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Insieme sulla “Collina dell’incontro”

 Insieme sulla “Collina dell’incontro”  QUO-179
04 agosto 2023

In questi giorni Lisbona è la capitale dei giovani del mondo. E il cuore di questo mondo batte nel Parque Eduardo vii, un’ampia area verde di 25 ettari situata al centro della città.

È qui che martedì è stata celebrata la messa di apertura ed è qui che nel pomeriggio di giovedì Papa Francesco ha fatto il suo ingresso “ufficiale”, se così si può dire, nella xxxvii Giornata mondiale della gioventù. L’appuntamento è la tradizionale cerimonia di accoglienza, che ha visto la partecipazione di 500.000 persone provenienti dai cinque continenti Non a caso è stata chiamata “collina dell’incontro”: incontro di giovani che vanno incontro a Gesù.

Francesco vi è giunto dalla vicina nunziatura in papamobile compiendo un lungo giro — durato mezz’ora — tra i giovani assiepati nei vari settori, ansiosi di salutarlo, di far sentire il loro entusiasmo. Ed è così, sotto un cielo limpido, che lo hanno accolto, tra canti, e slogan urlati in diverse lingue, come diverse erano le magliette variopinte e i cappellini, testimonianza di provenienze differenti ma di una fede comune.

Per molti di questi giovani l’appuntamento di Lisbona non è il primo; alcuni, infatti, avevano appuntate su copricapo e zainetti le spillette che ricordano precedenti Gmg: il loro modo per dire “io c’ero, e ci sono anche stavolta”.

Ruotando intorno a tre parole chiave — gioia, incontro, pellegrino — è stata, come sempre, un’occasione di festa e di incontro, pur mantenendo la dimensione della preghiera, pensata per mostrare una Chiesa giovane, in cammino con il successore di Pietro verso la costruzione di una società più fraterna.

Ad animare i vari momenti sono stati i membri di Ensemble23, un gruppo di 50 giovani di 21 nazionalità diverse, che si esibiranno anche negli altri eventi della Giornata. Così come il coro e l’orchestra della Gmg, composti da 210 cantanti e 100 musicisti provenienti da tutte le diocesi del Portogallo. I membri del progetto Maos que Cantam, un coro formato da sei sordi con l’ausilio di un direttore e un interprete, hanno invece coreografato i brani nella lingua dei segni portoghese.

Papa Francesco è salito sul palco, una grande struttura composta da torri squadrate di diverse altezze e di colore celeste, accompagnato da sei giovani: Daniela, del Portogallo; Kevin, del Burkina Faso; Nivio, di Timor Est; Garen, del Libano e Digmary, di Cuba.

Dopo il saluto del patriarca di Lisbona, cardinale Clemente, è iniziato il programma di benvenuto, con la lettura di estratti di lettere di giovani di diverse nazioni in cui hanno raccontato le loro ansie e speranze: lettere consegnate poi a Francesco da una giovane religiosa.

È seguita la scenografica e acclamata entrata delle bandiere di tutti i Paesi presenti. È stata poi la volta dell’ingresso dei simboli della Gmg: la Croce del pellegrino e l’icona della Madonna Salus populi Romani.

La croce, 3 metri e 80 centimetri di altezza, è una copia fedele di quella costruita per l’Anno santo nel 1983: fu affidata da Giovanni Paolo ii ai giovani la Domenica delle Palme dell’anno successivo, in modo che potesse essere portata in giro per il mondo. Da allora la croce ha iniziato un pellegrinaggio che l’ha già portata in cinque continenti e in quasi 90 Paesi, come testimoniato dalle emozionanti immagini proiettate sui molti maxischermi.

Dal 2003 la croce è accompagnata in questo pellegrinaggio con i giovani dall’icona mariana — l’originale si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, ed è molto cara a Francesco — che è stata introdotta come simbolo della presenza di Maria tra i giovani.

La croce e l’icona sono state consegnate ai giovani portoghesi il 22 novembre 2020, in occasione della solennità di Cristo Re, in una celebrazione presieduta da Francesco nella basilica Vaticana. Il loro pellegrinaggio verso la Gmg di Lisbona è iniziato in Angola nel luglio 2021 e ha attraversato tutte le 21 diocesi del Portogallo tra novembre 2021 e luglio 2023.

Dopo questo momento, l’orazione e la proclamazione di un brano del Vangelo di Luca, quello in cui Gesù designa e invia altri settantadue discepoli. Quindi ha preso la parola il Papa, il cui discorso, in spagnolo, spesso con inserti a braccio, è stato interrotto più volte dagli applausi dei giovani che ne hanno ascoltato la traduzione dalle radioline fornite loro nel kit del pellegrino. Al termine sono state recitate le litanie, con l’invocazione dei tredici santi patroni di questa Gmg: san Giovanni Paolo ii, il fondatore della Giornata dedicata alla gioventù; san Giovanni Bosco, “padre e maestro della gioventù”; san Vincenzo, diacono e martire del vi secolo, protettore della diocesi di Lisbona; sant’Antonio di Padova, nato a Lisbona; san Bartolomeo dei Martiri, domenicano e arcivescovo di Braga; san Giovanni di Brito, gesuita lisbonese missionario in India; la beata Giovanna del Portogallo; il beato Giovanni Fernandes; la beata Maria Clara del Bambino Gesù; e i beati italiani Pier Giorgio Frassati, Marcello Callo, Chiara Badano e Carlo Acutis.

