· Città del Vaticano ·

Serie di videoracconti realizzata dall’Agenzia Fides in vista del viaggio del Papa

Mongolia, il nuovo inizio

 Mongolia, il nuovo inizio  QUO-167
21 luglio 2023

Nel primo filmato i ricordi del cardinale Sepe


Nel titolo “Mongolia, il nuovo inizio” c’è tutto il significato del video dedicato dall’Agenzia Fides al Paese asiatico che ospiterà Papa Francesco in occasione del 43° viaggio internazionale in programma dal 31 agosto al 4 settembre prossimi. Il filmato, realizzato da Teresa Tseng Kuang yi e disponibile in rete all’indirizzo https://youtu.be/27D1ZUw-B8A, è il primo di una serie di reportage che l’Agenzia di stampa missionaria diffonderà nelle prossime settimane in preparazione alla visita pontificia. È lo stesso direttore Gianni Valente ad annunciarlo con un articolo di presentazione dell’iniziativa editoriale.

Nel video-racconto, della durata di undici minuti, scorrono immagini degli straordinari paesaggi naturali mongoli, con steppe sconfinate in cui pascolano mandrie di cavalli allo stato brado, tra le tradizionali dimore mobili denominate “ger”. Il tutto scandito dai ricordi del cardinale Crescenzio Sepe, che per due volte visitò il Paese asiatico essendo prefetto dell’allora Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.

La prima, nel luglio 2002, per sottolineare il decimo anniversario delle relazioni diplomatiche fra la Mongolia e la Santa Sede e la vivace presenza nella regione di una comunità cristiana di fondazione relativamente recente; e la seconda, appena un anno dopo, alla fine dell’agosto 2003, come inviato di Giovanni Paolo ii.

Il santo Pontefice polacco nella lettera di nomina del porporato a suo «speciale rappresentante» affermava che il desiderio di recarsi di persona in Mongolia non poteva realizzarsi, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, e quindi lo incaricava di essere i suoi occhi e la sua anima pastorale in un Paese in cui i cristiani erano un gruppetto minuscolo. Sono trascorsi venti anni e oggi la comunità cattolica conta circa 1.450 battezzati.

In quell’occasione, il 29 agosto, Sepe conferì l’ordinazione episcopale al missionario filippino della congregazione del Cuore immacolato di Maria, Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaanbaatar e primo vescovo della Chiesa di Mongolia; e il giorno dopo sempre nella capitale consacrò la cattedrale dedicata ai santi Pietro e Paolo. Inoltre, visitando una piccola comunità nel sud della Mongolia, dopo una giornata di viaggio lungo il deserto dei Gobi, conobbe il giovanissimo sacerdote italiano che l’aveva creata, Giorgio Marengo, dei missionari della Consolata. Successore di monsignor Padilla, morto per infarto nel 2018, alla guida della prefettura apostolica, egli è stato poi creato cardinale da Papa Francesco il 27 agosto dello scorso anno. Sepe confida che nel chiedergli le motivazioni della sua scelta missionaria vissuta lontano da casa, il giovane Marengo rispose: «Qui la gente è buona, la gente mi vuole bene».

Sepe rievoca quindi tutti gli altri incontri e le sorprese che custodisce nella memoria dei due viaggi, quando la nascente comunità cattolica del grande Paese asiatico muoveva i primi passi e “non c’era nessuna chiesa”. Ora il viaggio in Mongolia che non ha potuto fare Papa Wojtyła, si appresta a farlo Francesco. «Un segno molto forte per tutta la cristianità», conclude il cardinale, rilanciando lo spirito del motto scelto per la visita di Bergoglio: «Sperare insieme».

Ponendo l’attenzione sulle «immagini filmate inedite e le foto del passato» presenti nel video che «restituiscono il volto e le fattezze di una Chiesa nascente, dove tutto attesta che la vita cristiana inizia e fiorisce per dono di grazia, in gratuità e gratitudine, e non per sforzo di mobilitazione o per progetti di conquista», Valente sottolinea infine nel suo articolo come nel reportage parlino anche le donne, oggi anziane, in precedenza allevatrici ed ora coltivatrici, le quali «ancora lavorano nella grande serra per la produzione di ortaggi, una delle prime opere impiantate dalla nascente comunità ecclesiale per aiutare centinaia di famiglie a mangiare cose buone e che fanno bene a tutti, come ogni gesto di carità».