
Victor Hugo dice che «l’invidia è una ammissione di inferiorità». E gli operai della prima ora, quelli che avevano portato il peso di tutta la giornata, si dimostrano davvero inferiori al padrone della vigna: «tu sei invidioso perché io sono buono?».
Per noi che ragioniamo in termini sindacali, e che abbiamo una mentalità mercantile nel concepire la vita, il comportamento del padrone è illogico. Ma Gesù ci fa capire che quello del padrone è un regalo, non una paga.
«Il padrone non toglie nulla ai primi, aggiunge agli altri. Non è ingiusto, ma generoso» (Ermes Ronchi). A Dio interessa più l’uomo e la sua dignità che la vigna; per lui sono più importanti le persone che il profitto.
Giustizia vuol dire: dare a ciascuno il suo. Ma la giustizia di Dio dà a ciascuno il meglio! Strano imprenditore! Ma a me piace pensare che se tutti ci comportassimo così, staremmo tutti meglio!
A me dà conforto pensare che Dio viene a cercare me a qualsiasi ora della giornata. Anche se mi chiama all’ultima ora; anche se lavoro soltanto un’ora nella sua vigna, lui mi accetta così come sono; mi fa sentire realizzato, invece che stare ozioso tutto il giorno in piazza.
Lui non fa alcuna discriminazione di età, di condizione, di carattere. Ha il cuore grande, perché anche noi impariamo a donarci e a impegnarci generosamente.
Per Dio non è mai troppo tardi!
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 24 settembre, xxv del Tempo ordinario
Prima lettura: Is 55, 6-9;
Salmo: 144;
Seconda lettura: Fil 1, 20-24.27;
Vangelo: Matteo Mt 20, 1-16.