· Città del Vaticano ·

L’intenzione per il mese di settembre della Rete mondiale di preghiera del Papa

Per le persone
che vivono ai margini

 Per le persone  QUO-198
30 agosto 2023

«Come siamo potuti arrivare a questo livello di indifferenza?». L’interrogativo di Francesco risuona durante il video — diffuso ieri pomeriggio dalla Rete mondiale di preghiera del Papa — dedicato all’intenzione per il mese di settembre: «Per le persone che vivono ai margini». Le immagini esprimono al meglio il disagio, le difficoltà, l’indifferenza, l’emarginazione di tanti uomini e donne che conducono la loro esistenza in condizioni di vita disumane.

Mentre il Pontefice sottolinea che «una persona senzatetto che muore per strada non apparirà mai sulla prima pagina dei motori di ricerca di internet o dei notiziari», scorrono le immagini di senzatetto, da soli o in piccoli gruppi, che giacciono sui marciapiedi delle città di tutto il mondo. Non solo ignorati, ma quasi calpestati da chi passa loro accanto in fretta e senza attenzione. Si tratta di scatti ripresi in Canada, negli Stati Uniti d’America, in Kenya, in Camerun e in India. Cambiano le latitudini, ma non le situazioni e i pregiudizi. Si scorgono bambini di strada che lavano i vetri alle automobili ferme ai semafori di San Salvador, ma anche disabili di varie nazionalità: spagnoli, filippini e centroamericani.

Il Papa richiama tutti alla responsabilità, perché chiede: «Come possiamo permettere che la “cultura dello scarto” — in cui milioni di uomini e donne non valgono nulla rispetto al profitto economico — come possiamo permettere che questa cultura domini le nostre vite, le nostre città, il nostro modo di vivere? Ci verrà il torcicollo — è la sua amara constatazione — a forza di guardare dall’altra parte per non vedere questa situazione».

Ed ecco che nel video si vedono enormi baraccopoli a ridosso dei grattacieli di Vancouver, Buenos Aires e Rio de Janeiro. Di nuovo un richiamo del Papa: «Per favore, smettiamo di rendere invisibili coloro che sono ai margini della società, per motivi di povertà, di dipendenza, di malattie mentali o di disabilità». Poi l’invito a ribaltare gli schemi e i parametri di giudizio: «Concentriamoci sull’accoglienza. Sull’accogliere tutte le persone che hanno bisogno», sviluppando «la “cultura dell’accoglienza”, dell’ospitalità, del dare un tetto, del dare un riparo, del dare amore, del dare calore umano». E così in questa desolata realtà si scorgono religiose, religiosi, volontari che si fanno prossimi alle persone scartate dalla società e si prendono cura di loro. «Preghiamo — conclude Francesco — perché le persone che vivono ai margini della società, in condizioni di vita disumane, non siano dimenticate dalle istituzioni e non siano mai considerate scarti».

Da parte sua, il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera, sottolinea come sia possibile «dare una soluzione tangibile ai milioni di scartati che spesso trovano solo indifferenza, o addirittura fastidio». Infatti, aggiunge, «Francesco chiede un approccio diverso alla povertà e all’esclusione. Questo significa anche pregare, perché la preghiera trasforma i nostri cuori».

Diffuso attraverso il sito www.thepopevideo.org, il filmato tradotto in 23 lingue è stato creato e prodotto dalla Rete mondiale di preghiera in collaborazione con l’agenzia La Machi e il Dicastero per la comunicazione.