Zona franca
28 settembre 2023
Orimur morimur: in questo plesso è raccolta la ferale costituzione della creatura umana. Giobbe lo insegna chiaramente: tutto muore perché solo Dio è il Vivente. Ma non gioca qui alcuna astratta negazione, nessuna insuperabile deficienza del finito rispetto al suo contrario. Il senso — essenza è parola troppo abusata, scarificata, neutralizzata — dell’umano è la finitezza: morior ergo sum. Senza la presenza silente del limite, sempre incombente e mai esperito, l’uomo non potrebbe esistere: dar senso alle cose e ai gesti è pratica che esige la consapevolezza inconscia della contingenza del tempo. È da tale costitutivo disagio, più che dallo stupore (thaûma), che nasce il pensare. Vivere è misurare per un po’ il caos.
Dove ritrovare l’estasi di un pari sgomento? Vi ...
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