· Città del Vaticano ·

Bailamme

Quando l’annuncio
della gloria è gioia

 Quando l’annuncio della gloria è gioia  QUO-188
18 agosto 2023

Quasi all’inizio di Gloria, la sua opera monumentale, Hans Urs von Balthasar, il maggior teologo del secolo scorso, scrive «non si deve forse attribuire anche allo Spirito Santo, nei confronti degli esperti, un po’ di humor e di ironia divina?». Poche pagine dopo si trova una lunga citazione dalla Dogmatica del collega protestante Karl Barth relativa a un atteggiamento non gioioso di fronte alla contemplazione della gloria di Dio «allora, con la migliore volontà di questo mondo, con tutta la serietà possibile e lo zelo necessario, l’annuncio della sua gloria sarà qualcosa di leggermente, ma forse proprio per questo più pericoloso, senza gioia, senza splendore, senza humor, per non dire noioso ed alla fin fine privo di qualsiasi forma di convinzione».

L’intento di Gloria è porre rimedio alla trascuratezza con la quale la teologia ottocentesca ha considerato la bellezza che pure è uno dei trascendentali, i valori assoluti, insieme a bontà e verità, che caratterizzano il divino, del quale l’operazione vuole ricostruire la pienezza dell’immagine, in tutta la sovrabbondante ricchezza che possiede.

Non è un caso se fin dal capitolo introduttivo von Balthasar tratta con insistenza dello humor, considerandolo un attributo divino, perciò qualità che solo in Dio appare nella forma compiuta e che donne e uomini dovrebbero impegnarsi a cercare con attenzione, e complicità, nel creato. La consapevolezza dell’importanza delle manifestazioni in apparenza minori di Dio appartiene tanto alla tradizione biblica che alla riflessione artistica di ogni tempo.

Uno studio teologico centrato sulla bellezza dichiara dunque dall’inizio di voler imboccare una strada non marginale e di ambire piuttosto a cogliere il centro della questione del divino e del rapporto che con esso donne e uomini possono e quindi devono costruire.

Von Balthasar non accetta nessun riduzionismo e mira invece a una ricomposizione della concezione di Dio che lo riconosca nella sua integrità valoriale come creatore dell’universo, in dialogo costante con esso e con le creature che lo abitano.

di Sergio Valzania