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#CantiereGiovani - La musica che ascoltiamo

Un campo estivo speciale
a Castelgandolfo

 Un campo estivo speciale  a Castelgandolfo  QUO-194
25 agosto 2023

Dal 27 luglio al 5 agosto il centro Mariapoli di Castel Gandolfo, parte dei giardini del palazzo apostolico, si è riempito di voci e di tanta energia: cinquantacinque ragazzi e i loro animatori sono stati i protagonisti di un campo estivo musicale ed interreligioso organizzato dal Magnificat Institute, la scuola di musica della Custodia di Terra Santa di Gerusalemme, insieme ad altre due organizzazioni europee, The Upper Room di Vienna e Faiths in Tune di Berlino.

Si tratta della terza edizione di un progetto intitolato Knüpfwerk, termine che in tedesco significa «nodo» e «intreccio»: l’idea infatti è quella di intrecciare storie e vite diverse, in particolare di giovani provenienti da vari Paesi, culture e lingue, perlopiù cristiani, musulmani ed ebrei, con un’età compresa tra i 13 e i 20 anni. Tanti di loro provengono da famiglie che hanno dovuto lasciare il proprio Paese d’origine per cercare asilo politico in Europa: storie complicate e vite non semplici che non sempre trovano spazio per essere raccontate e condivise. I ragazzi sono stati selezionati tra i tanti candidati che hanno fatto richiesta. Dopo le due precedenti edizioni, in molti hanno avuto il desiderio di buttarsi in un’avventura unica e speciale.

Quest’anno il tema proposto ha origine dal racconto biblico della Torre di Babele, dove l’intento comune di costruire un solido edificio è ostacolato dalla confusione delle lingue volute da Dio. Nel Corano, lo stesso racconto descrive invece la creazione delle diverse lingue come una benedizione di Dio. Da qui l’idea dei responsabili di Knüpfwerk di chiamare il campo: “Con-fusion the reel tower of Babel”. Dalla confusione delle culture, delle lingue e delle religioni dei giovani partecipanti, l’obiettivo è quello di arrivare alla fusione delle storie e alla costruzione della loro personale torre.

Le giornate sono state scandite da laboratori che hanno dato stimoli artistici ai ragazzi per la realizzazione di cinque reel (video dalla durata massima di un minuto, usati nelle moderne piattaforme di comunicazione sociale) che ogni gruppo ha ideato e costruito mettendo in gioco i tanti talenti: musicale, teatrale, canoro, creativo. Il prodotto finale è composto da sei video racconti, uno per ogni gruppo, che in cinque minuti mostrano la loro torre artistica, con inquadrature che partono dal terreno e giungono fino al cielo.

Pensando alle diverse angolature della ripresa, durante i laboratori i giovani hanno avuto modo di discutere e interrogarsi su varie tematiche che caratterizzano la loro età. L’esigenza di avere radici e fondamenta certe, quindi un’inquadratura dal basso; flessibilità e fragilità, dunque altezza ginocchia; emozioni e sentimenti, altezza ventre; affetti e passione, altezza cuore; espressione di idee e armonia, altezza collo e bocca; infine idee, progetti e alti pensieri, inquadratura dall’alto.

Fra Alberto Joan Pari, direttore del Magnificat, ha commentato con queste parole l’esperienza appena conclusa: «La struttura che ci ha accolto ha permesso di generare uno spazio bellissimo in cui tutti si sono sentiti a casa fin dal primo momento. I giardini immensi hanno creato un’oasi di pace e il vicino lago ha garantito una sosta piacevolissima durante la settimana intensa di lavori». Nonostante «siano rari i momenti che i giovani di questa generazione dedicano alla condivisione delle loro emozioni e delle loro vite con coetanei» perché «spesso i mezzi di comunicazione rischiano di modificare quel che vivono pur di renderlo più attraente e ricevere più follower», ha osservato Fra Alberto, «abbiamo pensato di usare proprio i loro mezzi di comunicazione per farli interagire di persona e dar loro la possibilità di essere più veri e più protagonisti». Così, «lo spettacolo a cui abbiamo assistito come animatori ha superato ogni aspettativa» ed «è stata una bellissima avventura che segnerà di certo le loro vite».

Il campo si è concluso nel giorno della Trasfigurazione e i partecipanti, come gli Apostoli, avrebbero preferito fare tre tende e rimanere per sempre sui colli romani. Ma la vera vita li attende a valle, dove carichi delle esperienze vissute insieme, rigenerati sapranno, speriamo, confondere le acque di molti e fondersi in storie sempre più vere e autentiche.

di Roberto Cetera