I giovani si sono alzati. Si sono messi «alla ricerca della via che conduce a Gesù Cristo e all’altro». Hanno celebrato la fede «insieme al successore di Pietro e hanno testimoniato l’amore di Cristo che vibra nei loro cuori». Lo ha sottolineato il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nel saluto rivolto al Papa a conclusione della messa.
Il porporato ha espresso gratitudine perché i giovani sono stati «pellegrini di pace in tempi in cui tante, troppe, guerre si combattono ancora in numerose parti del mondo». Hanno testimoniato così che «l’amicizia, la carità e la pace non sono un’utopia». Si è detto grato anche per «la tenacia e la fiducia in Dio di tante persone che non si sono scoraggiate di fronte alle difficoltà». La pandemia ha tenuto «il mondo in ansia dall’inizio del 2020, la data della Gmg è stata posticipata di un anno, ma nessuno «ha perso il ritmo del cammino». Gli organizzatori a Lisbona hanno continuato «a lavorare con impegno ogni giorno perché questo incontro si realizzasse». E così pure i giovani di tutto il mondo hanno atteso «questo pellegrinaggio e lo hanno preparato superando tanti ostacoli».
In questo momento, ha concluso il cardinale rivolgendosi al Papa, «le portiamo l’affetto e la vicinanza di tutti quei giovani» che non hanno potuto venire a Lisbona ma hanno ugualmente vissuto la Gmg «attraverso i mezzi di comunicazione o prendendo parte alle tante giornate di preghiera, fraternità e missione che sono state organizzate in numerose diocesi del mondo».