La gioia del Vangelo
Pubblichiamo di seguito una traduzione italiana dall’inglese del saluto rivolto al Papa dal cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, a conclusione della messa.
Padre Santo, stiamo per ricevere la sua benedizione al termine dell’Eucaristia, celebrata in Mongolia per la prima volta dal successore di San Pietro. La sua presenza qui è per noi motivo di profonda commozione, difficilmente esprimibile a parole. Lei ha fortemente voluto essere tra noi, pellegrino di pace e portatore del fuoco dello Spirito. Ci sembra di stare con gli apostoli sulla riva del lago, come quel giorno in cui il Risorto li aspettava con il braciere ardente. Ce lo ha ricordato l’anno scorso, al Concistoro, parlando del fuoco che deve ardere in noi. Il fuoco di brace illumina, riscalda e dona conforto, anche se non si vedono fiamme scintillanti.
Ora che abbiamo toccato con mano quanto le sia caro questo popolo di Dio in Mongolia, desideriamo accogliere il suo invito ad essere testimoni gioiosi e coraggiosi del Vangelo in questa terra benedetta. Continui a sostenerci con la parola e l’esempio; noi, ormai, non potremo fare altro che ricordare e mettere in pratica quanto visto e ascoltato in questi giorni.
E allora la preghiamo di accettare questo regalo simbolico: è la parola “bayarlalaa”, che significa “grazie”, scritta in mongolo antico. L'ha scritto una giovane donna che si è formata nelle nostre istituzioni educative, dove ha imparato ad amare sempre di più il suo Paese, coltivandone l'antica tradizione letteraria. La parola deriva dal verbo “bayarlakh”, che significa “rallegrarsi”. Le diciamo grazie perché il nostro cuore è colmo di gioia, quella del Vangelo, l’Evangelii gaudium che lei ci trasmette. Grazie, Santità! Ci benedica.