· Città del Vaticano ·

Bailamme

Un lupo nel bicchiere

 Un lupo  nel bicchiere   QUO-200
01 settembre 2023

Chesterton sbarcò in America in pieno Proibizionismo. Una delle prime dichiarazioni che fece fu a difesa della libertà dell’uomo di bere, anche fino a ubriacarsi. La difesa del libero arbitrio suona scandalosa a confronto di un certo moralismo che s’illude di tenere a bada il male, riducendolo a piccole dosi.

Sembra più amichevole chi dice: «Fai il bravo e bevi poco», rispetto a chi non patteggia la posta in gioco e osa ricordare: «Certo, sei davvero libero fino al punto di rovinarti».

Chesterton amava la compagnia e le osterie, famoso è il suo aforisma sull’acqua: «può andare dappertutto, tranne che nel vino». Non era un uomo annacquato, ma limpido anche nello svelare il vero buco nero che c’è dietro l’esagerazione nel bere. Non c’entrano le buone maniere o le sane abitudini, il fulcro di tutto è sempre la coscienza dell’uomo al cospetto dell’urgenza suprema. Al popolo americano offrì questa perla di saggezza:

«Ci sono due modi di bere. Se uno è felice, beve per esprimere la sua gioia. Questo è un buon bere. Ma c’è anche il caso di chi è talmente infelice da bere per cercare la felicità. E non arrivi alla radice del suo problema facendolo smettere di bere».

È passato un secolo tondo da quando pronunciò queste parole, eppure sembra appena sbarcato sul campo di battaglia di una discussione che tiene campo sui nostri giornali.

All’indomani dell’orrenda vicenda di Palermo, si parla del diritto delle ragazze a ubriacarsi senza correre il pericolo di essere stuprate. La Vanoni gioca con le parole dicendo che il lupo non è nel bicchiere ma è fuori dal bicchiere. Purtroppo un lupo nel bicchiere c’è, sia in quello delle ragazze sia in quello dei ragazzi. Ed è l’infelicità di cui parla Chesterton. Ce l’abbiamo sotto gli occhi, eppure o ci sfugge o rincorriamo altre priorità, tendenzialmente ideologiche, nell’esprimere giudizi sul tema. Cos’è se non lo strazio dell’infelicità quello urlato a gran voce da ragazze e ragazzi nella smania di un divertimento sempre più fuori dalle righe? Esagera, esonda, tracima perché hanno uno spazio infinito nell’anima da riempire. Hanno un incontenibile ardore dentro che si guasta in incontinenza. Avanzano in un deserto e sono disposti a succhiare sorsi anche dalla sabbia. Il numero di drink è inversamente proporzionale alle gocce assaporate di una felicità irriducibile e incarnata. E la radice del problema è altrove, in un’altra sete che non stordisce ma ridesta. 

di Annalisa Teggi