La buona Notizia

È proprio vero che un essere umano si ama veramente quando gli lasciamo la libertà di sbagliare. Solo quando la ferita dell’altro, dopo averci distrutto, diventa una perla nella nostra esperienza allora saremo in grado di guadagnare un fratello. È interessante che Gesù ci inviti a recuperare un fratello proprio a seguito di un torto che egli ci ha fatto. Fratelli si diventa per i torti subiti, non per i risultati ottenuti. L’errore diventa la più faticosa palestra di fraternità, occasione di conoscenza reale che innesca in me stesso il sospetto che, a volte, si sbaglia per solitudine o angoscia. Il dissidio non costituisce la fine della relazione, ma il suo sbocco verso fratelli e sorelle nuovi dai quali non pretendere prestazioni né perfezionismi.
La correzione fraterna (o aiuto fraterno) nasce dal desiderio di vivere relazioni autentiche e non commerciali. Ammonisco chi amo, non chi tollero. Ammonisco, se desidero che quella persona diventi migliore e non vittima dei suoi stessi errori. Ci si salva solo insieme, anche grazie ai torti subiti. Ci si salva dai meccanismi malefici che gli errori riproducono quando si costruisce nella storia quotidiana la salvezza che invoca custodi e non giudici di fratelli. Soprattutto quando sono perdenti e ripieni di amarezza. Il fratello da salvare è il nemico da amare.
di Roberto Oliva