· Città del Vaticano ·

Minimalia

Winston Churchill
off the record

 Winston Churchill off the record  QUO-191
22 agosto 2023

Non solo avaro, ma anche vanitoso. Quando divenne primo ministro, Winston Churchill dovette rispettare l’obbligo di fare regolari dichiarazioni, alla Camera dei Comuni, sull’andamento della guerra. I parlamentari rimanevano impressionati dalla forza e dall’incisività dei suoi discorsi. Tuttavia essi non avrebbero mai derogato al principio secondo cui ogni enunciazione non poteva essere registrata: non erano infatti gradite installazioni tecniche e logistiche che, a loro dire, avrebbero inficiato la carismatica solennità dell’aula. Nel frattempo negli Stati Uniti il presidente Franklin Delano Roosevelt poteva rivolgersi al Congresso alla presenza di televisioni di tutto il mondo, con i microfoni disposti davanti a lui come le piume di un pavone. Questa differenza di scenario urtò Churchill, che si vedeva privato di un palcoscenico dove esibire la sua abilità di oratore. Di fronte all’intransigenza dei parlamentari, il primo ministro fu costretto a registrare i suoi discorsi alla radio: in sostanza, ogni volta doveva ripetere lo stesso discorso due volte. La sua vanità venne così, almeno in parte, soddisfatta, dopo aver definito il Parlamento «ostile e colpevole». Tuttavia per motivi di tempo e di spazio i discorsi pronunciati in Parlamento non potevano essere gli stessi discorsi che sarebbero stati registrati alla radio: per rispetto della brevità, dovevano essere sacrificate — nell’ambito del suo spumeggiante repertorio — le battute sarcastiche, fiore all’occhiello del suo eloquio. Un compromesso, questo, che Churchill non perdonò mai al Parlamento. (gabriele nicolò)