· Città del Vaticano ·

Il racconto

In Mongolia con Fátima
nel cuore

 In Mongolia con Fátima nel cuore  QUO-198
30 agosto 2023

Alla vigilia della partenza di Papa Francesco per la Mongolia, stamani in Aula Paolo vi sono arrivati — come in un filo spirituale che lega i pellegrinaggi apostolici — concreti echi del suo recente viaggio in Portogallo: gli atleti del gruppo sportivo dell’Esercito italiano sono i primi a scegliere il titolo “Madonna che va di corsa” — suggerito a braccio proprio dal Papa a Fátima lo scorso 5 agosto — per la statua mariana che stanno per collocare, in una cappellina, a bordo pista del Centro sportivo olimpico alla Cecchignola, a Roma.

Francesco ha benedetto l’immagine, che raffigura proprio la Madonna di Fátima, ricordando agli atleti dell’Esercito l’episodio del Vangelo di Luca (1, 39) — tema della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona — che racconta proprio la partenza “di corsa” di Maria per recarsi dalla cugina Elisabetta.

«È una traduzione un po’ libera — ha ripetuto stamani il Papa agli atleti — perché il Vangelo dice “andò in fretta”: noi diremmo “partì di corsa”, con quel desiderio di aiutare, di essere presente».

Nei prossimi giorni — significativamente in occasione della finale di Coppa dei campioni under 20 — la nuova cappella del Centro olimpico dell’Esercito sarà benedetta dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione. L’iniziativa è sostenuta da Athletica Vaticana che, in stile di amicizia e fraternità, collabora con le realtà italiane e internazionali per rilanciare la visione sportiva, inclusiva e solidale, di Papa Francesco.

Accompagnati dal tenente colonnello Fabio Martelli, comandante del Centro sportivo olimpico e presidente della Federazione regionale di atletica leggera, erano presenti campioni come Alice Mangione, appena rientrata dai Mondiali di atletica di Budapest, e Simone Sabbioni, con medaglie olimpiche, mondiali ed europee nel nuoto.

A raccontare al Pontefice la forza del “linguaggio”, comprensibile a tutti, dello sport erano presenti all’udienza anche dieci ciclisti inglesi dell’associazione “Inspired living against cancer”, guidati da Andrew Gibson, 74 anni. Dopo l’incontro con il Papa, i ciclisti sono partiti alla volta di Londra dove arriveranno il 16 settembre, facendo tappa a Milano mercoledì 6. L’obiettivo è «richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e raccogliere fondi per sostenere le cure delle persone ammalate di tumore».

Portando una croce in spalla, un gruppo ecumenico di pellegrini luterani e pentecostali svedesi è partito il 6 giugno da Parigi per arrivare stamani in Aula Paolo vi e incontrare il Papa.

“Walk for Europe” è lo slogan di questo «pellegrinaggio vissuto come atto d’amore per il vecchio continente e anche come un modo per lottare contro una società estremamente secolarizzata» spiega Mats Nylhom, pastore luterano della chiesa di Santa Chiara, particolarmente attiva a Stoccolma nell’aiutare i più fragili. Con lui hanno preso parte al pellegrinaggio alcuni volontari della sua comunità, Fredrik Weflo, anch’egli pastore luterano, e Mattias Bjurenholt, pastore pentecostale. Insieme hanno percorso a piedi tantissimi chilometri, fermandosi lungo la strada per unirsi in preghiera con le persone incontrate.

«Nella vostra patria siete in attesa dell’imminente beatificazione della famiglia Ulma»: queste parole rivolte stamane dal Papa ai pellegrini polacchi durante l’udienza generale sono state accolte da forti applausi. I nove componenti — padre, madre e sette figli (di cui l’ultimo sul punto di nascere) — della famiglia Ulma, uccisi dai nazisti il 24 marzo 1944 a Markowa, nella loro casa, verranno beatificati domenica 10 settembre. La loro colpa? Avere ospitato clandestinamente otto ebrei.

L’esempio di questa eroica famiglia — proclamata “Giusta tra le nazioni” — che, ha detto Francesco, «ha sacrificato la propria vita pur di salvare i perseguitati ebrei», è ancora oggi attuale nel pieno della guerra nel cuore dell’Europa.

Hanno “avvolto” il Papa nell’abbraccio del loro entusiasmo i 250 ragazzi della diocesi di Chiavari che quest’anno hanno ricevuto il sacramento della Confermazione. «Da dieci anni i cresimati della nostra diocesi sono “abituati” a venire dal Papa per rinnovare la professione di fede» spiega don Alberto Gastaldi, responsabile per la pastorale giovanile. Con lui anche alcuni educatori che, dopo l’esperienza della Gmg di Lisbona, hanno sentito forte la volontà di vivere questo pellegrinaggio con ragazzi più giovani di loro.

Con vivaci melodie la Banda musicale e il coro del comune di Castelvenere, in provincia di Benevento, hanno accompagnato alcuni momenti dell’udienza, in particolare prima dell’arrivo del Pontefice. Sono circa sessanta i componenti dell’associazione musicale comunale, fondata nel 1995. Al Papa hanno portato in dono prodotti locali e alcuni libri sul patrono di Castelvenere, san Barbato.

Francesco ha, inoltre, benedetto la statua ottocentesca di Sant’Eufemia, il braccio d’argento con la reliquia e la palma del martirio che sono stati portati in Aula Paolo vi da un centinaio di pellegrini venuti da Irsina, in Basilicata. E dal 14 al 17 settembre nel comune del Materano si svolgerà la festa di sant’Eufemia, con il simbolico gesto della consegna delle chiavi della città da parte del vescovo nelle mani della patrona. Il pellegrinaggio era guidato dal parroco della concattedrale di Santa Maria Assunta, don Michele Francabandiera, dal sindaco di Irsina, Nicola Morea, e dalla presidente del comitato delle feste patronali, Rossella Valletta. Con loro anche don Giuseppe Ditolve, parroco di San Giuseppe Lavoratore a Pisticci Scalo, in provincia di Matera, che con un gesto delicato ha portato al Papa le caratteristiche “orecchiette” fatte a mano dalla sua mamma.

«Un ponte per la pace» è denominata la statua — realizzata in acciaio corten dall’architetto Guido Rainaldi, su richiesta dell’Ente Fiera di Isola della Scala e dell’omonimo comune in provincia di Verona — benedetta dal Pontefice fuori dall’Aula Paolo vi prima dell’udienza. Alta quasi 5 metri e pesante una tonnellata, l’opera rappresenta Cristo sulla croce e il Papa. Per un messaggio «di amore, pace, fraternità e speranza» fa presente Rainaldi.

La statua sarà ora portata a Medjugorje, con successive tappe a Cracovia, Taiwan, Melbourne, Sydney, Città del Messico, New York, Madrid e Parigi. Questa iniziativa ha anche un risvolto solidale: l’Ente Fiera di Isola della Scala e il consorzio veronese del riso hanno infatti portato in dono al Papa numerose confezioni di riso per i poveri. E, al termine dell’udienza, in collaborazione con il Dicastero per il servizio della carità, cuochi dell’Ente Fiera hanno preparato un pranzo per le persone bisognose che fanno riferimento alla mensa della Casa “Dono di Maria” che si trova, in Vaticano, proprio accanto all’Aula Paolo vi

di Fabrizio Peloni