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Il saluto della rettrice

 Il saluto della rettrice  QUO-178
03 agosto 2023

«L’università esercita la cura del sapere, la filosofia dell’azione e la gestione della bellezza» e al tempo stesso «è uno spazio di ricerca, di dialogo e di accoglienza. Davanti a realtà segnate dall’esclusione e dalla disuguaglianza, in un’epoca di incertezza, l’università si leva come custode della speranza». Così la rettrice dell’Università cattolica portoghese, Isabel Capeloa Gil, ha presentato a Papa Francesco — durante l’incontro per la benedizione della prima pietra del nuovo Campus Veritati — la storia, la tradizione e l’attività «in uscita» dell’ateneo nato nel 1967 a partire dalla Facoltà di Filosofia della Compagnia di Gesù a Braga.

Esso, ha detto la rettrice, «oggi conta 17 facoltà e 4 sedi sul territorio nazionale (Lisbona, Porto, Braga e Viseu), con circa ventimila studenti e più di duemila tra professori e collaboratori» e «nel 1996 ha fondato l’attuale Università di San José a Macao, in Cina». Rimarcando la presenza di «molti professori internazionali e il 25% degli studenti che provengono da 108 Paesi diversi», ha spiegato che «vengono assegnate borse di studio e premi a più del 20%» degli allievi. «In particolare ci sta a cuore il lavoro con i giovani in situazione di fragilità sociale ed economica, migranti e rifugiati, sostenuti nell’ambito del Fondo Papa Francesco», ha detto annunciando anche la nascita di una nuova cattedra denominata “Economia di Francesco e di Chiara” per «accogliere iniziative trasversali a tutte le Facoltà e sviluppare un modello sociale che valorizzi le persone e l’ambiente».

Poi ha sottolineato l’importanza di «promuovere la capacità di sognare, aiutare a discernere, ascoltare le voci che ci circondano, ascoltare il tempo e intervenire in esso, difendere la dignità delle donne e degli uomini e credere alla loro capacità di trasformazione».

«L’università — ha concluso — non esiste per preservarsi come istituzione, ma per rispondere con coraggio alle sfide del presente e del futuro. Perciò sarà sempre un progetto, mai un’opera conclusa».