La prima volta

Cinque discorsi in quattro giorni di viaggio in un Paese sconfinato, abitato da una piccola ma vivace comunità cattolica, attiva soprattutto grazie all’operato dei missionari: così Matteo Bruni, direttore della Sala stampa della Santa Sede, ha presentato stamane, martedì 29 agosto, ai giornalisti accreditati, il programma della visita papale in Mongolia nel corso del consueto briefing prima della partenza, prevista nel pomeriggio di giovedì 31. Primo Pontefice a recarsi nel Paese asiatico — Giovanni Paolo ii dovette rinunciavi nel 2003 nel decennale della rinascita della Chiesa locale — Francesco giungerà ad Ulaan-Baatar venerdì prossimo, 1° settembre, dopo un lungo volo aereo di oltre nove ore, decollato il pomeriggio precedente dall’aeroporto di Roma-Fiumicino.
“Sperare insieme” il motto di questo quarto viaggio apostolico del 2023, 43° del pontificato, all’insegna del dialogo con le altre religioni e della vicinanza al piccolo gregge cattolico. Il vescovo di Roma — ha spiegato Bruni — va in Mongolia soprattutto per parlare ad esso, per incoraggiarne i membri a contribuire alla vita di una società segnata da diversi problemi, legati principalmente al territorio sconfinato e al clima inclemente. All’atterraggio nella capitale, antica città sacra, intorno alle ore 10 locali, nello scalo internazionale “Chinggis Khaan” si svolgerà l’accoglienza ufficiale senza discorsi. Mentre l’indomani mattina, sabato 2, dopo la cerimonia di benvenuto in piazza Sukhbaatar — l’eroe nazionale che dichiarò nel 1921 l’indipendenza della Mongolia — e la successiva visita di cortesia al presidente della Repubblica nel Palazzo di Stato, Papa Bergoglio pronuncerà il primo dei discorsi in agenda, tutti in italiano. Nella sala “Ikh Mongol” dello stesso edificio si terrà infatti l’incontro con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico. Seguiranno, in altri ambienti della medesima struttura, appuntamenti con il presidente del Grande Hural di Stato — il Parlamento unicamerale del Paese — e con il primo ministro.
Nel pomeriggio Francesco raggiungerà la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo — dalla caratteristica forma di ger, la tradizionale abitazione circolare delle popolazioni nomadi mongole — per parlare ai vescovi, ai sacerdoti, ai missionari, ai consacrati, alle religiose e agli operatori pastorali della prefettura apostolica di Ulaanbaatar, che copre tutto il vasto territorio della nazione.
Domenica mattina, 3 settembre, l’incontro ecumenico e interreligioso nell’Hun Theatre, anch’esso dalla forma di ger, cui parteciperanno esponenti di altre Chiese e confessioni cristiane, della maggioranza buddista, dello sciamanesimo, dell’islam. Nel pomeriggio la celebrazione eucaristica per la comunità cattolica mongola, che conta 1.500 fedeli su tre milioni di abitanti, ma sono attesi pellegrinaggi anche dai Paesi vicini, ha fatto notare Bruni, Cina e Federazione Russa comprese. La messa nella xxii domenica del tempo ordinario si svolgerà all’interno della “Steppe Arena”, palazzetto dello sport per la pratica soprattutto dell’hockey su ghiaccio.
Infine la giornata di lunedì 4 si aprirà con l’inaugurazione della Casa della misericordia, dove saranno ad attendere il Papa gli operatori della carità attivi nella una struttura di accoglienza con una clinica destinata alla prima assistenza di persone in difficoltà.
Al termine il Pontefice raggiungerà l’aeroporto intitolato al grande condottiero dell’Impero mongolo del xiii secolo, per la cerimonia di congedo dal Paese. Intorno a mezzogiorno è in programma il decollo alla volta di Roma, con atterraggio nello scalo di Fiumicino verso le 17.20.