Per essere felici

Non serve «essere grandi, ricchi o potenti per essere felici». Perché «solo l’amore ci disseta il cuore, solo l’amore guarisce le nostre ferite, solo l’amore ci dà la vera gioia». A conclusione del viaggio apostolico in Mongolia il Papa si è congedato dal “piccolo gregge” del Paese asiatico — per il quale domenica 3 settembre ha celebrato la messa, primo Pontefice a presiedere l’Eucaristia nella sconfinata “terra delle steppe” — affidandogli il compito di testimoniare al mondo «la notizia sconvolgente» e «straordinaria» che sta al cuore del cristianesimo: «quando perdi la tua vita, quando la offri con generosità in servizio, quando la rischi impegnandola nell’amore, quando ne fai un dono gratuito per gli altri, allora essa ti ritorna in abbondanza, riversa dentro di te una gioia che non passa, una pace del cuore, una forza interiore che ti sostiene».
Alla vigilia della partenza — dopo l’ultimo appuntamento pubblico del viaggio, l’incontro con gli operatori della carità a Ulaanbaatar, il Papa ha lasciato la capitale mongola nella mattina di oggi, lunedì 4, alla volta di Roma, dove l’arrivo è previsto nel pomeriggio — la celebrazione eucaristica nella Steppe Arena ha offerto a Francesco anche l’occasione per ringraziare la Chiesa e il popolo della Mongolia per «la tradizionale cordialità» con cui è stato accolto e per «il dono dell’amicizia» ricevuto in questi giorni. «Siete nel mio cuore e nel mio cuore rimarrete» ha assicurato al termine della messa prima di impartire la benedizione conclusiva.