune perché tra i battezzati “non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Lettera di Paolo ai Galati 3, 28). La Chiesa sinodale è una Chiesa di servizi e di carismi riconosciuti al servizio di tutti. La Chiesa sinodale è chiamata a una articolazione sana di servizi e carismi tra i suoi figli e le sue figlie, posto che tutti possono servire, ognuno secondo il dono dello Spirito Santo.

La Chiesa sinodale è una Chiesa che si mette all’ascolto della Parola e dello Spirito, il che garantirà la fedeltà all’oggi di Dio e dell’umanità.

Concludo dicendo che l’aspettativa nutrita dal popolo di Dio è che lo Spirito renda nuove tutte le cose e che l’assemblea sinodale dei vescovi a Roma sia il nuovo cenacolo da dove lo Spirito invierà i discepoli del Risorto al mondo.

Africa - Nora K Nonterah

Dipartimento di studi religiosi,Facoltà di Scienze sociali,Collegio di Scienze umane e sociali,Università di Scienza e Tecnologia Kwame Nkrumah, Ghana, Africa occidentale..Al Sinodo tra i Testimoni del processo sinodale dalle assemblee continentali.

Violenza di genere, abuso sessuale, tutela minori, istruzione e formazione di qualità

«L'Africa ha accolto con entusiasmo l'invito di Papa Francesco ad entrare in colloqui, consultazioni e incontri per rinnovare un aspetto chiave dell'essere Chiesa.

Nonostante quell'ascolto non sia stato facile, c'è stato un profondo riconoscimento del valore della sinodalità, soprattutto perché in armonia con la saggezza indigena espressa in concetti africani come Palaver, Baraza, e Jamaa (famiglia) (Laurenti Magesa, in A Pocket Companion to Synodality: Voices from Africa, African Synodality Initiative, 2022).

Inoltre, a livello continentale, la Chiesa in Africa si è identificata con il concetto chiave di sinodalità come partecipazione. Quest’ultimo invoca un risveglio della co-proprietà e della co-responsabilità nella missione e nella vita della Chiesa e sottolinea l’importanza di entrare in dialogo.

Le donne hanno preso parte ai dibattiti continentali attraverso varie piattaforme - African Synodality Initiative ( asi ), gruppi di lavoro, team di preparazione, e anche partecipando alla celebrazione continentale del sinodo ad Addis Abeba.

Basandomi sulla mia partecipazione alle fasi continentali del sinodo in Africa, ecco le preoccupazioni delle, e sulle, donne attraverso riflessioni e contributi da loro, e su di loro, espressi.

A livello continentale, le sintesi emerse dalle conferenze episcopali, le pubblicazioni e le attività dell’ asi e le conversazioni negli incontri di Addis Abeba attestano i contributi e le riflessioni delle donne nel processo sinodale in Africa. Di fatto, si potrebbe dire che, nello spirito di sinodalità, le donne hanno avuto un “posto sotto l’albero delle chiacchiere” per discutere, contribuire e offrire suggerimenti su vari aspetti della Chiesa. Sebbene i contributi delle donne non si siano limitati a questioni femminili, c’è stato un chiaro interesse a parlare di tematiche specificatamente femminili (le donne erano ai piedi della Croce).

In sintesi, si potrebbe affermare che il tema centrale dei contributi e delle riflessioni sulle donne a livello continentale è la corresponsabilità.

È evidente che c’è bisogno di sistemi di governo più inclusivi in modo che la saggezza, l'esperienza, la fede, la resilienza e le capacità delle donne siano pienamente sfruttate per la missione della Chiesa.

Le donne hanno sostenuto che non si tratta di una novità nella Chiesa, come dimostra il ruolo di Maria, la madre di Gesù, che si esprime nel suo abbraccio di co-responsabilità, con cui condivide il ministero e le esperienze di vita del figlio (lo spiega bene Veronica J. Rop, in A Pocket Companion to Synodality, una pubblicazione che è il risultato delle riflessioni del Gruppo d lavoro teologico dell’ asi ).

Tuttavia, una piena realizzazione del potenziale delle donne per la nascita di una Chiesa sinodale richiede un ascolto consapevole, buono e autentico delle tematiche che le riguardano (Leonida Katunge nello stesso A Pocket…).

Queste includono questioni - pur senza limitarsi ad esse - come la violenza di genere, l’abuso sessuale e il suo retaggio nella Chiesa, la tutela dei minori e una istruzione e una formazione di qualità.