A chiudere la cerimonia, il momento dell’invio. E mentre sul palco i componenti dell’Ensemble23 componevano due frasi programmatiche con grandi caratteri bianchi — I’m sending you, “ti sto inviando”, e The Kingdom of God is near you, “Il Regno di Dio è vicino a te” — i sei giovani che avevano accolto il Papa al suo arrivo, sono saliti accanto a lui e poi lo hanno accompagnato all’uscita, in un tripudio di cori. Fra tutti, il più ripetuto: Esta es la juventud del Papa- Sì, questa è davvero la gioventù del Papa.

A questo primo appuntamento ufficiale, è seguito nella mattinata di oggi, venerdì, un altro momento particolarmente sentito della Gmg: quello dedicato al sacramento della riconciliazione. E, come consuetudine, anche Papa Francesco ha voluto confessare alcuni giovani, presso il giardino Vasco da Gama, che si trova nella zona di Belém, dove sono stati allestiti 150 confessionali in legno realizzati dai detenuti di tre carceri portoghesi. Il Pontefice non ha però voluto utilizzare quello preparato per lui, ma uno vicino, meno esposto agli obiettivi di fotografi e cameraman. Qui ha confessato Francisco, 21 anni, spagnolo, Yespi, guatemalteca, 33 anni, e Samuel, italiano, 19 anni.

Dopo l’incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e di carità nel Centro paroquial da Serafina — di cui diamo conto in un altro articolo — la mattinata di Francesco si è chiusa in nunziatura. Qui ha prima incontrato il giornalista israeliano Henrique Cymerman. Poi ha pranzato con dieci giovani partecipanti alla Gmg, alcuni dei quali impegnati come volontari: Joana Maria Reinhard Fialho de Andrade, 24 anni, Beatriz Roque Antunes, 27 anni, Sebastião Namorado Rosa Viegas Ribeiro, 28 anni, tutti e tre del Portogallo, Clara Ysabel Cristhina Yacolca Farfan, 24 anni, del Perù, Luis Carlos Cruz Duarte, 33 anni, della Colombia, Pedro Luiz de Carvalho, 24 anni, del Brasile, Audrey Criscille Abatol, 33 anni, delle Filippine, Hannah Maria Villagomez Tenorio, 17 anni, degli Stati Uniti, Karam Benyamin Jamil Shalian, 24 anni, della Palestina, e Maria Magdalena Ondo Mayie, 30 anni, della Guyana Equatoriale.

Il Papa ha intessuto con loro un dialogo. Non ha posto domande, ha ascoltato le loro storie, rispondendo alle loro sollecitazioni, chiarendo dubbi e offrendo spunti di riflessione. Diversi sono stati i temi sui quali Francesco e i giovani si sono confrontati: la pace, la difesa della vita, le sfide che attendono le nuove generazioni, le loro aspettative. In otto lo hanno raccontato, emozionatissimi, in sala stampa. «Abbiamo presentato i nostri regali — ha raccontato Audrey — e durante il pranzo abbiamo avuto modo di fargli alcune domande. Gli ho chiesto come essere un buon amico, soprattutto con i giovani, in un momento in cui ci sono tanti falsi suggerimenti su come essere felici. Sono stato davvero toccata dalla risposta. Ha detto che la gioia non si insegna, ma si mostra, ed è quello che mi porto a casa da questo incontro. Ha anche parlato della gioia del Vangelo e dell’importanza di agire in modo da ispirare gioia. Anche i miei compagni hanno fatto domande».

«Al Papa ho detto che per noi giovani la speranza è importante — ha raccontato Luis Carlos, che ha lavorato alla grafica per la Gmg — per combattere tutte le cose negative della vita, specialmente quelle che toccano i giovani, come la droga. La speranza ti permette di combattere e quindi di essere felice. Dopo tutto il lavoro dietro le quinte che ho svolto per la Gmg, questa è stata una conclusione meravigliosa. Quando ho visto il Papa ho sentito la pace interiore. Sono stato il primo a salutarlo. Alla fine del pranzo abbiamo anche bevuto caffè colombiani».

Ognuno dei giovani ha presentato un regalo a Francesco. Pedro Luis gli ha dato una lettera: «Voglio consegnare la mia vita alla Chiesa» c’è scritto. (gaetano vallini)

dal nostro inviato
Gaetano Vallini