· Città del Vaticano ·

Inaugurata all’esterno della basilica Vaticana la statua del coreano sant’Andrea Kim Taegon

La vittoria della fede
sulle trappole del mondo

  La vittoria della fede sulle trappole del mondo  QUO-214
18 settembre 2023

Un «segno dall’Estremo Oriente molto significativo» come auspicio di un cammino comune con l’Occidente sulla strada tracciata dalla Chiesa cattolica in questi anni. Così il cardinale arciprete Mauro Gambetti ha definito la statua di Sant’Andrea Kim Taegon, inaugurata all’esterno della basilica Vaticana nel pomeriggio di sabato 16 settembre, giorno della festa liturgica del primo sacerdote e martire del Paese asiatico. Collocata nella prima nicchia dell’ordine inferiore del prospetto nordorientale, in largo di San Gregorio l’Iluminatore, l’effigie in marmo bianco di Carrara è alta quasi 4 metri e pesa circa 6 tonnellate.

Realizzata su iniziativa della Conferenza episcopale coreana a conclusione delle celebrazioni per i 200 anni dalla nascita di Andrea Kim è opera dello scultore Han Jin-Sub, in collaborazione con l’artista italiano Nicolas Stagetti, e mostra il martire in vesti tradizionali, con le braccia protese in avanti a esprimere accoglienza e misericordia verso il prossimo.

Alla cerimonia inaugurale ha preso parte una delegazione di oltre 300 membri della Chiesa di Corea: vescovi — tra cui il cardinale Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo emerito di Seoul —, sacerdoti, religiose, suore e laici, accompagnati dal cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il clero, che poco prima aveva celebrato la messa in lingua coreana in San Pietro. In mattinata la delegazione era stata ricevuta da Papa Francesco, che il 24 maggio scorso aveva dedicato al santo coreano una delle catechesi dell’udienza generale sui testimoni esemplari che hanno insegnato lo zelo apostolico.

Da parte sua durante l’inaugurazione il cardinale Gambetti ha sottolineato che con le statue dei santi «la Chiesa madre vuole porre sotto i nostri occhi l’effigie di coloro che, guidati dallo Spirito Santo, hanno seguito Gesù in vita e in morte, perché innalzando lo sguardo alla città futura possiamo scorgere la via attraverso la quale i santi sono giunti alla perfetta unione con Cristo». Occorre pertanto avere sempre fiducia totale nella protezione dei santi perché essi, ha ribadito il porporato, «sono gli amici di Gesù, ci amano, ci soccorrono, e intercedono per noi». L’arciprete della basilica di San Pietro ha poi ringraziato la comunità coreana «per questa idea di statua che rappresenta il popolo, espressione dell’universalità della Chiesa di Dio», rimarcando come la scultura si affianchi ad altre presenti all’esterno del tempio, le quali raffigurano fondatori di ordini e di comunità e testimoniano «la vittoria della fede sulle trappole del mondo». Una vittoria, ha proseguito Gambetti, manifestata in tre segni essenziali: la libertà, innanzitutto, e poi «la comunione con gli altri, cioè le relazioni fraterne, la capacità di costruire ponti e non muri, di stringere amicizia anche quando ci sono conflitti»; infine, «la gioia anche nelle fatiche e nelle persecuzioni che il mondo ci riserva». Dopo la benedizione della statua, la cerimonia si è conclusa con un’esibizione musicale di artisti coreani.

di Rosario Capomasi