· Città del Vaticano ·

Cari professori

Girls take a brake during a special German language class for recently arrived migrant children at ...
02 settembre 2023

Cari professori delle scuole italiane, mi chiamo Joy ed ho sedici anni. Con questa lettera vorrei parlarvi della mia storia e della mia esperienza scolastica, da cui ho tratto alcune riflessioni che vorrei proporvi.

Io sono arrivata lo scorso anno dalla Nigeria ed ho iniziato a frequentare la prima classe superiore presso un istituto di Roma.

Ricordo che il primo giorno ero molto agitata ed emozionata, ma anche tanto felice di iniziare questa nuova esperienza.

All’inizio non è stato per niente facile! È sempre difficile inserirsi in un nuovo contesto e poi alcuni ragazzi sono prepotenti e ti prendono in giro e per me è stato difficile difendermi, non conoscendo la lingua.

Riuscire ad inserirmi nella mia classe e a costruire con i miei compagni un gruppo unito è stato davvero faticoso!

Pian piano, però, le cose hanno cominciato a migliorare.

In questo percorso è stato molto utile un progetto che una delle mie insegnanti ha assegnato a tutta la classe. La professoressa ci ha divisi in gruppi e ci ha chiesto di fare un cartellone sul tema dell’amicizia.

Collaborare con i miei compagni su un argomento comune a tutti ci ha permesso di conoscerci meglio e di unirci. Ho scoperto di non essere l’unica ragazza venuta da lontano e questo mi ha aiutato a sentirmi meno sola, a conoscere nuove storie e a fare delle nuove amicizie.

Ricordo molto bene anche un altro momento fondamentale nella mia esperienza: la proiezione di un film sulla Shoah. Io non ne avevo mai sentito parlare prima e mi ha molto colpito. Mi ha ricordato alcuni episodi della storia del mio Paese, legati alla guerra. È stato molto bello poter parlare delle storie dei Paesi da cui tutti noi, in classe, proveniamo. Inoltre, attraverso questi laboratori e queste attività, ho imparato, pian piano, la lingua italiana e tutto ha iniziato a diventare più facile.

Se potessi dare un suggerimento ai professori delle scuole d’Italia, direi loro di preparare le classi all’accoglienza di alunni di altri Paesi, insegnando il rispetto per la diversità ed educando all’uguaglianza. Suggerirei loro anche di organizzare viaggi di istruzione, laboratori ed attività extrascolastiche, perché potrebbero aiutare tanti studenti stranieri a trovare il proprio spazio, così come hanno aiutato me.

Vorrei che le ragazze come me potessero sentirsi fiere e orgogliose delle proprie origini, ma anche felici della loro nuova vita in Italia. (Joy)

di Joy