I contributi delle donne, in generale, sono stati estremamente condivisi e ispirati da spirito missionario. Comprendono il bisogno di avere chiari sistemi di sostenibilità e una decisa ristrutturazione che permetta ai laici di sperimentare l’inclusione, e la creazione e lo sviluppo di strutture di incontro che consentano alle celebrazioni liturgiche di non limitarsi agli incontri domenicali (Nontando Hadebe sempre in A Pocket …)

Temi d’interesse universale sono emersi durante la prima e la seconda sessione di lavoro ad Acrra e a Nairobi rispettivamente, a cui hanno partecipato, tra le altre, Philomena Mwaura, suor Ester Lucas José María, Caroline Kavita, Mavis Anima Bonsu, suor Solange Sahon Sia, Dominique Yon e io stessa.

Questi temi chiave hanno caratterizzato anche la maggior parte dei dibattiti delle celebrazioni continentali ad Addis Abeba. Includono, tra gli altri, un disperato bisogno di formazione e spiritualità sulla sinodalità per una ricostruzione strutturale della Chiesa e del suo approccio; la necessità per la Chiesa di riconsiderare la sua posizione su alcune strutture e pratiche rigide che colpiscono i gruppi minoritari come i bambini, le persone che vivono con disabilità, le minoranze di genere e sessuali, i poveri ecc.; l'urgenza della formazione dei giovani.

Inoltre, le donne richiedono una ristrutturazione del processo decisionale, delle strutture di leadership e delle posizioni amministrative per includere i laici nella chiesa. A tal fine, c'è un invito a rivedere la partecipazione delle donne e a rispondere alla domanda persistente su cosa si può fare di più. Le donne sostengono che sarebbero auspicabili un maggiore riconoscimento e più opportunità, formazione, educazione e inclusione nei sistemi di leadership, il che non contraddirebbe, nella maggior parte dei casi, la dottrina della Chiesa.

In linea con tutto ciò, la necessità di stabilire direttive contro l’abuso sessuale e insistere sulla loro applicazione non dovrebbe essere lasciata alla volontà delle autorità della Chiesa locale. Dovrebbe essere piuttosto un requisito obbligatorio.

Di fatto, è evidente la richiesta di decisi cambiamenti strutturali che comportino azioni concrete per includere le donne nelle varie unità ed enti e livelli decisionali della Chiesa. La speranza è che Papa Francesco lo stia esemplificando sulla scena globale.

La nomina di Papa Francesco della Reverenda Josée Ngalula, delle Suore di Sant’Andrea, alla Commissione Teologica Internazionale parla delle aspirazioni e motiva l'entusiasmo delle donne africane nel rendersi conto che la Chiesa potrebbe essere un luogo in cui sentirsi appartenenti e partecipare ai suoi settori vitali. Inoltre, sostenere l'istruzione delle donne e creare piattaforme per il loro sviluppo e la loro emancipazione sarà fondamentale per l'emergere di una Chiesa sinodale in Africa, e le donne africane sono pronte per questo cammino.

Asia - Ester Padilla

Teologa femminista filippina. E’ anche giornalista ed è molto impegnata negli studi su come andare oltre il clericalismo e consentire una maggiore partecipazione di laici e donne nella Chiesa. Al Sinodo tra i Testimoni del processo sinodale dalle assemblee continentali.

Il problema della leadership gerarchica e altre forme di clericalismo

«Nell’assemblea continentale asiatica i temi più sentiti e discussi dalle donne sono stati innanzitutto l’ascolto e l’accoglienza delle voci delle donne, specialmente quelle ai margini della chiesa e della società. Poi il problema della leadership gerarchica e altre forme di clericalismo, segnalato soprattutto da quelle che (religiose e laiche) hanno lavorato e si sono relazionate quotidianamente con il clero (compresi i vescovi) e i religiosi. Quindi la necessità di una cura materna per l'accompagnamento e la guarigione nelle tante situazioni di ferita e di conflitto in Asia.

Per il futuro è necessaria una maggiore responsabilità di leadership per le donne, specialmente nel discernimento comunitario e nei processi e nelle posizioni decisionali».

Oceania - Susan Pascoe

Professore aggiunto Business School, Accounting and Finance. Università dell'Australia Occidentale. Al Sinodo tra gli Esperti e Facilitatori.

Le donne identificate tra le priorità, insieme ad altri gruppi trascurati come i giovani

«La questione del ruolo delle donne ha avuto una forte risonanza in Oceania, con preoccupazione per la partecipazione delle donne alla guida e alla gestione della Chiesa. Una minoranza ha espresso preoccupazione per l’esclusione delle donne dal diaconato permanente e dal ministero ordinato.

