· Città del Vaticano ·

Il cardinale Ryłko nell’anniversario della dedicazione della basilica Liberiana

Un santuario che irradia la presenza di Maria

 Un santuario che irradia  la presenza di Maria  QUO-180
05 agosto 2023

Ci sono luoghi in cui «la presenza di Maria nella vita dei suoi figli e la materna tenerezza si presentano in maniera particolarmente esplicita e quasi palpabile». È il caso di Santa Maria Maggiore, il primo santuario mariano dell’Occidente e “madre” di tutti i santuari. Lo ha sottolineato il cardinale arciprete Stanisław Ryłko, celebrando stamane, sabato 5 agosto, l’anniversario della dedicazione della basilica papale e la solennità della Madonna della Neve.

Evidenziando il valore di questi luoghi mariani, il porporato ha fatto notare che essi «irradiano» la presenza della Vergine «con una forza particolare e diventano così poli di attrazione per schiere di fedeli, che vengono da lontano per incontrarla e per spalancare davanti a lei il proprio cuore». È questo, ha aggiunto, il ruolo degli innumerevoli santuari mariani sparsi in tutto il mondo: in essi si realizza «in modo speciale il testamento di Gesù sulla Croce: l’uomo toccato da varie prove, che vive drammi personali e famigliari, si sente consegnato e affidato a Maria». E «sente come rivolte a sé le parole di Cristo: “Ecco, la tua madre! Fidati di Lei! Ascoltala! Lasciati guidare da Lei!”». Lo sguardo e la parola di una madre hanno «una forza particolare, toccano il cuore, sono capaci di ridare la speranza perduta, hanno la forza di cambiare la vita di un figlio o di una figlia».

Ecco il mistero più profondo dell’antica basilica Liberiana, dove «a ciascuno di noi Cristo continua ad affidare la sua Madre». Si è chiamati, sull’esempio dell’apostolo Giovanni, «a prendere Maria a casa nostra, a farla entrare cioè nella nostra vita, renderla partecipe delle nostre gioie e dei nostri problemi, delle sfide che dobbiamo affrontare ogni giorno». Ed è questo il ruolo che il tempio mariano compie ormai da più di 15 secoli. Da qui il ringraziamento del cardinale a Cristo «per questo dono immenso»; e a Maria, venerata con il titolo Salus populi Romani, «nostra Madre e Maestra, che è sempre qui per accogliere, ascoltare, consolare e ridare fiducia a noi suoi figli, ma anche, se necessario, per correggere, e ammonire con materna tenerezza».

La festa odierna, ha spiegato ancora il porporato, ricorda le origini di questa basilica particolare. L’iniziativa della sua costruzione «partì dalla Madonna stessa che nel sogno apparve a un patrizio romano e alla sua consorte, nonché al Papa Liberio a metà del iv secolo». È stata pure la Madonna a «indicare il luogo preciso della costruzione della chiesa, l’Esquilino, con il miracolo della neve il 5 agosto». E proprio da Papa Liberio prende origine l’appellativo del tempio.

L’attuale chiesa venne costruita circa ottant’anni più tardi, da Sisto iii, sempre nello stesso luogo, dopo la solenne definizione del dogma della divina maternità di Maria nel Concilio di Efeso del 431. Attraverso 15 secoli di storia, «a differenza delle altre basiliche papali di Roma, il tempio di Sisto iii è rimasto inalterato nella sua struttura centrale». Abbellita durante i secoli con «le opere di grande valore artistico, questa basilica è dunque un testimone particolare della fede e dell’amore delle generazioni dei cristiani alla Vergine Maria». È un «monumento di fede di particolare bellezza, in cui tutto parla di Cristo». È un tempio che conserva due grandi tesori: la reliquia della sacra Culla di Betlemme, particolare testimone del mistero dell’Incarnazione di Dio, e l’immagine mariana Salus populi Romani.