· Città del Vaticano ·

Il Vangelo in tasca di Leonardo Sapienza

Dio è silenzio

 Dio è silenzio  QUO-178
03 agosto 2023

Le letture di questa domenica ci parlano della presenza di Dio.

Prima lettura: Elia va alla ricerca di Dio. Cerca il modo di sintonizzarsi con lui. Ma non lo trova nel vento impetuoso, nel terremoto, nel fuoco. Lo trova nella voce del silenzio!

Solo chi fa silenzio è capace di captare la voce di Dio. Dio è silenzio. Dio è pace, intimità. Dio è presenza che dà serenità. Questo ci ricorda che dobbiamo saperci ritagliare nelle nostre giornate dei momenti di silenzio, per entrare in comunione con Dio.

Dobbiamo far tacere tutte le preoccupazioni, le distrazioni, le tante voci che assordano le orecchie e la mente, per poter rimanere a tu per tu con Dio. «Tacendo con gli uomini si parla meglio con Dio» (san Bernardo). Il silenzio è un amico fedele che non tradisce mai!

Il Vangelo ci parla di tempesta, di urla di aiuto, di paura. Ma si fa presente Gesù, e dice: «Non abbiate paura». E c’è Pietro, che Gesù chiama «uomo di poca fede».

Sant’Agostino dice che «Pietro è figura di tutti noi». Anche la nostra fede non è tanto forte. Crediamo di credere. Ci lasciamo vincere dai dubbi. Troppo facilmente ci lasciamo vincere dalla sfiducia davanti alle difficoltà della vita.

È proprio in quei momenti, quando sembra che umanamente non c’è più nulla da fare, la fede ci fa gridare — come Pietro —: «Signore, salvami!». E Dio salva, sempre! Questa è la fede!

13 agosto

xix Domenica
del Tempo ordinario
 

Prima lettura: 1 Re 19, 9.11-13;

Salmo: 84;

Seconda lettura: Rm 9, 1-5;

Vangelo: Mt 14, 22-33.

 

La fine senza fine

Descrivendo la sua esperienza umana, così parla Carlo Carretto: «Conosco le stagioni della vita, ho vissuto i suoi amori, ho goduto le sue aurore. Ora i miei occhi cercano già altre stagioni, un altro amore, un’altra aurora. Ho vissuto quaggiù per convincermi che proprio non è fatta per noi la terra, che essa non è il nostro paradiso e che ci è servita solo come grande allenamento per altra cosa».

Questa riflessione si collega a quanto abbiamo chiesto nella Orazione all’inizio della Messa: «fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni».

La festa dell’Assunzione in cielo della Madonna ci invita proprio a questo: a non attaccare il nostro cuore alla terra, ai desideri terreni. Ma ad aspirare a cose più alte; a saper andare al di là delle cose; a guardare oltre il ristretto limite di questa terra, in vista di un Oltre e di un Altro divino.

Proprio come ha vissuto Maria, che nel Vangelo arriva a proclamare: «grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente».

Nella nostra vita facciamo esperienza della nostra piccolezza e dei nostri limiti. Ma se sappiamo elevare lo sguardo in alto, dove è la vera gioia; se sappiamo vivere in pienezza la nostra vita, facilmente riusciamo a raggiungere il grado di beatitudine della Madonna, che ci viene mostrata come «segno di consolazione e di sicura speranza» (Prefazio).

Continuiamo a camminare quaggiù, ma con lo sguardo al cielo: «là saremo esenti da ogni male, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo. Sarà per noi la fine senza fine» (sant’Agostino).

15 agosto

Assunzione di Maria
 

Prima lettura: Ap  11, 19; 12, 1-6.10;

Salmo: 44;

Seconda lettura:  1 Cor 15, 20-27;

Vangelo: Lc 1, 39-56.