Le esperienze delle donne variano: mentre Papua Nuova Guinea/Isole Salomone hanno riferito che le donne svolgono «un ruolo molto attivo nella vita della Chiesa», l’Australia ha osservato che «la persistente esclusione delle donne da aspetti della vita della Chiesa toglie potere». La Nuova Zelanda ha auspicato che si ponga maggiore enfasi sull’ «uso dei doni e delle esperienze delle donne nel discernimento e nel fornire consigli, orientamento e sfida nei processi decisionali, al di là dei ruoli manageriali e parrocchiali che molte donne occupano».

In Oceania le donne sono state identificate tra le priorità, insieme ad altri gruppi trascurati come i giovani. La necessità di esaminare le strutture e gli insegnamenti della Chiesa che costituiscono un ostacolo alla sinodalità e alla piena partecipazione di tutto il popolo di Dio è considerata fondamentale per la piena realizzazione di una Chiesa sinodale».

America del Nord Leticia Salazar

Delegata dell’Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora al Sinodo del Nord America, Cancelliera della diocesi di San Bernardino e referente del Sinodo. È stata membro del gruppo di scrittura della Sintesi nazionale degli Stati Uniti e del gruppo di lavoro del Sinodo nordamericano. Al Sinodo tra i Testimoni del processo sinodale dalle assemblee continentali.

Il rapporto tra clero e laici tenga conto anche dei loro carismi

«Lo Spirito ci sta facendo dono di un nuovo modo di essere Chiesa, la Sinodalità. E’ il modo di vivere un atteggiamento di ascolto dello Spirito, che è presente e attivo in ognuno di noi, e del discernimento comune. È un’opportunità di riconoscere Dio nel dono e nel carisma di ogni persona e nella riflessione delle donne, intuizioni condivise dalla semplicità della vita quotidiana, che esprimono valori e atteggiamenti fondamentali in questo cammino sinodale.

La Chiesa in America del Nord è stata incoraggiata a «riconoscere, discernere e promuovere il ruolo delle donne, in modo che possano avere una maggiore presenza nella Chiesa» (cfr. North American Continental Synthesis, n. 19). In virtù del nostro battesimo, ogni persona ha il dono di contribuire alla missione della Chiesa. Tuttavia, le nostre strutture ecclesiali attuali si prestano a privilegiare posizioni e ruoli rispetto ai carismi. Nel processo sinodale abbiamo riconosciuto la chiamata a diventare una Chiesa co-responsabile. La corresponsabilità esige sia il riconoscimento dei carismi altrui, sia il rispetto dell’apporto unico di ogni persona alla missione della Chiesa.

Tra i temi che meritano maggiore attenzione e considerazione a livello universale vi sono c’è quello di allargare la nostra immaginazione ecclesiale per andare oltre gli attuali modelli clericali attuali di governo nella Chiesa. La sinodalità offre una terza via, che è univocamente cristiana. Ha una metodologia, un’ecclesiologia e obiettivi propri. Ci auguriamo che durante l’assemblea sinodale questi possano essere articolati e anche in contrasto con i modelli attualmente esistenti.

Siamo chiamati a incamminarci verso l’articolazione del rapporto tra sinodalità, dignità battesimale, corresponsabilità e missione per suggerire nuovi modelli di attività ministeriale. L’idea è di articolare il rapporto tra clero e laici in un modo che tenga conto non soltanto della loro vocazione particolare o del loro stato nella vita, ma anche dei loro carismi. C’è il desiderio globale di un maggiore riconoscimento e di una partecipazione piena ed equa delle donne nella Chiesa cattolica (Allarga lo spazio della tua tenda, n. 63-64).

Se la Chiesa non si smuove a lavorare insieme alle donne, di modo che esse possano mettere sul tavolo i loro doni e abbiano più voce nel processo decisionale, perderà il ricco contributo di una parte significativa dei suoi membri. La sfida è quella di camminare insieme, non in opposizione. Richiede rispetto, apprezzamento e riconoscimento di un carisma.

Il documento afferma che “Le donne che partecipano ai processi sinodali desiderano che sia la Chiesa che la società siano un luogo di crescita, partecipazione attiva e sana appartenenza” (Allarga lo spazio della tua tenda, n. 62). Affinché la sinodalità attecchisca, sarà necessario reinventare il modo in cui formiamo sia il clero che i laici».

a cura di Federica Re David