· Città del Vaticano ·

Il 22 e il 23 settembre il viaggio apostolico a Marsiglia

Nel meticciato le radici
di una città

 Nel meticciato le radici di una città   QUO-217
21 settembre 2023

Su iniziativa della Conferenza episcopale italiana, nel 2020 è stato avviato a Bari un processo di comunione tra le diocesi costiere del Mediterraneo. Tale processo s’inscrive nello spirito dei viaggi mediterranei di Papa Francesco che, da Lampedusa (2013) a Marsiglia (2023), passando per Tirana, Sarajevo, Lesbo, Il Cairo, Gerusalemme, Cipro, Rabat, Napoli, Malta e altri luoghi, si è impegnato a fare di questo mare un messaggio di speranza per tutti: «ll Mediterraneo ha una vocazione peculiare in tal senso: è il mare del meticciato, “culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione”» (Papa Francesco, Discorso a Bari, 23 febbraio 2020). Nel Mediterraneo, in effetti, si uniscono tre continenti ed è sulle sue cinque coste (Africa del Nord, Medio Oriente, Mar Nero e Mar Egeo, Balcani, Europa meridionale) che sono nate le tre grandi religioni monoteiste e che si sono sviluppati tanti scambi, ma anche tanti conflitti.

Dopo Bari (2020) e Firenze (2022), Marsiglia è la terza tappa di questo percorso. Come nei due incontri precedenti, riunisce vescovi cattolici (e alcuni rappresentanti di altre Chiese) per discutere delle sfide del bacino mediterraneo, sfide comuni a tutte le nostre diocesi, ma vissute in modo diverso in virtù di contesti locali molto differenti. Mentre a Firenze erano stati invitati una sessantina di sindaci di città che si affacciano sul Mediterraneo, in omaggio a Giorgio La Pira, ex sindaco di Firenze molto impegnato a favore della pace e del dialogo, a Marsiglia sono stati invitati a unirsi al lavoro dei vescovi giovani di ogni religione e confessione. Gli incontri sono accompagnati da un grande festival per far “assaporare” l’evento a un pubblico più vasto, grazie a numerose proposte teatrali, concerti, conferenze, visite e altro ancora.

Papa Francesco giunge venerdì 22 e sabato 23 settembre per chiudere l’assemblea dei vescovi e la sessione dei giovani. Venerdì, dopo aver affidato all’intercessione della Vergine Maria questa nuova tappa del suo pellegrinaggio mediterraneo, durante una breve preghiera con i sacerdoti della diocesi nella Basilica Notre-Dame-de-la-Garde, si sofferma davanti a un memoriale eretto ai piedi della Basilica in omaggio ai marinai scomparsi e ai migranti morti in mare. In quella occasione viene accompagnato da tutti i responsabili delle diverse religioni presenti a Marsiglia, come pure dai rappresentanti delle associazioni che operano al servizio dei marinai (Stella Maris) e dei migranti (soccorritori in mare e in montagna). Sabato mattina, dopo aver condiviso un momento conviviale con persone in situazione di disagio economico e sociale, si reca al Palais du Pharo per ascoltare i risultati dei lavori dei vescovi e dei giovani del Mediterraneo, e pronunciare un discorso volto a orientare il prosieguo di questo processo ecclesiale di comunione e di concertazione. Il pomeriggio, celebra una messa nello Stadio Orange-Vélodrome, alla quale partecipano molte persone provenienti da Marsiglia e da tutta la Francia.

La scelta di Marsiglia, città-messaggio e grande metropoli cosmopolita, non è casuale. Dopo essere stata a lungo la porta d’Oriente, Marsiglia è oggi, per molte persone venute dall’Oriente o dall’Africa, la porta d’Occidente. Costituita fin dall’inizio della sua storia da strati successivi d’immigrazioni, quella che viene chiamata la “Cité phocéenne” (“la Città dei Focei”), proprio perché la sua origine è già il frutto di un meticciato tra un marinaio greco e una giovane autoctona, è oggi caratterizzata dalla presenza di diverse comunità: ebraica, armena, comoriana, ma anche magrebina, levantina e subsahariana. Ospita inoltre diverse comunità cristiane provenienti dall’Oriente: vi vengono celebrati quasi tutti i riti cristiani. È anche la città dove si trova il quartiere più povero d’Europa. In tal senso Marsiglia è un vero e proprio microcosmo di quanto sta accadendo attualmente nel Mediterraneo.

I Rencontres Méditerranéennes vogliono permettere alle Chiese locali delle cinque coste di condividere le loro scoperte e le loro preoccupazioni comuni legate all’annuncio del Vangelo: l’accompagnamento delle situazioni di grande povertà, l’urgenza ecologica, l’accoglienza e l’accompagnamento delle persone migranti, le sfide della pluralità religiosa, i conflitti geopolitici che dilaniano questa parte del mondo, tra gli altri. Consapevoli delle ferite del passato la cui memoria è ancora viva, le Chiese del Mediterraneo, nella loro stessa precarietà, vogliono servire l’unità del genere umano e la dignità di ogni persona in questa regione così particolare. Lo fanno a motivo della loro fede in Cristo e della loro speranza, ravvivando nelle culture e nei popoli questa “memoria felice” di convivialità, di dialogo interreligioso e di scambi interculturali, che è a sua volta un’eredità mediterranea. Con questo spirito, in particolare grazie al festival, i Rencontres Méditerranéennes permetteranno di coinvolgere nel processo gli attori economici, culturali, religiosi e associativi al fine di valorizzare le iniziative positive di cui sono portatori.

Il Mediterraneo, «un mosaico in cui ogni tessera è necessaria all’originalità e bellezza del quadro d’insieme» (Papa Francesco, Discorso a Skopje, 7 maggio 2019), uno spazio ricco di molte risorse ma reso fragile da molteplici minacce, è chiamato a portare un messaggio di speranza per la Chiesa e per il mondo. Facendo convergere tutte le buone volontà, la tappa marsigliese dei Rencontres Méditerranéennes cercherà di disegnare un nuovo mosaico di speranza!

di Jean-Marc Aveline
Cardinale arcivescovo di Marsiglia