Il centenario di don Milani
Cento volte tanto

A Palazzo Migliori, quando la scuola italiana, da una settimana, ha sentito la prima campanella del nuovo anno, gli ospiti della residenza ricevono dalla Fondazione don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa. Continuano così gli incontri alla residenza dei poveri a piazza San Pietro organizzati da «L’Osservatore di Strada», dopo il primo e sentito incontro di Eraldo Affinati che ha suscitato un grande affetto nei confronti di don Milani. Il mensile de «L’Osservatore Romano» ha dedicato infatti il numero di settembre al tema dell’educazione, intitolandolo Maestra povertà e riporta non solo l’articolo di Affinati, ma di molti amici che sentono come la cultura può rivoluzionare il mondo. Questa esperienza, però, non si è conclusa all’inizio dell’estate.
Grazie alla Fondazione don Lorenzo Milani, «L’Osservatore di Strada» insieme alla comunità di Sant’Egidio hanno organizzato il 18 settembre un secondo incontro a Palazzo Migliori dove Agostino Burberi, presidente della Fondazione, è venuto a incontrare gli ospiti della residenza e a raccontare la sua esperienza di primo alunno del priore di Barbiana. A questo incontro, hanno partecipato il direttore de «L’Osservatore Romano», Andrea Monda, il vicepresidente della comunità di Sant’Egidio, Adriano Roccucci e fra Agnello Stoia, parroco della Basilica di San Pietro. L’esperienza del mensile si traduce in un crocevia di possibilità, cerchi che si chiudono e cerchi che si aprono, perché quando ci si dedica ai poveri, come ha ricordato Agostino Burberi, ripetendo una frase di don Milani, si riceve cento volte tanto.
Come per il primo incontro, anche in questo secondo, gli ospiti erano rapiti dai racconti di Agostino che ci ha consegnato il volto ancora più umano di don Lorenzo Milani, ritenuto dai suoi studenti un papà. I suoi metodi educativi, se ritenuti severi, erano mossi dall’amore per i suoi ragazzi e dal desiderio ardente di dare loro la possibilità di essere liberi, conoscendo come funziona il mondo e diventando significativi per esso. La rivoluzione di Barbiana, grazie al lavoro della Fondazione e di tutti coloro che credono nel valore educativo, può essere ancora determinante per la società odierna e soprattutto per i giovani d’oggi. Come ha ben detto il presidente della Fondazione, dobbiamo dare speranza ai nostri ragazzi perché un futuro possa esserci e perché la bellezza nella gratuità è immensa.
Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel discorso di cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023-2024 ha ricordato che «i ragazzi — gli scolari, gli studenti — sono a scuola per imparare ma anche per crescere, per diventare protagonisti del loro futuro. Non per adeguarsi passivamente, tanto meno per essere oggetto di omologazione ma, al contrario, per sviluppare iniziativa e creatività e metterle alla prova». Il sogno di don Milani e della sua missione può essere raccolto da queste parole e negli occhi degli ospiti di Palazzo Migliori si riflette il riconoscimento che tutti, anche attraverso la cultura, possono fare esperienza d’amore.
di Giuditta Bonsangue