· Città del Vaticano ·

L’Onu lancia un nuovo allarme
Siamo nel mese più caldo di sempre

Ebollizione globale

Driftwood rests on a boneyard beach, a popular term for the weathered remains of shoreline trees ...
28 luglio 2023

Dall’era del riscaldamento globale a quella dell’«ebollizione globale». È il segretario generale dell’Onu, António Guterres, a lanciare un nuovo allarme dopo la pubblicazione del report Copernicus climate change service, secondo cui luglio 2023 sarà il mese più caldo di sempre. O almeno si trova «sulla buona strada» per esserlo, come hanno scritto gli esperti dello studio finanziato dall’Unione europea e rilanciato dall’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite (Wmo). Il riferimento è all’ondata torrida che sta colpendo gran parte del Nord America, dell’Asia e dell’Europa, con incendi devastanti dal Canada alla Grecia e impatti diretti sulla salute delle persone, sull’ambiente e sull’economia.

Il precedente mese più caldo era stato luglio 2019. Il picco quest’anno si è toccato il 6 luglio, quando la temperatura media giornaliera dell’aria ha superato invece il record stabilito nell’agosto 2016. A incidere anche il riscaldamento della temperatura media dei mari, ben al sopra dei valori solitamente registrati.

«Per l’intero pianeta, è un disastro. E per gli scienziati è inequivocabile: la colpa è degli esseri umani», sottolinea Guterres, che già a novembre scorso intervenendo alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto, aveva evocato il rischio di «un suicidio collettivo» se l’umanità non fosse stata subito pronta a compiere la scelta tra «cooperare sul clima o morire».

D’altra parte, aggiunge, l’andamento delle temperature di questi giorni è «coerente» con le previsioni e gli avvertimenti che vanno avanti da anni: l’unica «sorpresa» è, osserva, la «velocità» del cambiamento. E si tratta, specifica inoltre il segretario generale del Wmo, Petteri Taalas, solamente di un «assaggio» del futuro: per questo «l’azione per il clima non è un lusso ma un dovere».