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Natura e oltre

 Natura e oltre   QUO-174
29 luglio 2023

Viviamo immersi nella natura, d’estate questo lo si avverte di più, soprattutto in un’estate come questa dove la natura si sta facendo sentire in modo sempre più vigoroso, ricordandoci quello che spesso dice il Papa sul fatto che «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo a volte, la natura non perdona mai». Si sa, la natura re-agisce, mentre l’uomo, come diceva Camus, è «colui che si trattiene».

Il rapporto tra l’uomo e la natura è anche al centro del nuovo spot del Wwf trasmesso in Tv in questi giorni in cui si sente una voce narrante che dice: «Ti lascio il respiro dei boschi, il profumo del vento. Ti lascio la carezza del mare, la fierezza degli animali. Ti lascio tutto quello che sono e che siamo: Natura. È questo che ti lascio».

C’è una parola che fa problema ed è, ovviamente, quel ”tutto”. I creativi dello spot sono andati a toccare un tema alto, antico e complesso, che ha affascinato tutto il pensiero filosofico, da Democrito di Abdera a Baruch Spinoza: se l’uomo è natura (per di più con la maiuscola) o se c’è qualcos’altro oltre al dato naturale. E hanno optato per la prima ipotesi: “tutto” quello che l’uomo è trattasi di natura. Extra natura nulla humanitas.

Però qualche dubbio resta. E già il fatto che ci sia qualche dubbio questo dettaglio dice qualcosa, perché il dubbio sembra proprio la cifra dell’uomo e non degli esseri esclusivamente naturali. Come ad esempio gli animali che sono guidati dal loro istinto che, si sa, è infallibile. L’uomo invece sbaglia, sbaglia sempre, è sempre imperfetto, anche quando gira un bello spot pubblicitario. L’uomo è fragile, imperfetto, pieno di dubbi. E soprattutto è incompleto.

In quella stessa frase «Ti lascio tutto quello che sono e che siamo: Natura», c’è un’altra parolina che fa problema perché sembra contraddire l’affermazione ivi contenuta, ed è la prima: “ti”. Quel “a te”, dice “relazione” e fa intuire qualcosa che va oltre la natura, quella forza che chiamiamo “amore”. Ora, se ci pensiamo bene, l’amore non ha molto a che fare con la natura. L’amore non è secondo o contro natura, ma semplicemente oltre. Comincia quando l’uomo vince quell’istinto infallibile e, per fortuna, quasi invincibile, che lo costringe a dire che la prima persona singolare è “io” che sta sopra tutto il resto, e inizia partendo da “tu”. Se infatti lascio qualcosa, anche la natura, a qualcuno, e non me la tengo per me, lo sto anteponendo a me... innaturale, no?

di Andrea Monda