· Città del Vaticano ·

Celebrati dal cardinale Krajewski che lo aveva accolto a Palazzo Migliori

I funerali
dell’«uomo con il velo»

 I funerali dell’«uomo con il velo»   QUO-213
16 settembre 2023

Miroslaw, Mirko per i suoi «amici», non aveva più un volto ma solo il volto di Cristo sofferente. Slovacco di circa 60 anni, il cancro gli aveva lasciato integra solo la bocca, divorandosi occhi, naso e buona parte del viso. Lo chiamavano «l’uomo con il velo», a motivo del panno che usava per coprirsi; riusciva a stento a biascicare qualche parola, a strillare quando vedeva qualcuno che provava ad aiutarlo e a ingurgitare del cibo. Poi, dopo l’anno trascorso a Palazzo Migliori, la struttura a due passi dal Colonnato di San Pietro voluta dal Papa per tutti i poveri della zona, ha iniziato pure a sorridere.

Mirko è morto ad agosto. Per le varie trafile burocratiche per gli stranieri, questa mattina si sono celebrati i funerali nella chiesa di Santa Monica in piazza Sant’Uffizio, presieduti dal cardinale elemosiniere Konrad Krajewski e accompagnati da una folla di un centinaio di persone, tra sacerdoti, volontari, rappresentanti dell’Ambasciata slovacca e della Comunità di Sant’Egidio che gestisce la struttura, e una cinquantina di poveri per cui quest’uomo era diventato un amico. Il segno che Mirko non è morto da solo, in quel limbo di indifferenza e degrado in cui aveva vissuto per anni, una volta venuto in Italia dall’Austria, in un parco dell’Aventino tra mosche e formiche.

«Stare a fianco a lui in questo tempo è stato per noi come fare degli Esercizi spirituali, non si lamentava mai, non ha mai avanzato richieste, si accontentava di quello che gli portavamo e ci diceva sempre grazie», confida, con una punta di commozione, il cardinale Krajewski. Era stato lui — allertato da una segnalazione su un uomo «con un fazzoletto sulla faccia» che dormiva nel parco — a convincere Mirko a trovare rifugio nella struttura di accoglienza inaugurata nel 2019. «Sono andato lì a trovarlo, ma non voleva essere spostato, diceva che voleva morire lì, circondato dagli insetti. Gli ho detto: guardi, possiamo fare un po’ di spazio nei Giardini Vaticani. Poi sa come si è convinto? Quando gli ho detto: Papa Francesco la invita nel nuovo dormitorio. Mi ha risposto: va bene, ma le dico fra 3 giorni. E dopo 3 giorni, ha detto sì».

Il 1° settembre 2022 è quindi approdato a Palazzo Migliori, a fianco al colonnato. «Era diventata una presenza importante», ricorda il direttore Carlo Santoro. «Una volta sono venuti quattro vescovi slovacchi a trovarci e lui è sceso, sempre coperto, e si è messo in mezzo a loro. Ha iniziato a parlargli del Vangelo. Una scena incredibile».

A Mirko non restava molto tempo da vivere, il suo cancro «cominciato con un piccolo puntino vicino il naso» era ormai ad uno stadio avanzato. Già dalla foto sulla carta d’identità che gli operatori di Palazzo Migliori e dell’Elemosineria Apostolica hanno recuperato si vedeva una parte del viso deformata. Nell’ultimo periodo le cure consistevano principalmente nel pulire il sangue e i liquidi che scendevano dalla ferita aperta. Una pratica dolorosa, per chi la subisce e per chi la compie. «Mirko non voleva», racconta Krajewski, «l’unica cosa che ci permetteva di fare era misurare la pressione e sa una cosa? Era buona! Quando qualcuno soffre, la pressione sale e scende; invece lui non aveva questi sintomi e non prendeva nemmeno dei calmanti. Probabilmente era sereno».

A consolare Mirko era soprattutto la visuale su San Pietro. «Trascorreva tutto il tempo guardando fuori dalla finestra e, nei mesi in cui è rimasto con noi, seguiva tutti gli Angelus e le celebrazioni del Santo Padre». Dal Papa c’è pure andato una volta, in un’udienza privatissima: «L’ho portato io un giorno», ricorda il cardinale, «ha ricevuto la benedizione. Anche per il Santo Padre è stato un momento particolare, perché ha visto un uomo senza niente».

Per Krajewski, abituato ad avere a che fare con le situazioni di povertà più disparate, la vita di Mirko è stata una parabola vivente. «Ci ha ricordato che non siamo solo corpo ma anche anima. Accanto a lui siamo cresciuti spiritualmente. Come dice sempre il Santo Padre, se volete adorare Gesù uscite per strada e aiutate i poveri. Ecco, noi avevamo un Gesù Cristo a Palazzo Migliori con cui potevamo adorare sempre il Signore. Mirko, lo slovacco…». La salma sarà sepolta nel Cimitero romano di Prima Porta.

di Salvatore Cernuzio