· Città del Vaticano ·

Prefazione del Papa al volume «Brulicante di vita - 800 anni della Regola di san Francesco»

Per camminare insieme

 Per camminare insieme   QUO-172
27 luglio 2023

Francesco, il fratello di «tutti», 800 anni fa «ha voluto donare ai suoi figli una Regola per camminare insieme verso la stessa meta: abbracciare e baciare Cristo presente nella carne sofferente degli scartati». Lo scrive il Papa nella prefazione al volume Brulicante di vita – 800 anni della Regola di san Francesco (Edizioni Messaggero Padova, maggio 2023, pagine 126, euro 12), del frate minore conventuale Zdzisław Józef Kijas.

Il Vangelo è «Regola e forma», sottolinea il Pontefice, dello stile di vita che san «Francesco propone ai suoi compagni; a quanti gli chiedono di condividere la sua compagnia non propone se stesso come modello»; a quanti gli chiedono mostra «che Gesù è l’unico Maestro; il cuore della scelta consiste» nel «seguire le orme di Nostro Signore Gesù Cristo». In effetti, evidenzia il Papa, frate «Francesco nella relazione con i suoi compagni è un artigiano di vite umane perché maturino verso la pienezza della gioia e dell'amore». È un «artigiano nel discernimento», come testimonia la Leggenda dei tre Compagni, della quale si ricorda un passaggio: «Insisteva nella preghiera, affinché il Signore gli indicasse la sua vocazione. A nessuno però confidava il suo segreto né si avvaleva dei consigli di alcuno, fuorché di Dio solo, che aveva cominciato a guidare il suo cammino, e talvolta del vescovo di Assisi».

Il suo stile, aggiunge il Pontefice, «trasmette le qualità di fratello che accompagna; la semplicità e lo spirito della Regola sono un dono universale che consegna al cammino della Chiesa di tutti i tempi». Ognuno può intraprendere questi «passi senza rinunciare alla diversità delle proprie origini di luoghi e di culture; l’arte dell’accoglienza, dell’ascolto e della custodia non frantumano le tessere di vite in situazioni particolari e bisogni ben precisi che soltanto in un cammino che ha la misura di una Regola fraterna e accogliente possono diventare un bel mosaico dai molti colori». Il poverello di Assisi attinge dal Vangelo «la forza e il profumo di una Regola per comunità» aperte a un «prossimo senza frontiere». Egli, osserva il Pontefice, «ci consegna la storia di un processo di vita condivisa che pone al centro il cuore del Vangelo, l’essenziale, il kerygma della vita cristiana». La Regola «non è un percorso a ostacoli, ma è una bussola che orienta e accompagna il cammino». San Francesco con un testo essenziale «testimonia che non è tanto l’ossessione dei particolari che fa camminare la persona; mostra che accogliendo la sfida di reinterpretare la propria storia matura un progetto di vita gioioso e solidale».

La scoperta dell’amore universale di Gesù «è più forte e attrattiva». Così la Regola «non separa, non divide e non contrappone le differenze, ma apre a un cammino condiviso».

Ognuno, nonostante «le varie difficoltà, le salite e i precipizi», scopre che «non cammina mai da solo, ma tutti siamo legati gli uni agli altri». Chiamati a essere «impalcature», così da «formare un grande ponteggio per poter riparare la casa di tutti, la Chiesa, stessa missione accolta dal Serafico Padre Francesco da parte del Signore».

La Regola sollecita «il cuore e la mente per coltivare la nostra umanità, per coltivare le relazioni con Dio e con gli altri». È una «pedagogia della cura che attiva processi di discernimento comunitario». È una Regola «con spirito che progressivamente lungo il cammino fa emergere la gioia di essere chiamati dall’Amore e ad amare; è la forza dello spirito che sprona a spogliarci di tutto quello che ci può appesantire».

È la traiettoria di frate Francesco, «divenuto egli stesso forma vivente della Regola, per incontrare Dio», per incontrare «gli scartati» che chiamava «fratelli cristiani», per sviluppare «un rinnovato sguardo di cura solidale e corresponsabile verso la casa comune». La Regola non «ci è stata donata per essere incatenati o costretti a stare sotto il peso di ordini astratti dalla realtà, tiene conto della carne concreta di ciascun individuo, per poter essere liberata da quel filo sottile e quasi trasparente che ci tiene prigionieri, chiusi e isolati così come accade a un piccolo uccellino, legato alla caviglia e costretto a stare chiuso in una gabbia».