· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della xxi domenica del tempo ordinario (Mt, 16, 13-20)

E tu chi sei?

 E tu chi sei?  QUO-191
22 agosto 2023

Sei forte? Sei colto grazie agli anni di studio, alto o basso di statura, attento ai dettagli e ben organizzato per te stesso e per gli altri? Sei creativo nello scorgere i nessi tra le cose dando vita al nuovo, innovativo nel marketing, accattivante sui social con i follower che seguono ogni tuo passo? Spesso ci diamo delle categorie, come delle etichette, alle quali dobbiamo corrispondere ed è così che costruiamo la nostra identità nel mondo. Seguiamo ciò che sembra dare più valore possibile a quello che mettiamo in mostra della nostra esistenza. È un piccolo gioco di aggettivi che riempiono (per un momento) il nostro grande desiderio di essere riconosciuti, apprezzati, ascoltati.

È interessante notare, però, che quando Gesù «domandò ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”», essi non risposero con aggettivi, ma con nomi. «Tu sei Giovanni il Battista, tu sei Elia, tu sei Geremia o qualcuno dei profeti». Tu sei una persona, tutta intera, e non un elenco sufficientemente lungo per saziare la tua autostima.

Simon Pietro risponde ancora più coraggiosamente quando, alla domanda diretta di Gesù a loro, egli dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Non sono stati la sua carne e il suo sangue a rivelare l’identità di Gesù ma il Padre, che l’ha rivelata attraverso la bocca di Pietro. Solo quel tipo di apertura al Padre ha permesso che egli ricevesse anche il proprio nome e la propria missione. Pietro: uno su cui si può costruire, non solo una persona affidabile ma molto di più, un fondamento sicuro per edificare la Chiesa.

Quando Cristo ci chiama non usa aggettivi come etichette per inscatolarci ma ci chiama per nome, la nostra vera identità. A volte, per noi, un nome completamente nuovo. Una missione nuova.

E tu, chi sei?

di Briana Santiago